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Drake live @ The O2 Arena

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Premessa doverosissima: l’emozione provata durante il live è stata tale da non farmi prendere appunti in merito alla scaletta (cosa che faccio ad ogni live), quindi andrò a memoria. Chi mi conosce sa che, da quando è uscito “So Far Gone”, Drake è diventato, in poco tempo, uno dei miei artisti preferiti. Appena uscite le date del tour (Novembre 2016), mi faccio un bel regalo di compleanno. Compro (a culo, diciamo la verità) il biglietto per la data del 5 Febbraio. Il sito della O2 Arena (dove, per motivi che non devo spiegarvi, mi sono sentito a casa) recitava: Drake + guests. Ecco, penso, mica ci sta pure, che ne so, un The Weeknd o una Rihanna? Non fantastico più di tanto, giusto per non rimanere deluso. Vedo, dai vari Instagram, che il cantante dei dvsn, duo canadese affiliato alla OVO Sound, sta aprendo tutte le date europee del Boy Meets World Tour. E mi gaso, perché “SEPT 5TH” è un ottimo disco new soul: voce pazzesca anche dal vivo, accompagnato da 3 coriste, tiene molto bene il palco, in attesa che l’arena si riempia. Tra i brani, anche un’ottima versione di “Billie Jean” di Michael Jackson e bel tributo ad Aaliah con “One In A Million”. Il cantante dei dvsn esce di scena è penso: ottimo, si comincia! E invece no. Sul palco fa capolino Young Thug, che “intrattiene” il pubblico per mezz’ora. Perché le virgolette? Perché penso che, a certi livelli, non ti puoi minimamente permettere di essere scazzato sul palco. Oh, io mi sono annoiato e ho pure litigato con mio cugino via WhatsApp (suo grande fan).

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Arriva, finalmente il momento che i 17mila presenti alla O2 Arena (aka casa mia) stavano aspettando. Giù le luci, boato: Drake viene fuori da una botola sotto il palco sulle note di “Still Here“, brano presente nell’ultimo album “Views”. Io ho Drake, praticamente, a 150 metri e riesco a godermi a pieno il tutto. Due palchi arricchiscono la venue: il principale è un classico rettangolo, mentre il secondario, di forma circolare, è piazzato al centro dell’arena. Il principale ha un ledwall alle spalle lungo quanto il lato maggiore del palco, con ai lati 2 wide screen che proiettavano l’intero concerto. Drake toglie subito la sua giacca Stone Island e si prosegue con “Started From The Bottom” (la canzone più brutta della storia della musica mondiale :D, ma che live mi ha gasato tantissimo). In rapida sequenza si susseguono “Headlines“, “Trophies“, “HYFR“, la cui prima strofa dal vivo è pura potenza, e “0 to 100/The Catch Up“, di cui trovate un video girato da me qui sotto.

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Drake, dal vivo, non è davvero un animale da palco e, a dirvela tutta, non me l’aspettavo. Avevo parlato a Gianluca Ghemon del fatto che avessi preso i biglietti e delle mie perplessità. Lui mi aveva risposto: “Vai tranquillo perché live è top!“. Mi sono fidato ed ho fatto bene: l’artista canadese “canta come il disco” e la sua voce rimane la stessa per tutta la durata del concerto. Mai un calo, mai una sbavatura. L’intro di “Keep The Family Close” e “9” anticipano una bella fetta di live dedicata a “Views“. Seguono, infatti, “Childs Play” e “Feel No Ways“. Durante i pezzi, Drake si intrattiene con il pubblico, scambiando battute con i suoi fan e ringraziandoli uno per uno. Oltre che dal dj, Drake è accompagnato sul palco da un batterista e da un tastierista. Ecco, se devo fare un appunto, sono un po’ contrario alle “band a metà”: o hai tutto o hai il dj. Il medley “I Got all the Hits” riprende gli stessi brani proposti durante il tour con Future: da “6 God” a “Worst Behaviour“, passando per “Over” e “I’m On One“. Ad un certo punto, buio: un pallone facente parte della scenografia diventa rosa e scende sul palco, prontamente raccolto da Drake. Ed è qui che parte “Why Can’t We Live Together“, pezzo del 1972 di Timmy Thomas. Ma come che c’entra? È il brano campionato da Nineteen85 per “Hotline Bling“, brano “impreziosito” dal balletto live di Drake. Folla in delirio, chevelodicoafare. Durante il live, Drake fa salire sul palco Giggs e Dave, 2 artisti inglesi che regalano al pubblico un pezzo a testa. Quest’ultimo suona il remix della sua “Wanna Know“, che vanta proprio il featuring dell’artista canadese. Da testimonial Jordan qual è, Aubrey Graham si presenta sul palco con le nuove Jordan 12 OVO, uscite ieri, sabato 18 Febbraio (“ho l’occhio clinico”, per citare Totò). E quindi? E quindi “Jumpman, Jumpman, Jumpman, that boys up to something!

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Nel video qui sopra sono riuscito ad immortalare il medley dei brani che vantano la collaborazione con Rihanna: “Work“, “Take Care” e “Too Good” fanno scatenare il pubblico. Io e Mav ci prendiamo benissimo, grazie soprattutto alle gradevolissime ballerine che fanno capolino sulla scena. No, non c’è Rihanna nel video: mi piace pensare che ce l’abbia con Drake per la storia con Jennifer Lopez (che preferirei 1000 volte a Rihanna anche io). Si continua con altre positive vibes: è il momento di “Controlla” e di “One Dance“, che vede salire sul palco proprio Kyla sul ritornello. Drake, a questo punto, scende dalla botola e, sul palco circolare, viene gonfiato un grande pallone aerostatico su cui vengono proiettate delle grafiche che fanno pensare alla Terra, a Marte e alla luna. Drake canta gli ultimi brani del live girando intorno al pallone aerostatico, dopo aver annunciato in anteprima che il prossimo OVO Festival si terrà proprio a Londra (vedi il primo video qui sopra) e che “More Life” uscirà proprio nel 2017. Si chiude con “Pop Style“, “Know Yourself” (su cui il pubblico va in delirio), “Energy“, che il rapper canadese dedica a tutti gli haters del mondo e “Fake Love“. Prima dell’ultimo brano, Drake si prende 2 minuti per parlare con il pubblico, dicendo di essere stato da Dio a Londra e che tutto il bene che la gente mette nella condivisione di eventi come il suo live e nelle piccole cose di ogni giorno, rappresenta il vero motore del mondo, un mondo troppo spesso circondato di eventi negativi, come l’istigazione all’odio promossa da Donald Trump. Parte quindi “Legend“, l’ultimo pezzo in scaletta.

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Questo live mi ha aperto due mondi, non soltanto uno: non solo Drake mi ha lasciato completamente a bocca aperta per come ha tenuto il palco e per come ha cantato tutti i suoi pezzi, ma mi ha fatto riflettere ancora di più su quanto sia importante la componente show all’interno di un live, non concepito più come un momento in cui il cantante porta dal vivo i suoi brani, ma come vero e proprio spettacolo, in cui l’audience viene coinvolta a 360 gradi.

Alla prossima!

Scritto da Sandro Outwo Torres
(Twitter: @OutwoSandro)
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Rapper, cantante, speaker radiofonico, sneakerhead e streetwear addicted, detentore della verità assoluta. Il tuo idolo vorrebbe essere me.
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