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Intervista

I 5 #Highlights della carriera di Soulcè

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Bentornati ad Highlights, lo spazio de lacasadelrap.com in cui i nostri ospiti ci racconteranno i cinque momenti della loro vita che hanno influenzato in modo particolare il loro essere artista. Oggi ci è venuto a trovare Soulcè, del duo Soulcè e Teddy Nuvolari e del gruppo Moonloverz. Sempre perennemente in viaggio, tra rap e teatro. Buona lettura! 

1. L’incontro con il rap

Impossibile, dovendo stendere una lista fatta dai cinque momenti più importanti della mia carriera, non partire dall’inizio. Dalla genesi.
Siamo nella seconda metà degli anni ’90, a Ragusa. Che non è proprio Brooklyn, diciamo. Un mio amico più grande (Paolo Cultrera, ora una delle voci della band ragusana Onorata Società) un giorno si presentò a casa mia con una cassettina, e sul piccolo adesivo che ne svelava il titolo c’era scritto One Two One Two.
Io capivo poco, forse niente. Ero cresciuto con gli ascolti di papà, e quindi con tutta quella generazione di cantautori italiani che aveva senz’altro cambiato il modo di intendere la canzone. Sto parlando di De André, De Gregori, Dalla, Guccini. Le canzoni che formavano quella cassettina chiamata One Two One Two erano obiettivamente un altro mondo, per me assolutamente inesplorato. Ma mi piacevano. Molto. Poi, sempre Paolo mi passò delle altre cassettine, stavolta non registrate dalla radio durante l’unico programma black di tutto il palinsesto radiofonico italiano dell’epoca. Così conobbi Neffa, gli Articolo 31, e poi Kaos, i Colle der Fomento .
Ho capito che quella roba che chiamavano rap, quando era fatta in italiano, mi ricordava in qualche modo i cantautori che giravano sul giradischi di papà, e la cosa mi incuriosì talmente che decisi di provare a scrivere delle rime mie. E da lì in poi…

2. Il duo con Teddy Nuvolari

Con Teddy siamo amici da sempre. Saranno 25 anni che siamo amici. Condizionandoci e influenzandoci a vicenda, ci siamo immersi tutti e due in questo mondo dell’Hip Hop dapprima come writers– ed eravamo scarsissimi – insieme ad Antonio (il fratello di Teddy, che oggi è un illustratore di fama nazionale), che invece era un fenomeno.
Abbandonati gli spray quasi per vergogna, cominciammo a occuparci di rap, e dopo un po’ è stato naturale dividerci i compiti: così lui cominciò a creare le musiche e io cominciai a parlarci sopra.
Nel giugno del 2010 con l’uscita del nostro primo demo Cromosuoni, nasce la premiata ditta Soulcè & Teddy Nuvolari, destinata a prendersi negli anni diverse soddisfazioni, prima con Soulville e poi con la GreenLine Label – alcune delle quali ancora devono arrivare, perché S&TN sono sempre al lavoro per cose nuove che quando usciranno saranno comunque avanti anni luce rispetto al resto che esiste. Spocchia doverosa.

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3. La vittoria dell’Arezzo Wave Sicilia e la finale del Genova X Voi

I concerti sono stati per anni la mia parte preferita del gioco. Adesso, forse, girando di più con il teatro ed essendo sul palco ogni sera, ho imparato ad apprezzare maggiormente il lavoro di creazione e di studio. Ma di live ne ho fatti davvero una marea, e sono stato sul palco insieme a tantissimi rapper e artisti che stimo e di cui sono fan.
Memorabile fu il 23 dicembre del 2013 a Ragusa al concerto di presentazione di Pentadrammi e della GreenLine Label con tantissimi ospiti sul palco e centinaia di persone sotto.
Tra tutte queste esperienze, una di quelle che ricordo con più piacere è stata la vittoria alle selezioni regionali dell’Arezzo Wave, nel 2012. Sinfobie era già pronto ma non era ancora uscito, e io e Teddy Nuvolari suonavamo dappertutto, soprattutto se c’era aria di gara ed eravamo outsider. Proprio come successe alle selezione dell’Arezzo Wave, festival storico che ha sempre premiato il rock su tutti gli altri generi. Bene: con un computer, un microfono e un po’ di giocattoli riuscimmo a convincere la giuria alle semifinali, e ci presentammo alle finali a Palermo con un paio di musicisti al nostro seguito. Fummo la band che espugnò le selezioni regionali del festival, e la Sicilia era tra tutte le regioni quella con più gruppi in gara. Quella sera mi sono ubriacato tantissimo! :)
Volammo ad Arezzo per le fasi finali del festival, e la direzione artistica ci fece esibire sul main stage, prima di Caparezza e del Teatro degli Orrori. Un’esperienza indimenticabile.

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Come indimenticabili sono stati quei tre giorni di follie e rap per la finale del Genova X Voi. Ero in gara con Manhattan e ho avuto l’onore di stare a stretto contatto con i migliori della scena: Willie Peyote (che poi vinse meritatamente il concorso), Mastino, Murubutu, Hegokid, Lince, Smania Uagliuns (con cui condividevo la camera, vi vedo lepri!), EasyOne, Dea, Lady Larri e spero di non dimenticare nessuno ma in realtà sono quasi certo del contrario.
La maestra Marta Blumi scrisse, poi, sul suo personale e apprezzato reportage che io e la mia Manhattan vincemmo il premio interno della categoria rap, perché gli altri rapper in gara mi votarono all’unanimità come favorito. Un po’ come vincere il Baglioni d’oro al DopoFestival dell’ultimo Sanremo.

4. MoonLoverz

Un giorno di Aprile del 2015 mi telefonò PierDario detto Swelto, rapper che conoscevo artisticamente ma poco a livello umano, e mai avrei pensato che qualche mese dopo sarebbe diventato uno dei miei tre fratelli lunari. La proposta era chiara:
“Saremmo io, tu, Azure Stellar, che è un cantante e beatmaker di Senigallia, ed ElDoMino, non so se conosci…”
“Minchia ElDoMino, certo!”
“Vogliamo mettere su un gruppo hip hop, una roba che abbia come base il nostro modo di scrivere che per certi versi è simile in tutti e quattro. Abbiamo già selezionato dei beats, se la cosa ti piglia bene te li droppo in privato e iniziamo il viaggio…”
“Che bomba: ci sono!”
Così nacquerò i MoonLoverz, e oggi a distanza di tre anni e alla vigilia del nostro secondo disco, ho capito che la formazione di questo gruppo entra di diritto nei cinque momenti più caldi di sempre!
(Il prossimo 31 marzo tra l’altro siamo live all’Under Fest di Ravenna, a cui ho già partecipato e che vale la pena ricordare)

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5. Claver Gold live

Infine, l’ultima che mi è successa – ed è successa proprio qualche giorno fa, il 15 Febbraio scorso.
Ero a Grosseto per due giorni, in tournée con i Malavoglia, fortunato e riuscito spettacolo teatrale che da due anni mi porta in giro per l’Italia. A Grosseto, di mercoledì e giovedì. Le prospettive non erano proprio rosee a livello di bisboccia e vita notturna. E invece, giovedì sera in un circolo ARCI suonava Claver Gold, rapper che adoro e con cui ho collaborato (con i MoonLoverz, “Nonostante me”) ma che non avevo mai incontrato dal vivo.
Sono arrivato, dopo lo spettacolo e con la matita ancora sotto gli occhi, nel locale e sono stato accolto dalla voce registrata di Murubutu che parlava in latino. E già è fantastico. Poi, Claverone mi ha visto da su che sorseggiavo un drink in fondo alla sala, mi ha salutato dal palco e con mia assoluta sorpresa mi ha chiamato sopra a fare una strofa con lui. Ero gasatissimo. Ho conosciuto Claver su un palco e la prima cosa che abbiamo fatto insieme è stata cantare sullo stesso beat. Claver è un signore, e quello è stato forse il momento più hip hop (nel senso che intendo io!) della mia vita.

Bless.

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Assistente Social(e) del rap italiano e della vita in generale a.k.a. Redattrice con OCD
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