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Intervista

“Phoenix”: leggi l’intervista a Uzi Junkana

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Approfittando della pubblicazione di “Phoenix”, noi della redazione de La Casa Del Rap abbiamo deciso di scambiare qualche battuta con il suo artefice, ovvero Uzi Junkana. Lo abbiamo fatto perché il nuovo progetto ci ha incuriositi parecchio e volevamo capire meglio grazie al suo aiuto qual è l’obiettivo del progetto, dopo un percorso artistico fatto di tanti lavori, di tanta musica, di tante collaborazioni, frutto di un impegno sempre costante e di una dedizione verso questa passione che si può davvero riconoscere solo a pochi nell’ambiente del rap nostrano. Prima di lasciarvi alla lettura, vi ricordiamo che “Phoenix” è disponibile in free download da: www.uzijunkanaofficial.com

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Grazie Uzi per averci concesso un po’ del tuo tempo rispondendo alle domande della nostra redazione. Partirei senza indugi dalla data del 2 Ottobre. Cinque anni fa infatti, in questa precisa data, era il 2010,  usciva “Tempo di splendere”, il tuo primo progetto ufficiale da solista. Passato appunto questo quinquennio ci proponi “Phoenix”, un lavoro che ha avuto un percorso complesso prima della sua pubblicazione e lo hai presentato come segno di rinascita per il tuo futuro musicale. Volevo chiederti, cosa rappresenta per te questa data al 2010 e al 2015?
Ciao ragazzi, sono io che ringrazio voi per lo spazio che mi concedete.
Ho voluto fare uscire il disco il 2 Ottobre, perchè “Tempo di splendere” è stato un passo molto importante, quello di mettermi in gioco nella scena.
Dopo tutti questi anni, le vittorie, i fallimenti, le delusioni e la voglia ancora di crederci, avevo bisogno di una data importante e significativa sia per me che per i fans. Ho scelto quindi il 2 Ottobre, perchè so che i miei “fraris” si ricordano bene questa data.
“Phoenix” vuole essere una rinascita, dopo tutte le cose che son successe in questi due anni, e che mi hanno letteralmente buttato giù e non ti nego fino a perdere le speranze, ma questa è la mia forza, la voglia di rialzarsi sempre dopo ogni sconfitta.
Nel 2010 lo facevo per problemi personali miei dell’infanzia e dell’adolescenza, ora i problemi son cambiati, potevo o mollare o rinascere.

Per arrivare a “Phoenix”, mi piacerebbe sapere da te, se mai ti sei interrogato sul perché, come mai “Tempo di splendere” è per i tuoi fan il tuo progetto meglio riuscito, quello a cui in un modo o nell’altro tutti si sono affezionati moltissimo sia per la qualità che per la spontaneità del lavoro? Tant’è che i fan lo considerano il metro di paragone per tutti i tuoi lavori successivi, ed è un fatto. In merito a questo ti chiedo anche se c’è un legame tra questo ragionamento e la scelta di chiudere “Phoenix” con la traccia “Tempo di splendere pt.2”, ancora sulla base con Kiquè?
Certo che me lo son domandato. E mi sono anche dato una risposta. “Tempo di splendere” è un classico dell’underground!!!
Ero affamato, non che ora non lo sia, ma ero giovane, un po’ inesperto e incazzato e me ne fregavo assolutamente del giudizio delle persone.
Questo ha dato una spontaneità irripetibile. C’è anche da dire che nel 2010 il rap che ascoltavo mi ispirava molto di più di adesso, e io solitamente cerco di rielaborare tutto quello che mi piace e riproporlo nei miei album. Evidentemente questa cosa era stata recepita positivamente.
C’è da dire che ero molto ambizioso e molto più sognatore, ora che son cresciuto sono più realista, non che non sia più ambizioso o non creda più ai miei sogni, ma sono cresciuto, ho preso delle inculate, ho visto come funzionavano le cose, come son cambiate le persone e questo ovviamente ti fa cambiare e vedere le cose da una prospettiva differente, e la mia musica che è uno specchio della mia vita ne risente.
Ora però nonostante tutto e il periodo buio che ho passato, ho sentito riaccendersi la passione che mi ha sempre spinto a fare musica.
Ho capito che la musica deve venire dal cuore, dall’ispirazione e i ragionamenti, la nostalgia etc. non fanno altro che bloccarti invece di renderti più produttivo. Durante “Tempo di splendere”, avevo un’idea, la realizzavo e funzionava.
Quindi da ora farò sempre così, ma aspettarsi un “Tempo di splendere 2015” credo che sia sbagliato, ogni disco segna un epoca.
Sicuramente riascoltandolo penso sia ancora un disco bellissimo anche se ci sento in alcuni punti un po’ di immaturità.
La traccia “tds 2” mi è venuta dal cuore e credo che ci stia benissimo in Phoenix, a me fa venire i brividi credo che questo l’abbiano recepito anche i miei fans. Il beat è di Kennedy, Kiquè suona la talkbox come nella parte 1.

Il processo di lavorazione e pubblicazione legato a “Phoenix” come si è sviluppato? I singoli hanno anticipato di molto l’uscita ufficiale del lavoro, e in questi due anni che separano “Amore e rabbia” (disco ufficiale) e “Underrated” (mixtape), usciti nel 2013, da “Phoenix” avevamo capito che qualcosa era cambiato nel tuo approccio verso la promozione ai tuoi lavori. Ti eri espresso così a maggio su facebook: “Non ho più 20 anni e non ho intenzione di regalare dischi su internet giusto per non lasciarvi senza niente. Da ascoltatori so che non potete immaginare quanto serva per fare un disco veramente ben fatto, e non sapete quante ne ha passate questo cd fino ad ora. Ora come ora potrei farlo anche uscire, ma non sarei soddisfatto al 100% e non mi va di prendere in giro me stesso e i miei supporters. Per ora quindi non posso ancora darvi una data d’uscita, ma vi posso dire che sto cercando di risolvere tutti i problemi nel migliore dei modi per farvi avere un terzo disco che soddisfi me e voi il prima possibile.”. Se possiamo saperlo, cos’è successo? Cosa bolliva in pentola o cosa non è sbocciato?
Sono mancato per due anni, anche se in realtà non è proprio così, perchè credevo molto in questo album.
Avrei voluto una promozione degna, un ufficio stampa, dei soldi per fare video di livello, insomma tutti i supporti che avevo avuto in “Amore e rabbia” e che da solo senza investimenti era difficile avere, questo mi ha fatto entrare un po’ in panico, per la paura di deludere le aspettative. Per fare musica ho bisogno di stimoli ovviamente e so che fare un disco importante per qualcuno me li avrebbe dati, questo è stato un problema perchè non sono arrivati e per vari problemi ho dovuto riregistrare il disco 3 volte in 3 studi differenti, è stato snervante e frustrante. Io ho bisogno di essere seguito e costantemente stimolato altrimenti mi perdo.

Ancora prima del post riportato in precedenza, ad inizio 2015, ti eri espresso così: “Il 2014 è stato un anno di merda, e non vi nego che ho anche pensato di smettere per un po’, il rap mi ha dato tanto ma mi ha tolto di piu’.”. Ad oggi qual è il tuo stato d’animo in merito? Anche dopo aver ribadito che “Phoenix” vuole rappresentare la rinascita tua e del tuo rap!
Ti ripeto a 27 anni hai problemi differenti di quando ne hai 20.
Amo il rap, ma purtroppo non vivo di quello, ma so che i miei ascoltatori e supporters vorrebbero roba di qualità, video di qualità e vedermi al top, perchè sanno che me lo merito. Pensare a questa cosa mi ha bloccato, oltre tutti i problemi personali che avevo in quel periodo.
Per fortuna son riuscito a riprendere le redini di tutto e tra mille difficoltà ho finito il disco. Questa è stata la rinascita in sè, non mollare mai, che poi è il messaggio principale che voglio dare nella mia musica.

Mi sembra di aver capito che tutta questa vicenda sia sorta, oppure solo sfociata, dopo aver realizzato e pubblicato il tuo precedente disco ufficiale, ossia “Amore e rabbia”. Ti andrebbe di farci, ad oggi, un tuo personale resoconto su quel disco? Un progetto di indubbia qualità, molto vario per i temi trattati, per le sonorità con le quali ti sei confrontato con successo e per la maturità espressa in tracce che raccontano le tue passioni, valori ed emozioni. In questo resoconto qual è stato il tuo rapporto con Amir e Red Carpet Music, label che ha prodotto il disco? Perché le strade si sono separate, almeno professionalmente, dato che comunque hai collaborato per una traccia di “Radio inossidabile Vol.3” dello stesso Amir, e da poco fuori.
Non è proprio così o meglio non direttamente.
L’etichetta poteva darmi tutti quei supporti che da solo non potevo avere, ma dopo essere uscito da Red Carpet ci son stati alcune situazioni spiacevoli esterne al fatto della Label che mi hanno bloccato, ma non mi va di parlarne.
L’etichetta ha fatto degli errori, io ne ho fatti altri, se devo essere sincero mi dispiace, ma non mi va più di parlarne perchè ho intrapreso un altra strada.
Amir è un fratello, mi ha sempre trattato come tale ed è stato l’unico che ha creduto davvero in me da spenderci soldi e tempo.
Per fortuna riesco ancora a dividere le persone e il lavoro, anche se a volte non è facile.

Addentrandoci tra le tracce di “Phoenix” bisogna soffermarsi su “Via” con la collaborazione di Canesecco. E’ incredibile come quando sulla traccia ci siete voi due, riuscite ad emozionare e a trasmettere passione e forza. Anche in “Non scendere più”, contenuta in “Underrated”, mi avete steso per la sincerità. Cosa vi accomuna in questo modo, per arrivare a risultati di questo livello?
…ahahah!!! Non lo so, quando una traccia viene dal cuore si sente. Forse sempre per quel discorso dell’ispirazione di cui ti parlavo prima. Quel pezzo è uno dei più belli che ho fatto secondo me.

Analizzando attraverso l’ascolto il progetto si nota una piccola assenza e mi riferisco ad Ibo Montecarlo, che invece, con i Mentispesse al completo è presente sul disco “Kingpin” del tuo compagno di scuderia Parabellum Lil’Pin. Tra l’altro con Ibo avete dato vita anche a “24.07” uscito nel 2014, parto da questa scusa per chiederti se avevi bisogno di confrontarti con altri su questo disco? Come sono nate le collaborazioni fruttuose con Johnny Marsiglia e Riky, per esempio?
Sì, avevo bisogno di confrontarmi con altre persone e altri feat., che sinceramente sono tra le collabo che mi piacciono di più. Stimo sia JM che Riky ed era tempo che volevamo collaborare.

Tra le tracce che più mi ha impressionato, nonostante io apprezzi moltissimo il tuo lato più introspettivo, segnalando “Come sei tu”, “Confidenza con me stesso” e “Il mio bicchiere su”, devo dire che c’è sicuramente “Cinema del flow”. Prodotta da Vox P, è l’essenza dell’hip hop dove ti esprimi con il tuo stile e flow più aggressivi  chiudendo le barre con pezzi americani che ti hanno ispirato. Come sei arrivato a realizzare la traccia?
Ti ringrazio, l’idea mi frullava da tempo e stavo già pensando di fare una cosa del genere.
Un giorno Vox P mi ha passato sto beat e mi son detto “cazzo questo è perfetto per quell’hiphopata che volevo fare!!!”.
In più volevo marcare ancora di più la mia duplice attitudine nel rap, ci sono momenti in cui ascolto rap francese, o Kendrick o roba attuale del 2015 e ci sono i momenti in cui mi ascolto i dischi vecchi e i classiconi, avevo bisogno di fare un tributo a tutta quella roba che mi ha fatto innamorare del Rap.

Ti andrebbe di spiegarci il perché hai deciso di inserire dei dialoghi in italiano estratti dal famoso film “Seven” del 1995 diretto da David Fincher?
“Seven” è uno dei miei film preferiti, penso sia uno dei thriller più fighi di sempre. Quel dialogo tra Mills e Sommerset mi era rivenuto in mente nei giorni in cui stavo chiudendo la traccia, e parla proprio di cose che sento mie in questo periodo, l’apatia come fuga quasi dalla vita quotidiana e dai problemi, l’apatia della società che ci circonda. Diciamo che un po’ mi rivedo in tutti e due gli interlocutori: “Il disilluso” e il “rivoluzionario”, io sono entrambi. Poi la frase della fine del pezzo, quello dove dice “non credo che tu molli perchè sei convinto delle cose che dici, ma credo tu te ne voglia convincere perchè molli”, mi ha veramente aiutato, perchè era quello che stavo facendo io.

Vorrei concludere questa corposa carrellata di domande e risposte, chiedendoti qual è stata la risposta della tua fan base al progetto in questo lasso temporale che ci separa ormai dalla pubblicazione di “Phoenix”. Cosa ti senti di dirci in merito? Ho letto che non era ancora passata una settimana dall’uscita ed eri già oltre i 3.000 download…
I miei fans son stati fantastici, ho ricevuto un sacco di complimenti e di calore proprio da parte loro. Non farò dei numeri grandissimi, ma la cosa certa è che ho delle persone che mi seguono, mi ascoltano e credono in me. Questo non ha prezzo. Ci tengo a dirti che dopo questa scelta del freedownload son stato contattato da Musicraiser per fare un pre-order del cd fisico con loro, quindi credo che i miei fans saranno contenti di questo.
Certo non è facile sognare e rimanere coi piedi per terra, quindi a volte mi prendo male perchè vorrei anche io tutte quelle cose che hanno altre persone di dubbio livello. Ti spiego, in quasi 10 anni di carriera ormai ho capito che il talento e la bravura non bastano. Ma ormai credo che lamentarsi non serva a nulla, bisogna lavorare sodo per arrivare ai risultati, e se i miei fans saranno sempre dalla mia parte potremo fare grandi cose.

Chiudendo, io e i ragazzi della redazione de La Casa Del Rap ti ringraziamo per la tua immensa disponibilità, visto il taglio di alcune domande, che però ci tenevo immensamente a sottoporti. Ti ringraziamo poi per la tua musica che ormai ci accompagna da tanto tempo e speriamo lo faccia ancora con nuovo materiale, perché il tuo flow è sempre qualcosa di magico per chi lo riesce ad apprezzare. Speriamo che questo spazio sia stato costruttivo per te quanto lo potrà essere per noi e per i nostri lettori. Nel salutarci, segnalaci quali sono i tuoi canali social ufficiali per restare sempre aggiornati sulle tue novità?
Io ringrazio voi per l’interessamento e per le domande.
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e ovviamente sul mio sito ufficiale www.uzijunkanaofficial.com
Un saluto a tutti il lettori del portare e un fraaaaaari ai miei supporters!

In bocca al lupo per tutto. A presto!

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Intervista a cura di Jammai
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