

Vieni da Catania, uno dei luoghi più belli della nostra Italia che si trova in una regione altrettanto meravigliosa ma anche sinonimo di molti e molti problemi che incidono sulla vita quotidiana di tutta la società. Com’è vivere e fare rap a Catania? Come ti sei avvicinato a questo genere musicale ed hai capito che poteva essere un mezzo per esprimere al meglio la tua personalità?
L’approccio con la musica rap è stato molto naturale, sono sempre stato appassionato al mondo dell’hip hop e già da ragazzino frequentavo i luoghi di ritrovo dei writers, breakers, mc’s ecc.. Non è facile farsi conoscere quando vivi in sicilia.
Guardando le tue vecchie battaglie di freestyle e ovviamente la tua utlima comparsa ad Mtv Spit ho notato che hai un approccio allo stile libero diverso dal classico freestyler: zero intercalari, poche rime girate, sembra quasi tu stia scrivendo un testo in pressa diretta. Rancore ci ha abituati bene a tutto questo ma è sempre bello vedere quando ciò avviene. La cosa bella è che l’incisività delle rime e delle punchline non ha risentito minimamente di questo tuo fare freestyle e semplicemente penso che, nello specifico di Spit, Bles sia stato effettivamente più in forma di te quella sera. Come hai sviluppato questa maniera di costruire rime in freestyle e cosa pensi ti abbia portato l’esperienza spittiana?
Il freestyle è stato il mio primo amore vero ed è stata una passione che tutt’ora coltivo con tanta dedizione. Spit è stata veramente una bella esperienza, soprattutto perché a differenza di molti per essere li ho sudato, non sono stato invitato. Bles probabilmente era più in forma anche se ad essere sincero credo che le immagini che ha avuto lui nel primo minuto siano state più facili per potermi attaccare. Spero che l’anno prossimo possa partecipare nuovamente.
Non che meravigli più di tanto ma ascoltando “L’Ignorapper” è chiaro che non scrivi col freestyle in testa, come è giusto che sia. Tecnicamente sei bravo e si vede che c’è molto studio dietro, penso però che tu possa migliorare sopratutto nell’esposizione di quelli che sono i tuoi sentimenti e le tue emozioni nero su bianco, nel portare il tuo livello di scrittura a una scrittura più matura e originale. Cosa ha significato per te pubblicare “L’Ignorapper” e cosa speri sia arrivato col disco all’ascoltatore?
Io credo che ormai il mio modo di esprimermi sia quello, sono molto istintivo e naturale e noto con piacere che ciò che scrivo arriva nel cuore di molte persone. Sicuramente posso migliorare ed è proprio quello che cerco di fare ogni giorno. L’ignorapper per Catania è stata una bella doccia fredda che forse nessuno aveva mai portato, ho fatto capire come la penso e come sono, e posso dire che sia stato un lavoro molto incisivo.
Qual è il tuo rapporto con la scena rap siciliana e con il resto d’Italia? Quali pensi siano i pregi e quali i suoi difetti? Se per te ci sono ovviamente!
È un mondo molto competitivo, ormai anche i ragazzini hanno la presunzione di essere meglio di altri, ma credo che sia proprio la cosa che caratterizza questo genere.
Pensi che ti cementerai ancora in gare di freestyle o ti concentrerai definitivamente nella realizzazione di album?
Il freestyle fa parte di me, ho iniziato a fare musica attraverso quello e probabilmente non lo mollerò mai. Ciò non vuol dire che non stia lavorando alle canzoni con meno impegno, anzi.