É sulla bocca di tutti, praticamente come l’herpes. Ha invaso gli spazi pubblicitari di Milano, immagino con costi non indifferenti e, dal 19 gennaio, è anche a disposizione delle nostre orecchie. Di cosa sto parlando? “Rockstar”!
Interamente prodotto da Charlie Charles, Sfera Ebbasta è fuori con il suo nuovo album per Universal Music/Def Jam Recordings. Il progetto, disponibile in CD, LP e in digitale su tutte le piattaforme di streaming e download, è la novità assoluta del momento.
Così, qualche giorno fa, mi sono presentato nella sede milanese dell’etichetta per la consueta conferenza stampa.
Rispetto al 2016, anno di pubblicazione di “Sfera Ebbasta”, tutto è più grande e ce lo fanno notare, facendoci accomodare tutti nella sala conferenze principale. In bella mostra spicca la doppia copertina che il magazine RollingStone ha dedicato al protagonista, in controtendenza al discutibile articolo confezionato ad hoc nel 2016.
La sala è gremita tra giornalisti/pubblicisti della stampa generalista, riviste di settore (tatoo/glamour) e qualche collega che ancora vorrebbe provare a parlare di musica con gli artisti che la fanno. Nel dare il via alle domande, Jacopo Pesce ribadisce l’investimento fatto da Universal sul disco. Un disco che secondo lui è certamente tra i più attesi nell’intero scenario musicale italiano. Ad affiancare Sfera, l’immancabile produttore e manager di Thaurus Music, Shablo.
Il consiglio è di premere play e, leggere l’intervista.
“Sfera Ebbasta” era rosso, “Rockstar” di che colore è?
Semplice: giallo-rosa-azzurro.
In realtà tutto è partito dalla recente collaborazione con Nike Sportswear (ricordo che a metà dicembre, la “House of Hoops” di Foot Locker di Milano si è trasforma nella “House of Sfera” – n.d.r.) dalla quale è nata, in esclusiva per Foot Locker Europe, una versione personalizzata della Air Force 1 che rappresenta in qualche modo il mio stile, grazie all’iconico bianco ottico delle AF1 e da alcuni elementi in rosa, azzurro e una placchetta in giallo.
Il tutto è stato riproposto nell’artwork con questa combinazione cromatica molto vivace. Sono partito da questi colori per le scarpe e ho deciso di dare seguito a questa cosa riportandola anche sul disco e sull’immagine che in questo momento mi contraddistingue.
Colori, titolo e la stessa chitarra inserita nella cover, richiamano al movimento glam rock degli anni settanta. Look curato, colorato e vistoso. Qualche ispirazione?
In realtà non sono informato sul genere, o quantomeno non riesco ad identificarlo ora.
Probabilmente c’è un’influenza legata ai gusti musicali di mio padre, che a casa ha lasciato una ricca collezione di vinili e chitarre, ma non c’è assolutamente un’ispirazione voluta o ricercata verso il glam rock.
Tornando al titolo, in questo momento in Italia non c’è niente di più Rock’n’Roll del rap e degli esponenti della trap. Non volevo limitarmi ad essere una trap star, io sono una rockstar assoluta. Siamo la tendenza, il nuovo rock!
Per alimentare questa tendenza Rock’n’Roll, vi segnalo che su Change.org si è aperta una raccolta firme per la realizzazione di un featuring inedito tra Sfera Ebbasta e l’attempata rockstar nostrana Vasco Rossi. La mettiamo una firmetta?
Tornando a noi. Rispetto alle cose precedenti, si nota un cambio di prospettiva verso i temi che ancora si ripropongono nei tuoi testi. Da cosa è dipeso?
Questo disco parla sempre meno di strada e sempre più di soldi.
Ci tengo al fatto che le mie canzoni rappresentino la verità che vivo.
Se adesso parlassi ancora di palazzi e spaccio, non sarei credibile. Sono due anni che addirittura non riesco più a tornare a Cinisello. Non è più la mia realtà. La mia vita è totalmente cambiata.
Oggi, nella mia giornata tipo, sono sempre in movimento. Almeno 3/4 volte al giorno prendo Uber e, pensando a questo, non posso negare che spendo parecchi soldi, quando prima non li avevo nemmeno per i mezzi pubblici.
Di conseguenza non ho avuto paura a dirlo nel disco.
Anche il suono è più luminoso, o è solo un’impressione?
Assolutamente sì. Detto questo però, se un pezzo come “Rockstar” è bello allegro, poi c’è “Serpenti a sonagli”, che è già più cupo. È un sali e scendi di situazioni.
Le atmosfere che privilegiamo restano comunque quelle legate al suono della trap.
Effettivamente ora, rispetto al passato, le cose sono cambiate e il nostro suono si è “ammorbidito”. I miei testi, così come le produzioni di Charlie, si sono rinnovati.
Nonostante questo le nostre radici sono ben solide.
Le principali fasi di lavorazione del disco come sono avvenute?
Premesso che i pezzi li ho scritti e registrati in questo anno e mezzo tra una data del tour e l’altra, a livello di mix e master abbiamo fatto una scelta differente rispetto al precedente album (“Sfera Ebbasta” era stato masterizzato da Reuben Cohen al Lurssen Mastering di Los Angeles – n.d.r.).
Shablo: In questo caso il disco è stato lavorato da Marco Zangirolami (che aveva curato il mix di “Sfera Ebbasta” – n.d.r.) assieme a Charlie Charles e a qualche contributo dello stesso Sfera. Charlie ci ha messo molto del suo sia per la parte di mix che di master.
Abbiamo scelto di non andare all’estero perché secondo noi non c’è tutta questa differenza e quindi non ne abbiamo sentito il bisogno. La qualità l’abbiamo trovata direttamente in Italia e il disco, si sente, suona benissimo!
Il prodotto che già Charlie Charles porta a Zangirolami pompa di brutto.
Shablo: Possiamo dire che Zangirolami ha fatto un lavoro di supervisione finale, ma il sound aveva già preso forma con il lavoro di Charlie.
Capitolo featuring. Partiamo dall’unica collaborazione italiana.
DrefGold promosso perché mi ha colpito come personaggio.
Prima ancora di contattarlo, già seguivo alcune sue cose. Poi lo abbiamo portato in studio e ha iniziato a lavorare con Daves The Kid, amico di Charlie. Tra queste cose era venuta fuori anche “Sciroppo”, che inizialmente era proprio un suo pezzo.
Ascoltandolo tutti assieme, lavorandolo come si deve, gli ho proposto di inserirlo nel disco e…
Bella lì!
Non mi capita mai di ascoltare una cosa italiana sulla quale sento il bisogno di esserci pure io. In questo caso è stato così. Sono proprio contento.
Veniamo a Quavo. Cosa puoi raccontarci su questa collaborazione?
Beh, siamo tutti felicissimi!
Lo descriverei in modo molto semplice: il top in Italia con il top in America.
Purtroppo lui era impegnato e non ho avuto modo di lavorarci assieme in studio, però sono ovviamente fiero di questa collaborazione così prestigiosa.
Sulla versione internazionale invece?
Con Tinie Tempah ci siamo visti più volte, sia a Londra, ma anche ultimamente qui a Milano in occasione della recente Fashion Week. Con lui c’è un rapporto d’amicizia.
È la mentalità da studio che invece è diversa, soprattutto con gli americani. Per esempio quando siamo andati a Francoforte a registrare con Rich the Kid, lui mi ha impressionato. Lavora in un modo che non avevo mai visto prima. Conta che non aveva scritto il testo, è entrato in studio e praticamente, una barra alla volta, ha costruito tutta la sua strofa.
Tinie Tempah invece si è seduto, ha scritto per un’ora e mezza, si è alzato e ha registrato la strofa. È un approccio più vicino al mio, o a quello italiano in generale.
Proprio un mondo diverso rispetto all’America.
Il confronto con altri artisti poi ti dà comunque sempre la possibilità di imparare.
Qualche commento sulla recente decisione di FIMI sui conteggi streaming?
Sul conteggio per le certificazioni, ti dico che era ora che ci fosse questa svolta. Ogni settimana c’era qualcuno che faceva disco d’oro con la sua canzoncina pacco. Adesso vedremo il prossimo anno chi riderà!
Per concludere. Qualche indiscrezione sul tour?
Per il tour quest’anno facciamo una roba epocale. Tra l’altro da poco mi hanno mandato le fotografie della scenografia del nuovo palco, delle nuove luci, etc. Estremo! Non sveliamo nulla adesso…
Si parte ad Aprile e le prime date sono già fuori.
In chiusura, apro una parentesi sulla quale vorrei iniziare a riflettere.
Purtroppo non ho avuto modo di confrontarmi ed approfondire la decisione, presumo presa di comune accordo con l’etichetta e il management, di proporre la versione internazionale di “Rockstar” solo per gli utenti premium di Spotify in Italia. La mossa mi sembra comunque interessante.
Per quanto riguarda il conteggio delle riproduzioni in streaming, sono assolutamente convinto che questa sia una scelta – giusta o sbagliata che sia lo dirà solo il tempo – importante. Credo che questo meccanismo possa davvero incentivare gli ascoltatori a sottoscrivere un abbonamento premium, magari anche solo temporaneo, per avere la possibilità di ascoltare questo disco nella sua versione internazionale, dato il fortissimo richiamo degli artisti presenti.
Nel frattempo vi ricordo che stiamo regalando 4 abbonamenti premium Spotify da 3 mesi. Approfittatene!
Inoltre, Sfera ha aperto le porte al rap italiano verso un mercato concreto in Europa. A prova di questo ci sono i dati degli ascolti del disco “Sfera Ebbasta” e i primi dati relativi a “Rockstar”. Non è tutto, questo sistema ha permesso a diversi rapper italiani di intraprendere consapevolmente degli autentici tour in giro per le principali capitali europee durante lo scorso 2017.
Esibizioni dal vivo, in primis, e quote derivanti dagli streaming – se la situazione trova una quadratura soddisfacente – saranno evidentemente per il futuro le due principali chiavi di business per gli artisti, oltre all’aspetto legato al merchandising e al fashion.Approfittando dell’invito, la sera successiva sono andato a bere qualcosa al Party di lancio di “Rockstar”. Ospitati dall’Apollo Club di Milano, in un’atmosfera davvero rilassata, ho avvistato in ordine sparso Vincenzo da via Anfossi, Frah Quintale e Ceri, Noyz Narcos, The Night Skinny e persino una Elettra Miura Lamborghini fresca di firma con Cash Money x Universal Music x Thaurus Music. Chiaramente presenti: Charlie Charles, Sfera Ebbasta e Shablo, padroni di casa.
Ringrazio Mattia Giordano per gli scatti fotografici realizzati al Party e che trovate qui sotto.