
Questo mese Let’s rap about it affronterà un argomento che non è prettamente rap, ma comunque collegato ad esso, e soprattutto è un qualcosa 100% made in Sardegna.
Nel caso vi siate persi la scorsa puntata di “Let’s rap about it”, potete recuperarla qui.
Ci troviamo a Cagliari, dove ho potuto incontrare Marco Tanca: vi chiederete sicuramente chi sia e la risposta è molto semplice! Marco è un fumettista appassionato di rap, che ha fatto della sua passione un’arte.
Marco infatti è promotore di un progetto molto particolare, il RAPpresentoproject, ossia la costruzione di un catalogo di ritratti dei rappers di tutta Italia. Il suo stile è inconfondibile ed essi sono fedelissimi alla realtà. Il progetto ha come peculiarità il fatto che Marco consegni ogni tavoletta che fa all’artista che ritrae (cosa non sempre semplicissima).
Marco è arrivato alla sessantatreesima tavola, e ormai si fa sempre più necessario e doveroso poter esporre in una mostra questo progetto. Per poter fare ciò ha lanciato una campagna di Crowdfunding molto interessante.
A noi de lacasadelrap.com il progetto è piaciuto così tanto che abbiamo deciso di aiutare Marco nella consegna della tavole agli artisti, con tanto di mini report fotografico.
Le presentazioni sono finite, vi riporto di seguito la nostra chiacchierata.
Come è nato il progetto, cosa ti ha fatto venire in mente di cimentarti in un progetto così importante e grande?
Premetto che all’inizio non pensavo fosse così grande, nel senso che io essendo un disegnatore, un illustratore, un grafico ho pensato che facendo ritratti sarebbe stato interessante disegnare anche gli artisti che ascolto e mi piacciono. Quindi ho iniziato praticamente quasi per caso: il primo ritratto è stato quello di Nitro, e ho pensato che sarebbe stato figo anche stamparlo e consegnarglielo. È stata quasi una sfida con me stesso, essere riuscito ad avvicinarmi per consegnarlo e vedere la reazione e la curiosità. Ho fatto il primo di Nitro, che tra l’altro non riuscii a consegnare, così ho pensato che dopo un paio di giorni sarebbe arrivato qui Amir per presentare il suo libro e ho deciso di riprovarci. Amir mi ha accolto veramente bene, mi ha fatto i complimenti e ho deciso di continuare. Ho pensato: “Vediamo come va”, e ad oggi siamo arrivati a più di 60 consegne.
Quanto tempo ti occupa? Costruire un ritratto grafico è una cosa complessa, quanto tempo impieghi per andare a strutturarlo, tra idee e colori?
Parto sempre da un disegno a matita, una cosa velocissima che può essere anche un disegno di un minuto. Guardo sempre diverse foto del personaggio che voglio ritrarre, anche con abbigliamenti diversi, e cerco di focalizzare alcuni punti chiave: per esempio i tatuaggi o comunque tutto ciò che lo può rendere riconoscibile. Finito il disegno a matita, scannerizzo e poi lavoro in vettoriale con Illustrator, nel senso che il ritratto che vedete ultimato in realtà è composto solo da forme geometriche che sono assemblate fra loro. È un lavoro che può essere fatto in un’ora se va bene, mentre i più complessi richiedono anche 5 ore. Sul mio canale YouTube c’è un video in cui mostro come ho realizzato Fedez.
Hai iniziato una campagna di crowdfunding, vorrei che tu spiegassi a uno sconosciuto perché aiutarti. Qual è lo scopo? Come si svolge il tutto?
Innanzitutto è un progetto originale, una cosa particolare, una sorta di Hall of Fame dell’hip hop italiano. Questa campagna servirà a finanziare la stampa dei prossimi pannelli in forex. Infatti, tutti i ritratti vengono stampati sui dei forex 20×20, un materiale leggero ma piuttosto resistente. Vorrei fare anche un catalogo del progetto, una sorta di libro cartaceo che racchiuda tutti i ritratti. Perché aiutarmi quindi? È un qualcosa di particolare, un progetto artistico legato anche dal punto di vista visivo a quelli che sono gli artisti che ascoltiamo.
Hai ritratto più di 60 personaggi dell’hip hop italiano, quale è stato il momento più bello di questa tua carriera artistica?
Ce ne sono diversi! Sicuramente la consegna a Clementino, a Ghemon, a Ensi proprio per il calore che hanno dimostrato nell’apprezzare questo progetto, gli abbracci che ho ricevuto che spesso ripagano della fatica e dell’attesa, della spesa e di tutto ciò che c’è dietro alla consegna. Ci sono stati tanti momenti belli, anche incontrare i Colle der Fomento, ho visto Danno (uno dei miei rapper preferiti) molto interessato al mio progetto, la consegna a Bassi Maestro. I momenti sono talmente tanti che rischio di dimenticarne qualcuno sicuramente.
Per un artista, l’essere sardo amplia il problema del riuscire a raggiungere il pubblico o secondo te è irrilevante l’essere fisicamente su un’isola?
La mia campagna di crowdfunding, più che un modo per risolvere il problema dei finanziamenti, è un modo per promuovere ancora di più il progetto. È vero che cerco un supporto da parte delle persone che lo apprezzano, però ci credo veramente e l’ho proposto solo dopo aver fatto una sessantina di ritratti e relativa consegna. Io ho affrontato i miei costi di impresa all’inizio, ci ho rimesso parecchio, ma credo fortemente in questo progetto e solo dopo aver raggiunto un certo livello mi rivolgo al pubblico che mi segue e “chiedo aiuto”. Col crowdfunding chiedo supporto per le stampe e l’eventuale catalogo, ma le consegne e i costi relativi ad esse non rientrano minimamente in ciò. Sento che sicuramente, se io abitassi a Milano o in un’altra città, sarei a 100 e passa ritratti consegnati, però per me è uno stimolo. Stando a Cagliari e dovendo faticare così tanto per portare avanti il tutto, dimostro quanto veramente credo in questo progetto. Secondo me, a volte, le difficoltà servono a far capire a chi è esterno al tutto quanto credi in quello che fai.
C’è una scena artistica relativa all’hip hop di cui ti senti di far parte?
No, nel senso che mi sento un disegnatore, un illustratore che amando la cultura hip hop ha voluto realizzare un qualcosa con il proprio stile, che riguardasse appunto una delle sue passioni. Forse c’è questa scena, ma non so nemmeno di farne parte. Ci sono tanti che fanno fan art, ma io sono partito con l’intenzione inconsapevole di non fare qualcosa che fanno già in tanti. Mi sono accorto solo dopo che effettivamente quello che facevo era qualcosa di difficilmente replicabile. Poi ci sarà qualche altro pazzo che replicherà questo sbattimento allucinante, però sarà difficile. Se mi mettono all’interno di una scena di disegnatori pazzi, ci sto.
Chi vorresti leggere prossimamente?
Io ti dico Su Maistu dei Balentia, un gruppo storico dell’hip hop sardo che ha fatto la storia.