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Luchè ci racconta l’album “Malammore”

Luchè

 

­­Sono passati due anni da “L2” ultimo disco di Luchè, ma al prossimo manca davvero poco. Anzi, è già sugli scaffali dei negozi di dischi e su tutte le piattaforme di musica digitale. Esce oggi 15/07/2016 “Malammore”, il terzo lavoro da solista dell’ex componente dei Co’Sang e che è stato anticipato da “Il mio nome”, primo singolo con video, “O’ primmo ammore”, lanciato durante il decimo episodio della seconda stagione di Gomorra e la traccia “Bello” con Guè Pequeno. L’album, che segna il debutto di Luchè in major (Universal Music italia), è arricchito da brani come “Nisciun” e “E ‘cumpagne mie” inserite nella release ufficiale di “Malammore” come bonus track a chiusura del progetto.
Insieme al disco esce oggi anche il singolo “Che dio mi benedica”, “una canzone che difficilmente ci si aspetta da me. Parla di un ragazzo che non si piace, che ha dei complessi e che sta uscendo da una relazione con una donna. È una cosa che ho vissuto sulla mia pelle, ognuno di noi ha delle insicurezze, si odia per qualche motivoracconta Luchè a LaCasaDelRap.

 

Evitiamo di fare passi più lunghi della gamba. “Malammore” non è un richiamo al personaggio di Gomorra, anche se il collegamento con “O’ primmo ammore” potrebbe suggerirlo. Si riferisce invece al suo primo tatuaggio, fatto a 17 anni. La parola, per chi non masticasse il napoletano, esprime “la passione, l’amore, ma anche il dramma. Racchiude un po’ il mood del disco” ci ha spiegato proprio Luchè.Malammore è un disco molto personale, introspettivo racconta di me stesso, di storie d’amore, ma allo stesso tempo contiene pezzi più energici. Racchiude ciò che ho vissuto negli ultimi due anni. È un cd molto intenso”. La ricerca del sound lo ha portato lontano dal gangsta rap dei Co’Sang, e infatti “ci saranno pochi pezzi come “O’ primmo ammore”. Possiamo dire che tracce come questa siano un’evoluzione del modo di trattare le tematiche di “Chi mmore pe me”, visto che parlo della strada come di una donna. Così come “Quando non ero nessuno”, in cui racconto me stesso, ma in una chiave particolare. In generale però ho voluto staccarmi dallo stile che mi ha reso famoso, da quei tempi sono cambiato molto. Bisogna evolvere i propri concetti e il proprio modo di esprimerli se no si finisce col ripetere una formula che fa scadere l’arte in un lavoro di routine. In ogni caso in questo disco ho preferito dare più spazio a me stesso rispetto al contesto in cui ho vissuto”.

 

 
Il disco è lungo e vario: 19 pezzi. Ma tra queste ci sono 3 bonus track e i due pezzi in napoletano, che sono già usciti. “Dopo 2 anni non volevo uscire con un lavoro corto. Avevo bisogno di bilanciare le varie sonorità del disco, e considerando le canzoni già uscite, se avessi tagliato qualche pezzo dalla scaletta sarebbe rimasto un lavoro incompleto. Malammore è molto vario, ci sono bangers, pezzi conscious, canzoni d’amore e anche una cover di Vasco“, mette in chiaro.

 

E seguendo il filo, per raccontare sé stesso ha chiamato alcuni amici. Scorrendo la tracklist infatti saltano all’occhio i featuring con Guè Pequeno (“Bello”), la cui prima collaborazione risale a Roccia Music (2006) se non prima, Baby K (in “Quelli di Ieri”) e Coco (“Cos’hai da dire” e “Fin Qui”).  “Il pezzo con Guè è bello tosto! Fatto di punchlines su una produzione po’ tamarra. Ci siamo divertiti a farlo perché entrambi abbiamo anche questo stile in repertorio. Con Baby K invece ho fatto un canzone che parla d’amore. Il beat l’ho fatto io, è molto soulful. Volevo un pezzo cantato ma volevo farlo con persone che conosco bene. Io e Baby K siamo amici da moltissimi anni e sapevo le sarebbe piaciuto. Così è stato, ha accettato di collaborare e ha fatto un ritornello che mi piace molto. Coco lo seguo dagli inizi, siamo molto amici. Insieme stiamo creando un movimento che racchiude il nostro sound, il nostro stile, il nostro stile di vita” e queste tracce ne sono un segno.

 

 
Anche sulle produzioni c’è una sua forte impronta. Sulle 19 tracce, 4 strumentali portano la sua firma. Per le altre invece lavora “più o meno sempre con le stesse persone: Geeno, con cui collaboro dai tempi dei Co’Sang, D-Ross, che mi segue da quando ho iniziato la carriera solista, Star-t-uffo, molto brava a fare i beat. E poi c’è Ferro, Aru, Dj Fedele, un giovane napoletano che ha creato la strumentale del pezzo con Guè“. Ma un po’ di sé stesso lo ha inserito in ognuno dei pezzi. “Io comunque, anche quando non produco, partecipo alla fase creativa“.

La sua mano sul lavoro artistico è molto forte, anche perche ha “firmato con Universal a disco finito. La tracklist era già pronta e non c’è stato nessun intervento su di essa. Il mercato hiphop è formato da un certo numero di persone che acquistano i dischi, sta ai rapper contendersele. Se c’è il singolo ben venga, ma non è nemmeno detto che poi le radio lo passino. Il singolo non cambia il corso di un disco, è l’artista che tira. Io fortunatamente ho una grande fanbase, sviluppata in tanti anni di underground. All’etichetta fa comodo avermi dalla loro parte, senza modificare il mio sound“.

E meno male che “le major non mi vogliono perchè il mio sound è violento“.

Luch Malammore
 

 

Francesco
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