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Intervista

Zona Rossa Krew

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Ciao a tutti, ragazzi! Benvenuti alla Casa del Rap, intanto presentatevi per chi non dovesse conoscervi! Come avete conosciuto la Hip Hop?
Ciao, innanzitutto abbiamo scoperto questa cultura tutti e 3 intorno ai 12/13 anni individualmente e l’abbiamo esplorata a 360 gradi, poi venire a contatto tra di noi in una città piccola come L’Aquila è stato abbastanza automatico quando ancora la Zona Rossa Krew non era nemmeno un pensiero. Nasty ballava in un gruppo di breakers e ha conosciuto Coll’Asso e dj Beez che oltre a rappare gia con la loro prima crew (meno 10 gradi) erano attivi anche come writers, mentre keso era membro di un gruppo “rivale” e passavamo le giornata a beccarci in piazzetta e a sfidarci in freestyle. Dopo il terremoto del 2009 ci siamo rincontrati tutti da sfollati sulla costa e abbiamo deciso di dar vita al progetto zona rossa krew che ci ha portato a girare parecchio per l’Italia in questi 5 anni.

Cominciamo parlando del disco: come avete deciso di lavorare a questa nuova fatica? Come mai avete scelto di lavorare su diverse sonorit‡?
Tutti  i nostri lavori precendenti dai primi due “Voci Dal Cratere Mixtape” fino allo scorso disco “Ovunque” erano una specie di resoconto tutti incentrati sulla rabbia e il fermento post-sismico che abbiamo oltrepassato, non parlavano solamente per noi ma rappresentavano un sentimento comune a tutta la città, cosa della quale siamo orgogliosi, però sentivamo il bisogno di fare un disco più personale che oltre al rap di piazza e di sommossa politica abbracciasse anche degli aspetti più rilassati che fanno parte del nostro quotidiano. Viceversa quella di muoverci su sonorità varie e una cifra stilistica che abbiamo sempre avuto nel notro bagaglio, il rap è sempre stato un punto di incontro ma a parte quello i nostri gusti musicali sono molto diversi e vari dall’elettronica che viene dal regno unito fino al festival di sanremo passando per il funk, il rock, la jungle etc etc, poi la vicinanza con i ragazzi del Dabadub sound system ci ha avvicinato molto alla cultura del sound system reggae e cosi via, non c’è limite alle nostre contaminazioni come alle nostre fonti di ispirazione.

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In questo disco passate da pezzi più riflessivi a pezzi più leggeri (come “freghete”), avete seguito un “flusso” o vi siete ispirati a degli immaginari ben precisi?
Essendo 3 personalità abbastanza diverse e complementari allo stesso tempo è un po complicato mettersi d’accordo per la stesura dei brani, solitamente ci ispiriamo per folgorazione artistica o comunque seguiamo molto le atmosfere dei beat, il primo che ha un idea precisa in mente di solito è quello che spiana la strada agli altri due. Per quanto riguarda le tematiche come detto sopra ci piace spaziare a 360 gradi per tutti gli aspetti delle nostre personalità, dai temi di denuncia (importantissimi nel nostro genere), alle cose più incazzate e di rivalsa, fino ai pezzi più da party player e rilassati.

L’album in sé è piuttosto breve, seppur denso. Come mai questa scelta?
Nonostante sia un disco breve ha avuto un periodo di gestazione di 2 anni (che per i nostri standard è tantissimo) e quindi per alcuni versi la fretta di uscire ha segnato questa scelta, poi c’è da contare il fatto che oggi la gente fruisce della musica in modo molto più veloce e ha una soglia di attenzione più bassa rispetto al passato, bisogna fare i conti anche con questo ovviamente restando sempre in moto perpetuo e al lavoro per evitare di subire castrazioni artistiche, infatti già stiamo buttando le basi per i nuovi lavori.

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Il disco è acquistabile da tutti i digital store sul sito della Jamrock Records cliccando QUI. Per la copia fisica, basta mandare una mail a info@jamrockrecords.com. Se volete seguirci, ci trovate su Facebook e YouTube.

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Scrivo di rap e studio filosofia. Nel tempo libero mangio la carbonara.
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