
Benvenuti alla nuova puntata, la numero 8, di Zoom In! L’ospite di questo approfondimento è Murubutu – al secolo Alessio Mariani, rapper e professore classe ’75 nato a Reggio Emilia e fondatore del collettivo La Kattiveria – che ci racconterà traccia dopo traccia “L’uomo che viaggiava nel vento e altri racconti di brezze e correnti“, il suo nuovo album ufficiale uscito per Mandibola Records / Irma Records e disponibile dal 14 ottobre 2016 in tutti gli store digitali e in copia fisica in tutti i negozi serviti da Selfie. “L’uomo che viaggiava nel vento” è il quarto progetto solista di Murubutu, dopo “Il giovane Mariani e altri racconti“, “La bellissima Giulietta e il suo povero padre grafomane” e “Gli ammutinati del Bouncin’ ovvero mirabolanti avventure di uomini e mari“. A questo progetto costituito da 14 canzoni hanno partecipato Rancore, Dargen D’Amico, Ghemon, La Kattiveria, Dia, Dj T-Robb e Amelivia, mentre le produzioni sono state realizzate da XxX-Fila, Il Tenente, Dj West, Kintsugi e Muria. Il vento, che esiste da sempre ed è uno dei fenomeni metereologici che più ha inciso sulla formazione del nostro pianeta come lo percepiamo oggi e che ha avuto ed ha un ruolo fondamentale nella creazione della vita – basta pensare all’impollinazione -, si presta benissimo come filo conduttore dell’album, dando la possibilità all’artista di lasciarsi trasportare da paesaggio in paesaggio e dunque di storia in storia, insieme a lui. Ogni album di Murubutu è un viaggio intimo per l’ascoltatore e questo non è da meno. Dunque lascio la parola a Murubutu che ci guiderà, traccia dopo traccia, attraverso le 14 tappe di questo viaggio.

cover: Murubutu – “L’Uomo Che Viaggiava Nel Tempo” (2016)
01. Anemos
Voleva essere un’introduzione poetica al vento, è una cosa che non faccio mai. Si tratta di una canzone originale nel senso che ha una base non simile a quelle che uso tradizionalmente, un po’ più sperimentale. In secondo luogo, non è uno storytelling ma è un flusso di coscienza, quindi volevo aprire l’album dando la sensazione di sperimentazione.
02. La Bella Creola
“La Bella Creola” è ispirata da un romanzo che mi è piaciuto molto di Miguel Bonnefoy, “Il Meraviglioso Viaggio di Octavio”, che viene considerato il punto di riferimento per la letteratura del realismo magico latino-americano. In primo luogo mi è piaciuto per la scrittura in alcuni passaggi e in secondo luogo perché parla dell’istruzione, che è una cosa a me molto cara facendo l’insegnante.
03. Grecale
Grecale ha una base notevole che già fa l’80% del brano. È stata prodotta da Fila che è il beatmaker prevalente all’interno dell’album. È una storia che inizialmente avevo scritto su un’altra base e che in un secondo momento ho voluto riscrivere su questa base perché mi sembrava più suggestiva. È una storia vera che ho letto in un libro di auto-aiuto che si intitola come la frase che chiude la canzone: “I Ciechi Sognano Il Buio”.
04. Scirocco feat. Rancore
Ho chiesto a Rancore di collaborare perché mi sembrava un’ambientazione, sia narrativa che musicale, adatta al suo stile. Ci tenevo particolarmente a collaborare con lui perché è capace di creare immensi mondi e quindi mi sembrava l’ideale parlare di una storia di fuga.
05. Mara e il Maestrale
È la mia canzone preferita. Ho impiegato due settimane, o poco più, a scriverla perché mi sono documentato molto rispetto alle migrazioni che passarano alla Francia dall’Italia. Infatti ci sono riferimenti che forse non tutti colgono come “avrebbe trovato da lavorare nel sale” che parla delle saline in cui lavoravano gli italiani che migravano in Francia. È una storia classica rispetto al mio standard ed è la terza parte di una trilogia che parla di un rapporto tra amore e patologia, di cui il primo episodio è “Anna e Marzio” e il secondo “I Marinai Tornano Tardi”.
06. Bora
Volevo fare un pezzo in extrabeat e la base mi sembrava l’ideale. È un pezzo che nonostante, tra virgolette, sia uno dei più violenti e aggressivi dell’album parla delle paure di un bambino, che ovviamente sono metafore di un disagio psichico.
07. Dafne Sa Contare
È stata la prima canzone che ho scritto dell’album e ha un campione suonato da Fila ma consigliato da me. Parla di un episodio accaduto realmente nella mia scuola, anche se io l’ho romanzato, ed è un fenomeno decisamente esteso che è quello dei matrimoni coatti.
08. Levante feat. Dargen D’Amico & Ghemon
In questo caso ci tenevo ad avere tre prospettive di scrittura diverse in base ad ogni autore, ma non che si confrontassero su uno storytelling ma piuttosto su un flusso di coscienza. Il risultato finale mi è piaciuto molto.
09. Linea di Libeccio
Parte tutto da un testo di testimonianze sulle spose di guerra, come vennero definite le ragazze che seguivano i soldati stranieri quando ritornavano in Patria. Quindi è tratto da storie vere, anche in questo caso mi sono documentato, e ho sviluppato una storia chiaramente drammatica che ne restituisce anche un po’ le caratteristiche del periodo.
10. Il Re Dei Venti feat. La Kattiveria
Classico pezzo de La Kattiveria a tema mitologico, come piace fare a me. C’erano quattro venti principali, quindi in base alla rosa dei venti mi sembrava che fosse la via da fare anche sul pezzo.
11. Isobarre
“Isobarre” è forse il pezzo, a mio avviso, più originale: innanzitutto perché utilizza un campione non classico, in secondo per luogo la produzione di Dj West che ha confezionato per me in modo autonomo. Si tratta di un racconto decisamente metaforico in cui ho provato a riprendere quella che era l’intenzione dei pezzi hardcore che ascoltavo negli anni passati.
12. L’Armata Perduta Di Re Cambise
È il classico pezzo storico che è sempre contenuto nei miei album, voglio sempre dedicare una parte alla storia. In questo caso invece della battaglia di Lepanto c’è “L’Armata Di Re Cambise” che è una storia interessante perché alla base di questa volontà di Cambise di sterminare e distruggere l’oracolo di Amon sembra ci siano tante motivazioni storiche diverse.
13. L’Uomo Che Viaggiava Nel Vento
È dedicata ad Angelo D’Arrigo, la cui figura mi ha colpito tantissimo. Mi è sembrato giusto che ci fosse anche una canzone hip hop, insieme a tante altre provenienti da generi diversi, che fosse dedicata a lui.
14. L’Ultimo Soffio
È una strumentale che vuole chiudere con una sonorità emotivamente coerente quello che è il viaggio portato avanti dal vento.
Anche questo ottavo episodio di Zoom In è giunto al termine. Nell’attesa di conoscere i vostri feedback sulla rubrica e sul lavoro approfondito, vi salutiamo e vi diamo appuntamento al prossimo episodio.