Segui le nostre dirette sul canale IGTV di @lacasadelrap

Intervista

Doro Gjat: “Vai Fradi”. L’intervista

DoroGjat.jpg

Ciao Doro Gjat, benvenuto ne La Casa Del Rap. “Vai Fradi” è il tuo primo lavoro solista, dopo aver calcato per molti anni la scena con i Carnicats. Com’è nato questo disco? Cosa ti ha spinto a voler intraprendere questa nuova avventura solista?
Ciao La Casa Del rap e grazie di cuore per lo spazio che mi concedete! Dunque, quando mi fanno questa domanda io rispondo sempre dicendo che non ho “scelto” di fare un disco solista ma che l’ho piuttosto “sentito.” Nella primavera del 2013 mi sono trovato a un bivio importante nella mia crescita, sia artistica sia personale: non ero contento del mio lavoro, non ero contento dei miei traguardi e (soprattutto) non ero contento del mio percorso nel mondo della musica. Dopo un anno molto intenso (“Nel frattempo mixxtape” dei Carnicats era uscito meno di 12 mesi prima) mi sentivo insoddisfatto, avevo bisogno di spalancare le finestre della mia creatività e creare un bel giro d’aria che rinfrescasse l’atmosfera. È stato allora che ho deciso di cominciare a lavorare al mio disco solista e l’etichetta indipendente ReddArmy è stata (come al solito) l’habitat perfetto per dare linfa vitale a tutto il progetto. Facendo due conti (se le mie skill in matematica non mi ingannano) parliamo di un lavoro lungo due anni e mezzo! Né più né meno!

kQmHmPy

Musicalmente “Vai Fradi” appare molto diverso dal resto dei prodotti usciti in questo 2015. Le produzioni musicali, infatti, sono state affidate a molti nomi che con il panorama rap c’entrano poco o nulla. Infatti troviamo il chitarrista Gianni Rojatti, Davare, Zeno e la Carnicats Live Band. Come mai la scelta di queste sonorità? Durante i live sarai accompagnato dalla band?
Ecco, sentire che viene definito “diverso” mi rende un sacco felice perché è esattamente il risultato che volevo ottenere. Da estimatore dell’hip hop italiano quale sono, soffro molto nel constatare che c’è veramente poca ricerca, poca creatività nella scena italiana, oggi come oggi. C’è invece tanta emulazione, spesso selvaggia, senza ritegno. Voglio dire: se prendo una qualsiasi corrente d’oltreoceano e ne ricalco i suoni, le tematiche, i flow, le metriche va a finire che rendo sterile e ripetitiva una cosa potenzialmente fertile come può essere l’hip hop. E dire “io non ho l’ambizione di fare l’artista, sono solo un rapper” come fanno alcuni non aiuta, dal mio punto di vista. Anzi, peggiora la situazione. Sull’onda di queste riflessioni mi sono approcciato alla creazione di “Vai fradi” con in mente l’obbiettivo ben preciso di creare qualcosa di “diverso”, appunto. Qualcosa che non fosse evidentemente riconducibile a una qualsiasi micro-tendenza americana. Ed ecco perché ho collaborato con musicisti di estrazioni diverse, ho creato un mash-up linguistico che fonde inglese, italiano e friulano, ho limitato i campionamenti al minimo e ho prediletto invece gli arrangiamenti originali. C’è una sezione di fiati balkan in un pezzo clubbing e una chitarra anni ’80 su un beat sincopato con evidenti echi euro-dance… Capisci cosa intendo? Volevo che fosse particolare, volevo che fondesse elementi vecchi per creare qualcosa di nuovo. E spero di esserci riuscito.

Leggi anche:  Il Guru pubblica il video Nord-Est feat Doro Gjat

Il filo conduttore del disco, per quanto riguarda i testi, è l’identità territoriale. Qual è il messaggio che vuoi dare a chi ti ascolta?
Che non dobbiamo avere paura di raccontarci per quello che siamo. Soprattutto quando è di arte che si parla è estremamente importante non avere paura di esprimere se stessi senza filtri. Sei un provinciale medio borghese cresciuto a due passi dai campi di pannocchie? Allora trova un modo di incanalare te stesso, per quello che veramente sei, attraverso una qualsiasi forma d’arte. Non parruccare, non venire a raccontarmi che nelle case popolari dietro casa dei tuoi genitori c’è chi spaccia le panette e che tu sei cresciuto con i “brutti” del quartiere solo per avere una scusa per fare la trap come ad Atlanta. Trova invece qualcosa di interessante e di “veramente vero” da raccontare, qualcosa che abbia senso per te e per chi ti ascolta.

Da “Vai Fradi” sono già stati estratti i video della titletrack e di “Ferragosto”. Hai in cantiere altri video?
Assolutamente sì, vorrei farne almeno un altro paio. Chiaramente di mezzo ci sono diversi discorsi che vanno chiariti, non ultimo quello economico. Abbiamo uno standard molto alto per quanto riguarda i videoclip e mi rifiuto di abbassare la qualità per soddisfare la domanda, se capisci quello che intendo. Spero di poterne produrre un altro in tempo per la primavera e uno per l’estate ma tutto dipende, come ho già detto, dal bilancio.

Leggi anche:  Cover & Tracklist: “Doro Gjat - Vai fradi”

Stai già lavorando a progetti per il futuro? Sia come solista, sia con i Carnicats.
Al momento no. Anche se sono uno di quelli che stanno bene solo quando scrivono, con l’età ho imparato a limitarmi: c’è bisogno di ricaricare le batterie e c’è bisogno di pensare alla promozione dei prodotti appena usciti prima di dedicarsi alla scrittura di quelli nuovi. Per ora mi concentrerò sulla dimensione live: ho pronto un live set per il mio disco con un batterista (Elvis Fior) e due polistrumentisti (Marco Badini chitarra e synth e Giacomo Santini basso e percussioni) che spero di portare in giro nel 2016. E poi c’è la Carnicats Live Band (la band dei Carnicats) che ha spaccato tutti i palchi sui quali è salita negli ultimi due anni e che continuerà a portare in giro la musica dei Carnicats e quella di Doro Gjat per tutto il prossimo anno.

L’intervista è giunta alla fine. Prima di salutarci, però, ricordaci come rimanere sempre aggiornati sulle tue fatiche musicali e dove è possibile reperire “Vai Fradi”.
Facilissimo, basta andare sul nuovissimo sito dei Carnicats: www.carnicats.com Poi mi trovate sui social aggiungendo /dorogjat e /carnicats su Facebook. Instagram, Twitter e Youtube. “Vai Fradi” invece lo potete trovare sui principali digital store (iTunes, Google Play e Amazon) in formato digitale e scrivendo a [email protected] per informarvi sulla copia fisica e su come reperirla.

Leggi anche:  L’artista inglese Joss Stone ha collaborato con Doro Gjat

Intervista di CarmeloJP
Conosci meglio

Rapper, cantante, speaker radiofonico, sneakerhead e streetwear addicted, detentore della verità assoluta. Il tuo idolo vorrebbe essere me.
Ti potrebbe interessare
News Ita

Doro Gjat contro il cambiamento climatico: esce Fuori stagione

Nuova uscita

Orizzonti verticali è il nuovo album di Doro Gjat

News Ita

Il Guru pubblica il video Nord-Est feat Doro Gjat

News World

L’artista inglese Joss Stone ha collaborato con Doro Gjat

Iscriviti alla nostra Newsletter