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Intervista

Dai pezzi su cassetta ai “Pezzi” dal futuro: Night Skinny ci presenta il suo ultimo lavoro

Intervista Nights Skinny Pezzi

Mercoledì 6 dicembre, corso Garibaldi, Milano. In una soleggiata giornata invernale abbiamo fatto due chiacchiere con Luca Pace aka The Night Skinny, uno dei producer più noti ed affermati di tutta la penisola, in occasione dell’uscita, l’8 dicembre, della sua ultima fatica musicale, dal titolo “Pezzi” (Cover&Tracklist qui). Sulle produzioni dell’artista molisano, ma ormai considerato milanese di adozione, durante l’arco delle 16 tracce si alternano pezzi grossi della scena italiana ed estera (da Guè a Mecna, non dimenticando Luchè e 67 e Paige Cackey, ospiti internazionali che chiudono l’album) alle nuove leve che hanno dato nuova luce a questo genere nell’ultimo anno (Tedua, Lazza, Ernia e Rkomi, la cui collaborazione con Guè ha dato alla luce il primo singolo pubblicato).

A 3 anni di distanza da 0Kills, tuo ultimo lavoro datato 2014, ritorni con questo tuo nuovo album, “Pezzi”. Cosa è successo in questo lasso di tempo e come è nato questo nuovo disco?

La genesi di 0Kills era stata estenuante: ho fatto il disco che volevo con gli artisti che volevo, come Marracash ed i Colle der Fomento, impiegando comunque parecchio tempo anche per stare dietro alle tempistiche dei vari artisti. Album che tra fisico, vinile e digitale ha toccato le 5K copie e nella scena underground aveva avuto il suo ottimo riscontro, nonostante l’assenza di instore per promuoverlo, entrando inoltre in classifica FIMI nella Top20. Ma dopo la sua uscita mi sentivo veramente svuotato di ogni forza, tant’è che gli otto mesi successivi non produssi nulla; avevo in cantiere anche un paio di progetti che poi non sono andati in porto. Il momento di svolta è arrivato ascoltando Dasein Sollen di Mirko, che ho contattato immediatamente per fargli i complimenti. La sua risposta, anche un po’ sorpresa, è arrivata subito e da lì è nata la collaborazione che ha portato a “Sissignore”, conoscendo anche i ragazzi di Thaurus con cui poi ho cominciato a lavorare. La prima traccia che ha dato vita all’album è stata “Egitto” con Vale Lambo, poi successivamente abbiamo registrato “Fuck Tomorrow” con Rkomi, e da lì, nel mese successivo, avevamo ultimato il 70% del disco. Non potevo comunque prescindere da Noyz, Mecna e Rkomi che considero come miei fratelli.

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Partiamo allora dal lato produzioni: come recita il sottotitolo dell’album, “Il futuro non ha fretta”. Nel nostro caso il futuro è rappresentato da Youtube, poiché hai deciso di produrre solo limitandoti all’uso di campioni estrapolati dal celebre social video. Come mai questa scelta?

Sicuramente non è una scelta commerciale. Sono sempre stato un producer molto eclettico, e mi ha aiutato molto il fatto di aver ripreso ad ascoltare e comprare un sacco di dischi. Ma in questi tempi tra Youtube, Spotify e quant’altro, che ti consigliano un sacco di artisti e musiche correlate a ciò che ascolti, aumenta enormemente ciò da cui prendere spunto. Non stiamo facendo musica classica ma urban; anche se è un po più cheap, ed il campione ha bassa qualità, tra mille tools poi la quadra la trovo, tant’è che il disco ha un sound pazzesco. Prendiamo ad esempio “Al Mio Fianco”: la produzione su cui viaggia Luchè ha lo stesso sample di “Mask Off” di Future, che sarebbe poi uscita tempo dopo; la stessa “Dope Games” con Noyz contiene il campione della voce di Pusha T pitchata. Mi è piaciuto molto sperimentare e produrre così!Dopo aver campionato e prodotto tutte le strumentali sei stato tu a scegliere per chi fossero più adatte?

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Premetto che nell’ultimo anno ho prodotto veramente tante basi. A volte mi imponevo di pensare la strumentale per un determinato artista, ma è successo che quest’ultimo non riuscisse ad adattarsi e ho dovuto virare su un’altra scelta. L’esempio più lampante è stata la strumentale di “Brr Brr”, traccia poi finita nel disco di Rkomi: il giorno prima che l’album fosse finito gli ho mandato la base, che in precedenza non era andata bene ad altri artisti, e Mirko in nemmeno una giornata ci ha tirato fuori la canzone! Quindi sì, posso anche pensare che la base vada bene per una persona specifica, ma se poi questa non ci si trova bene devo cambiare.

Perché il titolo “Pezzi”?

Al giorno d’oggi, soprattutto per i giovani, se parli di “pezzo” il riferimento va subito ai panetti di fumo degli spacciatori (chiaro riferimento nell’artwork dell’album). Per me invece la memoria va agli anni ’90, quando a fine di ogni anno facevo la mia compilation di musica e la registravo sulla musicassetta, scrivendoci sopra “PEZZI ANNO ‘96” e così via. Alla fine sono solo pezzi, quindi tanto vale chiamarli per quello che sono.

Come nel precedente 0Kills, anche in questo album hai dato particolare risalto al packaging della edizione deluxe. Svelaci un po’ cosa contiene.

Oltre al disco con tutte le strumentali, abbiamo inserito anche un paio di chicche particolari. In primis gli stickers con rappresentate una singola copertina per ogni pezzo del disco, tutte realizzate da Mecna, una novità per l’Italia. Altra vera rarità è la fanzine: realizzata interamente da Boogie, talentuoso fotografo serbo, che ha cercato di immortalare degli scorci underground, anche di Milano. I suoi scatti andranno a comporre un libro, cui anche io ho collaborato, che uscirà nei mesi successivi.C’è un tuo pezzo “preferito” tra i sedici che compongono l’album?

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Tengo a sottolineare che, a differenza dell’album precedente, non ci sono pezzi riempitivi. Il disco ha di per sé una sua integrità, era quello che volevo; anzi, se devo dirla tutta, una traccia in particolare è rimasta fuori per problemi burocratici, anche se forse usciva un po’ dagli schemi rispetto al resto del disco ed è stato un bene. A Mecna ed a CoCo avevo chiesto una traccia più cantata rispetto ai loro canoni, che suonasse molto più catchy. Gli stessi pezzi internazionali realizzati da Paige e 67 sono stati da me fortemente voluti: li abbiamo cercati, io sono stato a Londra per realizzare un video, sono venuti in studio da noi ed hanno realizzato delle tracce super! Ma non ti nascondo che il flow blues di Luchè mi ha letteralmente fatto innamorare, e se dovessi scegliere un pezzo preferito ti risponderei con “Al mio fianco”.

Che progetti hai per il futuro? Come seguirai l’uscita del disco?
Attualmente sono in tour con Rkomi, abbiamo ancora parecchie date davanti e spero di suonare dal vivo anche i tre pezzi che abbiamo realizzato per il disco. Poi sicuramente solo dj-set, magari con qualche ospite. Non posso escludere ad esempio di fare qualcosa con Mirko, vista la sua alta produttività attualmente: spero proprio di sì perché tra i nuovi è quello che mi gasa di più in assoluto, non solo artisticamente ma proprio come persona.

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