Segui le nostre dirette sul canale IGTV di @lacasadelrap

News

Le Noble Art

Nuovo appuntamento con "Le Noble Art": questa settimana la nostra guida Traccia propone un bel approfondimento dedicato alla slam poetry, davvero mooolto interessante; non voglio anticiparvi nulla però, proseguite con la rubrica e godetevi il viaggio. Alla prossima!

Durante il mio ultimo viaggio in Francia ho conosciuto un ragazzo, un certo Ludovic, con i capelli lunghi stile Gesù Cristo, una camminata blanda e un pizzetto che sembrava dicesse: "Per piacere radimi". Il bello è che il ragazzo in questione aveva davvero una grande cultura. Dopo aver bevuto un bicchiere assieme mi chiese cosa ne pensassi di Cristophe Bevilacqua e di Grand Corps Malade. Alla mia risposta il tizio mi fece: "Ah che bello, la cultura non è morta!". Certo, detta da lui questa cosa pareva più che altro una gran presa per il culo. E’ vero, cambieranno anche i punti di vista, ma una nazione che fa sì che poeti e nuovi artisti si aprano al grande pubblico non può definirsi un paese dove la cultura è morta. A differenza di uno dove ogni due tre giorni cadono pezzi di scavi e robe archeologiche. Stavolta l’approfondimento sarà un po’ diverso dal solito, quindi se non avete voglia di allargare i vostri orizzonti né di scoprire qualcosa di diverso, siete liberi di ascoltarvi Eros Ramazzotti. Se invece volete un po’ d’arte, siete nel posto giusto. Mettetevi comodi maledettissimi lettori. Grand Corps Malade, all’anagrafe Fabien Marsaud, è un poeta francese, autore ed esecutore di testi di slam. Adesso molti si chiederanno: "Ma che cazzo è lo slam?". Allora miei cari ragazzi, il termine slam in gergo americano vuol dire "impatto", "sberla". Che cazzo c’entra allora la sberla o l’impatto con la poesia in sé per sé? Lo slam è in realtà un genere di poesia orale, un’arte che nasce dalla strada (come il rap ai suoi inizi) e crea una sorta di legame tra scrittura e performance, focalizzata sulla parola e realizzata con grande economia di mezzi, praticata di solito (anzi quasi sempre) in luoghi pubblici (bar, pub e robe del genere). La particolarità degli autori di componimenti slam è la capacità di coinvolgere, colpire, emozionare e far riflettere il pubblico recitando una poesia, una cosa impossibile nell’epoca attuale. Infatti lo slam è considerato una delle forme più rivoluzionarie e più vicine alla poesia contemporanea, una sorta di movimento al margine dei circuiti artistici tradizionali che, tra le altre cose, stabilisce un nuovo tipo di rapporto tra il poeta e il suo pubblico. Non a caso, l’esistenza e il diffondersi dello slam dimostrano come la poesia non sia qualche cosa di estraneo alla società moderna ma, al contrario, qualcosa di indispensabile e vivente. Come disse Mark Smith, il "creatore" dello slam, "la poesia non è fatta per glorificare il poeta, essa esiste per celebrare la comunità". Semmai avrete l’opportunità di seguire (come ho fatto io) o di partecipare in prima persona ad una di questa serate, vi renderete conto della potenza di questo "nuovo" tipo di poesia. Inoltre vale la regola (nelle esibizioni nei locali pubblici) "un componimento detto=un bicchiere offerto", quindi semmai vi esibirete prenderete due piccioni con una fava. Torniamo però a Grand Corps Malade. Nell’estate del suo ventesimo compleanno, mentre lavora come animatore in una colonia di vacanze a Saint-Denis, a causa di un tuffo in piscina Fabien subisce un grave incidente che, secondo i medici, gli comprometterà l’apparato motorio e, quindi, la possibilità di camminare. Nel 1999, a seguito di una lunga rieducazione, Fabien riacquista l’uso delle gambe, tuttavia continuerà sempre a reggersi in piedi con l’aiuto di una stampella. Da queste premesse nasce lo pseudonimo "Grand Corps Malade" ("Grande Corpo Malato"). Adesso gustiamoci il primo video dell’approfondimento di oggi.
"Les Voyages En Train" è uno dei singoli estratti da "Midi 20", primo album presentato da Grand Corps Malade al grande pubblico francese, che ha risposto in modo davvero positivo. Nell’album (composto da 16 tracce – di cui alcune a cappella) Grand Corps Malade parla, con gli interventi di altri slameurs, dei problemi e degli abitanti della banlieue in cui vive e dei suoi problemi fisici riportandoli, però, come semplici accadimenti di vita. Adesso invece ascoltiamoci "Midi 20", title track del discone.
"Enfant De La Ville" è invece il secondo disco del giovinotto francese. Un disco molto più maturo del primo, anche se a tratti potrebbe sembrare molto simile (soprattutto perché i componimenti sono accompagnati da una base minimalista). I temi sono quelli di sempre, quelli in cui ognuno di noi può rivedersi, ma trattati con la semplicità poetica dei veri geni. Voilà "Je Viens De Là" (questa cazzata me l’ha consigliata il mio amico Luigi), uno dei pezzi portanti del lavoro e uno dei miei preferiti, anche se non ve ne frega niente. Stupendo.
Ed ora gustiamoci "Enfant De La Ville", tratto dal disco omonimo.
"3ème Temps" è il terzo album di Grand Corps Malade, uscito nel 2010. Anche in questo, come nel precedente "Enfant de la Ville", anche se in maniera minore, i brani sono per la maggior parte cantati a cappella, o accompagnati da una base minimalista. Il disco è davvero un capolavoro. Nella traccia numero sette, "Tu Es Donc J’apprends", Grand Corps Malade duetta con Charles Aznavour, mentre nella canzone "L’heure D’été", si trova la collaborazione di Élise Oudin-Gilles. "Roméo Kiffe Juliette" è uno dei pezzi meglio riusciti dell’album, e il video è davvero ben fatto miei prodi lettori.
Come non anticipato, guardiamoci l’esibizione live di "Tu Es Donc J’Apprends", nella quale Fabien è accompagnato da un Aznavour sempre più in tiro e sempre meno putrefatto.
Ultimo pezzo che vi consiglio è "L’Ombre Et La Lumière" realizzato in collaborazione con Calogero, ex capo di una cosca mafiosa adesso in attesa di ricevere il 41 bis.
E anche oggi siamo giunti al termine, miei maledettissimi lettori. Mi accorgo che l’approfondimento di questo mese di dicembre è stato un po’ particolare ma mi auguro vi sia piaciuto, o almeno sia stato di vostro interesse. Non nascondetevi dietro frasi del tipo: "E chi cazzo lo capisce a sto tipo" oppure "Se ne vada a fare in culo lui e Traccia". Provate almeno ad ascoltarlo, a mettere su uno dei suoi dischi in una serata in cui siete tremendamente tristi o quando invitate una tipa a casa per una cena (il tizio acculturato una volta attraeva) oppure mentre siete in auto e state guidando e fatevi trascinare. La comunicabilità di questo artista (nonostante il limite causato dalla differenza di lingua) è unica. E molte volte un suo componimento slam, la sua musica, la sua arte o qualunque cosa vogliate che sia, può essere una valida alternativa alla musica. Alla settimana prossima bastardi. Traccia
Conosci meglio

lacasadelrap.com è un portale focalizzato sul Rap ma attento anche a ciò che ne è affine, spaziando tra la cultura Hip Hop, la Black Music e la scena Urban. Vero punto di forza è l’attenzione verso aspetti solitamente meno approfonditi, come la scena emergente e quella femminile. Altra importante caratteristica è il suo staff eterogeneo e dislocato in tutto il territorio italiano, capace di valorizzare anche le realtà meno in vista.
Iscriviti alla nostra Newsletter

Lascia un commento