
“Genova per il rap è sempre stata una città importante, ma ora lo sanno davvero tutti”.
Possiamo dire che la frase di Bassi Maestro esemplifichi parecchio ciò che è stata questa prima edizione del Genova Hip Hop Festival (Blazup Studio, Blazhype Events, Subway Connection, Duemila Grandi Eventi e il patrocinio del Comune di Genova): una tre giorni intensa e prolifica, un connubio tra vecchia e nuova scuola, tra artisti che arrivavano da tutta Italia, ma soprattutto tra persone che condividono la stessa passione e lo stesso amore per la musica. Nella cornice dell’RDS Stadium, capiente arena da 5000 posti, il 2018 si è aperto con questo festival dal sapore estivo, che ha visto alternarsi sul palco molti grandi artisti e alcune tra le nuove leve più interessanti del panorama italiano. Non solo performance live, ma anche contest di freestyle e bboy battle, per rendere questo evento aperto a tutte le discipline hip hop.
Ad aprire la tre giorni sono state proprio le eliminatorie del contest di freestyle, con tantissimi ragazzi desiderosi di mettersi in mostra di fronte ad un pubblico comunque già nutrito nonostante fossero appena le 18 del primo giorno.
A dare ufficialmente il via allo show non poteva che esserci qualcuno del luogo, e chi poteva fare gli onori di casa se non Vaz Tè, Disme, Bresh e Nebbia, tutti rappresentanti della Wild Bandana portata alla ribalta nell’ultimo anno da Tedua. Mezz’ora buona di show, tutto orchestrato da Nebbia alle produzioni che se la cava egregiamente, mentre sul beat i ragazzi si fanno portavoce della Liguria intera, augurandosi che tutta la zona venga valorizzata e portata a nuova luce.Lo spettacolo prosegue col binomio Grosz x Nembo Kid, il primo con un approccio al microfono molto più soft rispetto a chi lo ha preceduto, il secondo facendoci calare in un’atmosfera più elettronica, con strumentali che rimandano al Mecna di Laska, con molto autotune, ma comunque con un risultato apprezzabile.
Ad intervallare ed a rendere i tempi morti più piacevoli ci ha pensato DJ Kamo, che ha alternato banger USA (dalle solite sicurezze Jay-Z & Kanye fino alle nuove stelle Migos, Travis Scott e Lil Pump) a hit italiane (Noyz con “Attica”, E-Green con “Chi Cosa Dove”): insomma, nemmeno un momento di tregua per recuperare le forze!
Come se non bastasse, poco dopo è arrivata l’unica quota rosa del festival: KT Gorique arriva dalla vicina Svizzera, rappa in francese ed ha decisamente infuocato l’arena! Una carica assoluta che ha animato tutto il pubblico, preso letteralmente per mano e lasciatosi trascinare a colpi di cambio di flow dalla ragazza originaria della Costa d’Avorio, che è stata una delle sorprese della serata di venerdì.Tocca poi ai due ex compagni di crew Giaime e Lazza. Il primo, accompagnato sempre dal fidato Andry The Hitmaker, ci trascina nel suo ultimo progetto “Gimmi Andryx”, portato sul palco genovese e molto apprezzato dal pubblico, coinvolto sempre più man mano che la serata andava avanti. A darsi il cambio sul palco, uno dopo l’altro, ecco poi Lazza, introdotto come nel suo ultimo album “Zzala” dalle note del pianoforte, ma poi subito pronto a far saltare le quasi 2000 persone presenti a colpi di “MOB”, di “Lario” e del suo ultimo singolo “Diablo”. L’artista milanese si è anche esibito in un paio di stage diving che hanno mandato in delirio i ragazzi in prima fila, pronti ad afferrare prima Lazza e successivamente anche Low Kidd, anche lui presente sul palco.A lanciare il rush finale della serata, che poi ci accompagnerà fino a tarda notte con gli headliners del venerdì, è Dargen D’Amico, presentatosi sul palco cantando “Straniero nella mia nazione” a cappella. Abbiamo ripercorso un po’ tutta la sua carriera nel suo live, da “SMS alla Madonna” sino alle più recenti “Amo Milano” (ma anche un po’ “Amo Genova”, come sottolineato dallo stesso artista, che ha ringraziato la città e l’organizzazione più in generale per aver reso possibile questo evento) o “Modigliani”, sino agli ultimi successi del disco uscito lo scorso anno “Variazioni” (nonostante qualche problemino di troppo coi microfoni…).
A ridare carica al folto pubblico ci ha pensato Ensi, che ha portato on stage i successi del suo ultimo lavoro “V”. Un disco che, portato dal vivo, ti impedisce di stare fermo e ti trascina a saltare e ballare, grazie anche alla voce dell’artista torinese. Rimarrà impresso poi nella mente di tutti il cameo di Lazza, chiamato sul palco per duettare in un freestyle tra due dei migliori nella scena attuale, prima che arrivasse il penultimo artista della serata, Bassi Maestro. Anche lui ha presentato brani dall’ultimo album, quel “Mia Maestà” pubblicato quasi un anno fa, ma anche pezzi meno recenti come “S.A.I.C” o “Giorni Matti”, per poi chiudere con quella che, per gli amanti del genere, è una pietra miliare del rap nostrano, “Foto Di Gruppo”.Arriviamo così all’headliner principale, molto atteso nonostante le quasi otto ore di live consecutive: a chiudere la serata, direttamente da Napoli, Luchè. L’artista ha sciorinato live gran parte del suo ultimo album, quel “Malammore” risalente a due anni fa ma che è ormai entrato tra gli instant classic del rap italiano. Partendo da “Violento”, passando per “Bello” e toccando anche le canzoni rappate in dialetto, come “’E Sord”, Luchè tiene viva la folla nonostante l’ora, dando ai suoi fan anche ciò che volevano maggiormente (a furor di popolo la canzone più richiesta era “O’ primmo ammore”, che ha poi tenuto per ultima) ma facendoci anche emozionare con le canzoni più intime, come “Quando non ero nessuno” o “Che dio mi benedica”.
Insomma una serata che ci ha riunito con la buona musica per aprire il nuovo anno, un momento di aggregazione tra noi addetti ai lavori in primis, ma anche tra il pubblico e gli artisti, che hanno dato il massimo in questa splendida cornice dell’RDS Stadium. Un evento che forse mancava nel panorama dei festival italiani, sicuramente per quanto riguarda la musica hip hop. Appuntamento quindi all’anno prossimo, noi non mancheremo per tutto l’oro del mondo!
Tutte le foto sono a cura di: Giulia Pistone