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Intervista

Tormento – “Dentro e Fuori”. Leggi l’intervista

Tormento

Torna l’appuntamento con le interviste scritte de La Casa del Rap. Oggi abbiamo il piacere di presentarvi l’intervista che abbiamo realizzato con Tormento. Per La Casa è un vero piacere! Era l’inizio degli anni ‘90 quando nascevano i primi veri germogli del rap italiano e con loro la carriera musicale di Massimiliano Cellamaro, meglio noto come Tormento, un talento straordinario capace fin dagli esordi di anticipare i tempi e le tendenze. Un vero innovatore, non solo per il rap, ma per l’intera musica italiana, oggi come ieri. Stile, passione e rispetto sono i mantra di questo artista a 360 gradi. Era il 1994 quando i Sottotono pubblicarono “Soprattutto sotto” e fu una miccia, oggi la fiamma arde ancora viva, nonostante qualche folata più o meno intensa di vento susseguitasi in questi anni. E’ il 2015 e “Dentro e Fuori” è in tutti i negozi di musica, pronto a risuonare forte per chi lo saprà apprezzare. Noi de La Casa del Rap lo stiamo ascoltando ed ovviamente apprezzando, ecco perché diamo il benvenuto a Tormento!

Partiamo subito dal titolo e dall’artwork di “Dentro e fuori”. La cover è un’illustrazione curata da Davide “RDSH” Minoja, una stanza sospesa nello spazio con un albero spoglio di foglie che ne emerge capovolto. Cos’è che lega i tre elementi: titolo, musica e illustrazione? Qual è la simbologia che ci hai racchiuso?
Innanzitutto grazie a Lacasadelrap.com per questo spazio. È un piacere chiacchierare con chi ne sa e si sbatte giornalmente per portare avanti la cultura Hip Hop. Complimenti Broders!!! Passando alla vostra domanda volevo che la grafica rispecchiasse il concept dell’album. Simboli che raccontano più di quanto le parole sanno fare. Simboli che ci toccano ad un livello talmente profondo da non essere nemmeno colti da molti. Così come la Musica! Lo studio che ho approfondito negli ultimi anni va proprio in questa direzione. Da quali elementi siamo composti? Perché la musica ha un effetto così coinvolgente? Perché alcune persone, così come alcune canzoni, le sentiamo più vicine a noi? Sembrano vibrare sulle nostre frequenze.
A volte la realtà ci sembra un caos. Quando invece siamo concentrati su qualcosa di bello tutto acquista un valore magico. Lo spazio e il tempo diventano relativi quando scaviamo un po’, si assapora un eterno presente.
Mi piaceva l’idea che a rappresentare l’album fosse una stanza sospesa nello spazio. Siamo fatti dagli stessi elementi che compongono l’universo e spesso non ci curiamo di cosa mettiamo nella nostra stanza. Ci portiamo dietro abitudini che magari neanche ci appartengono. C’è chi fa un lavoro che non lo rappresenta. Scelte che a volte affrontiamo con leggerezza o solo in base ad un ritorno economico. Scelte che danno forma al nostro mondo. Conta chi sentiamo di essere qui e ora! Come un albero trasformiamo l’energia del sole per elevare tutto ciò che ci circonda. E se in copertina c’è l’albero della vita, sul cd è rappresentato il fiore della vita. Un simbolo che rappresenta la trama che compone l’universo, le galassie e le nostre molecole. “The connected universe” dicono i moderni fisici quantistici. Concetto che ho voluto sintetizzare con le parole “Dentro e Fuori”.

sfondo

In questa chiacchierata, non posso non ringraziarti anche per la pubblicazione del mixtape “I miei Classici, 1994-2015”, realizzato con il contributo di Dj Vigor. Quanti ricordi per chi ti ha ascoltato in tutti questi anni! Immagino che siano emersi tanti ricordi anche per te. Nonostante sia una raccolta di storia e storie, non ti sei limitato a questo ed hai inserito degli estratti provenienti da “Dentro e fuori”. Ti chiedo, i due brani “Anime inquiete” e “Non smettere”, oltre ad essere usciti in anteprima, li ritieni i più significativi del disco? Dei nuovi classici?
Sicuramente abbiamo scelto questi due brani perché rappresentavano bene diversi lati dell’album. Una ricerca introspettiva (Dentro) capace di sconvolgere il mondo (Fuori) e come siamo abituati a vederlo. Sarà il pubblico a trasformarli in classici se lo meritano. Per me sono un traguardo importante perché ho ritrovato un linguaggio semplice. Negli ultimi anni tendevo ad essere parecchio ermetico nelle mie canzoni, pensavo che il pubblico crescesse nella mia stessa direzione. Ad un certo punto invece ho realizzato che c’era tutto un nuovo pubblico a seguire il rap e i miei coetanei si erano persi nei problemi quotidiani.
Riascoltare i pezzi vecchi durante la lavorazione di questo tape mi ha portato a riprendere in mano vecchi cd. Riscoprirne i punti di forza e quelli deboli. Accettare esperimenti meno riusciti e godere della spontaneità che mi ha sempre contraddistinto. Grande Dj Vigor!!! E soprattutto bella Fish! Ne abbiamo combinate parecchie assieme!

Parlaci della Thaurus. Mesi fa già ti eri espresso positivamente con qualche frase attraverso i tuoi canali social in merito a questa realtà. In quale clima hai lavorato con loro? Inoltre, l’agenzia promuove l’organizzazione di molti live tour per mc del panorama italiano, da Clementino a Luchè, tra gli altri. Tormento e Thaurus come si stanno organizzando per i live? Negli anni ti sei esibito tantissimo e in ogni tipo di situazione, mettendoci sempre tutto te stesso. Seguendoti, sappiamo che nell’ultimo periodo, diciamo nel post “El micro de oro”, le situazioni spesso ti hanno un po’ avvilito. Spiegaci meglio qual è il motivo di questo tuo malessere e cosa ti aspetti dai tuoi futuri live.
Con la Thaurus ho trovato nuova linfa e nuove energie. L’editore Giovanni Valle e Shablo sono anime antiche. Riescono bene a conciliare i problemi della vita quotidiana con una ricerca personale profonda. Il team di cui si sono circondati è stupendo e ognuno rispecchia questa limpidità così difficile da trovare nel nostro mestiere.
Come avete ben notato ero parecchio avvilito dopo le fatiche e le spese mai recuperate per realizzare i video di “Uno Nessuno Centomila” e “El Micro de Oro”. Da un po’ di anni non ricevo un grande supporto da parte del mio pubblico e i live mi sembrano una realtà sempre più legata all’hype del momento. Gli artisti che hanno riscontro dal vivo hanno un pubblico molto trasversale. Shablo mi ha fatto riflettere su cosa volevo davvero. Per ora i live non sono la mia priorità, preferisco lavorare come Autore, Ghost-writer e mi piace approfondire la mia preparazione come Coach per le nuove leve. Ringrazio i promoter che continuano a coinvolgermi nei loro eventi ma mi chiedo sempre dove sia tutta la gente che conosco quando arrivo in una città. Forse la mia troppa disponibilità e sincerità mi trasforma in un amico di tutti i giorni più che un artista da supportare. Devo imparare ad essere più stronzetto, come le vere star!!

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Il ruolo di Shablo è stato altrettanto fondamentale per questo disco: in quale modo ha contribuito a “Dentro e fuori”? Anche dal punto di vista del rapporto umano che c’è tra voi. Quale mood c’era nelle vostre teste nella fase di realizzazione del disco e cosa credi sia emerso attraverso il suono, da quelle idee?
Shablo è stato fondamentale davvero. Come ti ho raccontato è stato il motore di questo progetto. Una nuova energia creativa che mi ha investito e proiettato in un nuovo universo. O meglio, una nuova visione dell’universo. “Uno sguardo nuovo, un ascolto più profondo”, come dico in “Segreti”. Siamo partiti dalle nostre radici. Quel suono Hip Hop-Soul orientato verso un gusto più europeo. Se mescoli “The Second Feeling” e “Alibi” nasce “Dentro e Fuori”. No?!?
Parecchie sono state le riflessioni. Ho racchiuso nei testi concetti che sono nati da un confronto serio e profondo. La scelta dei Beats è stata una bella impresa. Thaurus Beats è una realtà in cui sono coinvolti tanti producers dotatissimi e Shablo ha risorse infinite. Quintali e quintali di Beats!!!
Abbiamo entrambi molta esperienza e c’era la voglia di creare un progetto che fosse di facile ascolto, ma allo stesso tempo, ricco di particolari per chi pretende produzioni più ricercate. Siamo troppo contenti del risultato e anche se non abbiamo un imponente campagna di comunicazione per promuoverlo, contiamo sul supporto di chi vuole musica che parli al cuore. Soprattutto, fatta con il cuore.
Non è proprio ciò che va di moda, visto che il mondo di oggi vive tutto di stomaco. Sia perché non si fa altro che parlare di cucina, ma anche per la fredda violenza in cui siamo immersi. Dalle serie tv ai telegiornali.
Gli argomenti che tratto in questo nuovo album sono attuali per il resto del mondo. Vedendo post che arrivano dall’estero mi rendo conto che, come sempre, tratto argomenti che in Italia arriveranno tra cinque anni. Questo mi crea difficoltà dal punto di vista della sopravvivenza, ma mi rende molto felice artisticamente.

Vorrei approfondire qualche traccia con il tuo aiuto. “Non smettere” simboleggia, a mio avviso quel “ritorno alla semplicità dei Sottotono” (non solo per il ritornello che ricorda quello di “Mezze verità”) con cui hai annunciato il disco qualche mese fa. Nonostante ciò, ritengo che “Dentro e fuori” non sia un disco “semplice”, né per suoni né per contenuti. La “semplicità” dei Sottotono era figlia della naturalezza, della spensieratezza e della passione. “Dentro e fuori” invece è un disco maturo, curato e studiato nei particolari e lo si avverte nella qualità. La passione è rimasta la stessa!? Hai forse lavorato con la testa “più libera”, rispetto al recente passato?
Che bello fare interviste con chi ne capisce di musica. Non ha prezzo!! Hai colto nel segno! Non ho più l’irrequietezza di un adolescente, per fortuna aggiungerei. Non riesco nemmeno ad affrontare i testi con la leggerezza con cui ho scritto “Sotto effetto stono”. Mi dispiace constatare che gli argomenti che ancora oggi funzionano sono adolescenziali. I media sono riusciti nell’impresa di chiudere il rap in una scatola e relegarlo ad un pubblico di giovanissimi. Da tempo ho scelto di non stare al gioco del music business, che vede il pubblico come una mandria che non ragiona.
Anche se in realtà non vedo una via d’uscita al vicolo cieco in cui ci siamo cacciati, mi piace pensare che puoi sempre disegnare la realtà che più ti rappresenta e proiettartici. La passione che mi guida non fa che crescere di anno in anno. Solitamente un artista ha più successo da giovane perché è più vicino ad un gusto popolare. Man mano che la tua esperienza musicale cresce ti allontani dalla massa che vede la musica solo come intrattenimento. Ma anche se crescendo i suoni e gli argomenti non rispecchiano più un gusto popolare, credo che un artista abbia il dovere verso se stesso e il pubblico di cambiare e sperimentare nuove strade.

Come spesso mi capita, fortunatamente, sto ascoltando molti dischi. Per questa estate, però, non avevo ancora identificato la mia colonna sonora, poi ho messo in play “Alba”: una favola! Mi piacerebbe sapere da te com’è nato il pezzo. Qual è lo spirito che ti ha animato verso la sua stesura? Avevi voglia di un po’ di relax e di un’avventura estiva?
Si assolutamente!! L’estate si avvicinava e volevo un pezzo estivo che sollevasse il mood dell’album. Non ho mai scritto un pezzo a voce piena cantata e ho sempre studiato per ampliare il mio range vocale. Finalmente grazie a Keedoman ho avuto per le mani un beat della tonalità perfetta per schiacciare sull’acceleratore. Anche se è un pezzo estivo non sono riuscito ad andarci troppo leggero sul testo. La musica ha la capacità di ripulire energie negative che ci si appiccicano addosso, dovevo sfruttare l’occasione per far salire la voglia di ballare ma anche liberarsi dai problemi di ogni giorno.

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“Cortocircuito” credo sia una delle tracce più rappresentative del concept che sta a capo dell’album, mi sbaglio? Due cose vorrei chiederti. La prima: cosa ha fatto cortocircuito nel sistema operativo dell’umanità? La seconda riguarda, invece, la scelta “azzardata” del beat elettronico, nel contesto del mood dell’intero disco. Personalmente tra le mie tracce preferite.
Sono contento. Era proprio il mio obbiettivo. Coinvolgere, con questa traccia, chi dalla musica pretende uno scossone. L’album è molto introspettivo e i Bpm tendono a non correre troppo. Avevamo bisogno del mood degli Ackeejuice, sanno come smuovere la folla, che si tratti di un club di Berlino o di un’apertura di Jovanotti negli stadi italiani. Quando ho sentito il Beat ne sono rimasto stregato ed era perfetto per rappresentare lo stato d’animo da cui tutto è iniziato. Un cambiamento che nasce da un cortocircuito. La paura fomentata dalle notizie di ogni giorno. L’insicurezza di una crisi epocale. Il cibo malato con cui ci alimentiamo e l’inquinamento che ci circonda. Inquinamento atmosferico, acustico e elettromagnetico. Sono disturbi visibili e invisibili che crediamo inseparabili dalla realtà del mondo moderno. In realtà abbiamo ancora un approccio molto primitivo alla tecnologia e nei confronti dell’ambiente, degli animali. Se non avessero ucciso Tesla e sotterrato i suoi studi, oggi vivremmo in un mondo dove l’energia è a disposizione di tutti, senza bollette e wi-fi. Il bug nel nostro sistema operativo nasce dalla nostra voglia di disconnetterci dall’universo. Ci siamo volontariamente scollegati dalla natura, dal cibo buono, dalle energie più belle…tutto questo in nome del futuro. Ma invece di andare avanti viviamo un moderno medioevo in cui la folla è sempre pronta a linciare chi è “diverso”. Tutti bravi a giudicare gli altri, ma gli altri sono solo uno specchio delle nostre insoddisfazioni.

Tormento

Capitolo collaborazioni. Oltre a quelle con Guè Pequeno, con cui hai sfornato una vera hit, Emis Killa e Coez, questi ultimi entrambi sulla stessa traccia “Stai al gioco”, mi piacerebbe sapere da te come sono nate quelle con Parix e P-Funking Horns. Parlaci un po’ della costruzione musicale delle due rispettive tracce, ossia “Hai portato via” e “Carte coperte”.
“Hai portato via” nasce da una traccia moto famosa di Mike Sponza, un blues man nostrano molto apprezzato anche all’estero. Shablo aveva campionato queste sue chitarre e le aveva flippate a dovere. Quando ho sentito il beat mi è sembrata l’occasione giusta per un brano più cantato che rap. Nei miei album cerco sempre di mettere una traccia in cui sfogo il mio Amore per il canto. I P-Funking Horns sono un gruppo di cui non potete non innamorarvi se li vedete dal vivo. Sono troppo contento che abbiano arrangiato questa traccia con il cuore che li contraddistingue. I fiati hanno sempre il potere di regalare una grande calore alle canzoni, in questa song li sento molto morbidi e introspettivi.
La traccia con Parix nasce dalla voglia di spingere il più possibile un genio ancora poco apprezzato in Italia. O almeno non quanto merita! Parix è un grande musicista e da quando se la reppa posso dire anche un ottimo liricista. Argomenti profondi e metriche lontane da cliché già sentiti. Ha suonato diversi strumenti un po’ su tutto l’album e arrangiato diversi brani di questo mio lavoro. Sicuramente collaboreremo sempre di più in futuro.

“Il mondo dai tuoi occhi” è un altro capitolo significativo per il disco. Finalmente abbiamo la possibilità di ascoltarti da genitore, dopo che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti da figlio con “Amor de mi vida”. Cosa rappresenta questo pezzo per te e quanto l’esperienza di essere diventato papà ti ha influenzato nella realizzazione di “Dentro e fuori”? Come rimani “In equilibrio” oggi, quali “Segreti” custodisci e vorresti trasmettere, ricollegandoci anche alle tracce numero 3 e 5 del disco?
L’universo è in movimento. L’equilibrio è fondamentale!!
Non puoi stare fermo sulle tue posizioni, tutto continua a evolversi.
Tutto cambia continuamente!
La semplicità con cui mio figlio vive la musica mi ha insegnato tanto. Così come affronta tutto. Sa immediatamente se una cosa gli piace e lo coinvolge. Se non lo interessa non si fa problemi. Come tutti i bimbi vive d’istinto. Cosa che crescendo disimpari. Diventi vittima di tutti i condizionamenti che subisci. Allora alcune cose non si fanno a priori, nella musica crei delle barriere che ti allontanano dalla forza del suono, dal suo vero significato ancestrale. Inizi a giudicare tutto e la vita diventa sempre più frutto della logica.
Azzittendo il cuore.
Questo mi ha insegnato mio figlio e l’ho capito quando ho ricevuto questo input dall’alto. Il mondo dai tuoi occhi. Poche parole che spiegano tante cose. Una foto più che parole. Un modo di comunicare che ha solo il cuore, mentre la mente continua a parlare, parlare…
“Segreti” non ne custodisco molti. Anzi ho sempre pagato il fatto di essere troppo sincero e limpido.

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Veniamo al capitolo della promozione del disco. Qual è lo spirito che ti ha mosso verso la pratica dell’instore e come hai affrontato le date, tra Varese, Verona, Torino, Milano e Roma? Quali sono i feedback che hai ricevuto dal pubblico? Hai qualche aneddoto, in merito, che vorresti raccontarci?
Già con Primo mi era capitato di fare il giro dei negozi ed è una cosa che mi piace molto. È super poter stringere la mano e ringraziare chi ti sta supportando. Un cd costa così poco, eppure oggi sembra che comprarli sia uno sforzo enorme. Ho amici in tutta Italia e basterebbero loro a farmi vincere un disco d’oro all’istante. So che preferiscono supportare altri artisti, mentre a me chiedono se glielo regalo. Sono sempre stato disponibile dopo i live per una chiacchiera o una foto, ma non è un atteggiamento che ripaga. La gente preferisce gli artisti che non riesce ad avvicinare. I manager e le etichette lo sanno e fanno bene a tenere lontano gli artisti dal pubblico. Gli addetti sanno cosa la gente vuole e se danno consigli agli artisti non è per controllarli, sanno molto bene come si comporta il pubblico e non posso dargli torto. Io mi sono sempre comportato come meglio credevo, non ho avuto un manager negli ultimi quindici anni, ma il business ha delle regole ben precise. Purtroppo la gente sembra rispondere alla perfezione a questi cliché. Guarda l’underground italiano. Come fa a piacerti un gruppo Underground e non supportarlo?!? Tanti sul web sono bravi con le parole e dai commenti sembrerebbe che tutti siano cresciuti con il “rap” vero. Eppure che fine ha fatto l’underground italiano? Molti hanno dovuto cercarsi un lavoro babilonese…

Ascoltando il disco, ho avuto modo anche di leggere qualche altra tua intervista pubblicata recentemente. Mi ha incuriosito in modo particolare la tua voglia/speranza di poter parlare del disco “Dentro e fuori” e di te stesso come uomo e artista, in quelli che hai definito “salotti importanti”. Immagino che la tua volontà sia spinta dalla voglia di poter arrivare ad pubblico ampio, per numero e tipologia, così da poter trasmettere in qualche modo il tuo essere artista. Ho letto questa tua richiesta in chiave paterna, non a caso oggi lo sei. Ovviamente, il nostro portale non può concederti questa platea, ma sono troppo curioso di sapere da te quali sono le questioni che vorresti affrontare, svincolandoti, in questa situazione, dal tuo mezzo di comunicazione principale, ossia la musica.
Ci sono argomenti che all’estero sono molo attuali. Le nuove scoperte della fisica quantistica, nuove scienze come la cimatica, la permacultura. Parlano di noi è come dovremmo rapportarci al pianeta e a noi stessi. Stiamo vivendo un periodo storico così importante.
Conoscendo il paese purtroppo capisco che Masterchef sia più interessante e Cristina Parodi sia di più facile comprensione rispetto a Nassim Haramein (cercatelo su Facebook). Ogni piazza in cui sto suonando quest’estate non trovo altro che stand di cibo e cuochi al lavoro. Se poi quel cibo è gonfiato chimicamente poco importa, oggi non conta la sostanza, ma vincere la gara di presentazione. E’ come impiatti che conta  senza voler fare polemica comunque, sto solo facendo dell’ironia. Però trovo che siano ragionamenti importanti, magari è difficile trovare questa apertura nei media tradizionali. Vuoi mettere un bell’omicidio tra teen-ager rispetto alla noiosa permacultura?  Reinverdire deserti oggi è possibile, ma a chi interessa? Meglio che la desertificazione aumenti, tanto ci rinchiudiamo in città tecnologicamente avanzate. Poi se il pianete collassa siamo quasi già pronti a spostarci su un altro, come un virus.
Esiste un’alternativa alle logiche legate alla finanza che guidano oggi il mondo. Queste alternative sono importanti perché stanno dando nuovo ossigeno (nel vero senso della parola) ad un pianeta che sta soffocando. Si può fare finta di niente ma in realtà sono riflessioni che toccano la nostra vita quotidiana più di quanto crediamo.

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Purtroppo questa è la fine del nostro spazio e di conseguenza passiamo ai saluti. Ricordaci dove possiamo rimanere sempre aggiornati su tutte le tue novità. Tormento, noi fan e addetti ai lavori ti ringraziamo tutti per la disponibilità, dimostrata anche in questa occasione, ma soprattutto per la tua musica che ci accompagna nelle nostre vite ormai da tanti anni, nella speranza che continui a farlo per altrettanto tempo. Grazie!
Che belle parole!!! Grazie davvero!! Sono frasi del genere che mi hanno spinto nei momenti più difficili della mia carriera. Trovate le mie pagine come TormentoOfficial, sia su Facebook che Youtube.
Vi voglio bene Broders en Sistaz e anche quando propongo riflessioni scomode lo faccio con la speranza di cambiare in meglio le cose. Vorrei chiedere un po’ a tutti di sforzarsi di cooperare. L’ego è difficile da azzittire, ma abbiamo un compito importante verso i nostri figli e noi stessi. Senza doversi per questo sacrificare o fare la fame. Il vostro benessere viene prima di tutto ma se è possibile, senza che siano altri a pagare per il nostro benessere. Molti insegnamenti antichi sono oggi molto utili. Non pensiamo che il futuro sia l’unica chiave, spesso nel passato troviamo i consigli migliori.
Ma soprattuto, brillate qui e ora!
Siate felici qui e ora!
È questo che conta davvero.
Se chiudi gli occhi, respiri e lo fai con consapevolezza, ti accorgi di quanto siano inutili molti dei problemi che ci facciamo.

Intervista a cura di Jammai
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