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Recensione

Con “Enemy” si chiude un cerchio: lunga vita al re del Truce

noyz narcos coverpage enemy

“Ho fatto parecchi album nella mia vita, mixtape ed altri lavori… Non so, forse ho voglia di fare altro, avendo fatto il primo disco nel 2005 ho un repertorio abbastanza grosso per continuare a suonare per gli anni futuri. Magari potrei rimettermi a tatuare, passione che ho lasciato per il poco tempo, potrei aprire un locale all’estero…”

L’incipit dell’articolo non poteva che essere lo stesso del pressday svoltosi lo scorso martedì, e la cosa è abbastanza ovvia. Sin da quando Emanuele Frasca, noto ai più come Noyz Narcos, nel video di lancio del nuovo album “Enemy” (qui cover & tracklist) ha annunciato che la sua ultima (in ordine cronologico) fatica sarebbe potuta essere l’ultima (in assoluto) siamo rimasti tutti un po’ spiazzati. Nella scena rap italiana ancora nessuno ha fatto, ufficialmente, questo grande passo, anzi la normalità è proprio il contrario, ovvero continuare a spremere la gallina dalle uova d’oro sino al limite (quanti artisti vanno avanti con la stessa solfa da tempo, sfornando magari album a cadenza annuale, che finiscono puntualmente nel dimenticatoio?). E forse Noyz ci ha proprio visto giusto, uscendo di scena con un disco completo e ben fatto, sia a livello di testi che dal punto di vista delle produzioni.

 

Molti e sorprendenti i feat, come sono numerosi i producers

Ad una prima veloce lettura della tracklist risalta subito all’occhio una cosa: anche Noyz, come successo per The Night Skinny nel suo ultimo album “Pezzi”ha voluto dare grande spazio alle next big things della scena italiana. A tutti è caduta la mascella, scorrendo tra le canzoni, alla lettura di nomi come Capo Plaza, Achille Lauro Carl Brave & Franco 126. Effetto sorpresa cercato e voluto da Noyz, anche perchè come detto da lui

Rischi comunque che con amici e colleghi hai già fatto dei pezzi e non mi andava di ripetere le stesse collaborazioni, ho provato a sperimentare ed a rischiare, perchè sicuramente a molti non sarà andato giù il fatto di avere dei giovanissimi nel disco.”

Variegata anche la lista dei producers che hanno lavorato a questo quinto lavoro solista: massiccia la presenza, in ben 7 tracce, di The Night Skinny, che ha curato persino il mixaggio nel suo Edengarden Studio di Milano (“Je dovrei fà na statua” dice l’artista romano, a testimonianza dello stretto rapporto col producer, già testimoniato all’uscita del disco di TNS), 3 tracce per Sine, due sono le produzioni di David Ice ed una a testa per Parix, Boss Doms, Carl Brave e st Luca Spanish.

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“Enemy” track by track

Come già i due precedenti, Noyz sceglie di dare al disco un titolo che racchiude in se tutto. Fu “Guilty” a fare da apripista, si proseguì con “Monster”, fino ad arrivare a questo “Enemy”: il nemico del titolo può essere chiunque, anche te stesso. Pure la copertina e l’artwork dell’album (realizzata da Scarful, artista e tatuatore romano, che già aveva realizzato le copertine di Verano Zombie e Guilty) vanno in questa direzione di guerra e violenza.

Il disco si apre con “INRI”, una sorta di intro in cui Noyz ci da un assaggio, su base di Sine, di ciò che ascolteremo per i seguenti 45′. “Sinnò Me Moro” è il singolo promozionale, di cui è anche uscito il video,e di cui parlerò in modo dettagliato più avanti.

“Mic Check” vede alternarsi al mic il rapper romano e Salmo, sulla base di Sine. Sicuramente l’artista sardo è quello che più si avvicina alle tematiche(ricordiamo che l’album d’esordio, “The Island Chainsaw Massacre”, ci mostrava un Salmo crudo su un tappeto musicale molto rock ed hardcore) ed alla “fotta” di Noyz. Inoltre la traccia presenta uno dei rari ritornelli di quest’ultimo, cosa che non succede poi molto spesso (“non mi piace fare i ritornelli, preferisco concentrarmi sulla stesura delle barre e commissionare ad altri artisti il rit”).

Casa mia” ci mostra invece Noyz sulla traccia coi conterranei Luchè e Capo Plaza. A quest’ultimo (che uscirà settimana prossima col suo primo progetto discografico, dal titolo “20”) è affidato il ritornello, mentre Luchè (sul cui album permane sempre un alone di mistero, al momento…) sceglie un flow cantilenante per una strofa autocelebrativa.

Altro giro, altro artista al rit: stavolta è il turno di Coez, lontano dalla chill attitude di “Faccio un casino” e più nel mood del disco.

“Io vorrei che ste merde non ti odiassero per il successo…
Questi soldi sono il male vero…
Dici che non c’hai n’euro 
perchè vali n’euro
perchè n’euro pare valga più
del tuo poco cervello”

Queste barre racchiudono bene il pensiero di Noyz: la diversità tra la sua generazione e quella nuova, che si approccia solo ora a questa musica e che spesso pensa esclusivamente al fare soldi nel minor tempo possibile, fregandosene della passione e dei sacrifici che artisti come lui hanno fatto in passato.

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Niente X Niente”, su produzione di Skinny, anticipa la prima e unica produzione di Boss Doms, ovviamente accompagnato dall’inseparabile compagno Achille Lauro. “R.I.P.” è una delle tracce più conscious dell’album: Achille abbandona quelle atmosfere samba-trap che lo hanno contraddistinto negli ultimi mesi, per tornare (anche solo per un rit) all’attitudine di “Ragazzi Madre”.

In “Vato Loco”, prodotta da St. Luca Spenish, da ricordare sicuramente il props al progetto Liberato (“Fuori dai cancelli, Liberato uscito il nove maggio” uno dei progetti più fighi usciti in Italia, a detta di Emanuele), mentre in “Matanza” torna la collabo con Rkomi. Dopo “Verme”, contenuta nel disco solista del classe 94, e sempre sotto la produzione di Skinny, da apprezzare sicuramente gli extrabeat con cui i due artisti si approcciano alla traccia.

Su “Borotalco”, feat. di Carl Brave e Franco 126, potrei scrivere per righe e righe… Personalmente è la traccia che mi ha colpito maggiormente: produzione essenziale e che crea un’atmosfera cupa, i tre artisti si alternano a meraviglia, infondendoti quella sensazione di asma ed ansia di cui si parla nel rit.

Mark Renton prende il nome dal personaggio del romanzo di Irvine Welsh e dei film di Danny Boyle, solite atmosfere truci ed incazzate anche in “Lone Star” ed “Enemy“, per chiudere il disco con le due canzoni già edite “Training Day” e “Lobo“.

Noyz “re” di Roma: il rapporto con la città eterna

Non ho volutamente parlato del singolo uscito due settimane fa perchè, personalmente, merita un capitolo a parte. “Sinnò Me Moro“, seconda traccia di questo nuovo album, prodotta da Skinny, colpisce più volte come un pugno allo stomaco. Il campionamento, da parte del produttore molisano, del ritornello della canzone della stornellara romana Gabriella Ferri è già una dichiarazione d’amore da parte del Noyz (che ci rivela di aver già campionato il pezzo della Ferri anni fa, senza mai però aver utilizzato quel determinato beat) verso la sua città natia.

Rapporto di “amore ed odio” però, tant’è che, come da lui detto, la sua visibilità è notevolmente aumentata dopo che ha lasciato Roma per trasferirsi in pianta stabile a Milano. “Roma è una città che ti da tanto a livello di materiale artistico, ma non è un caso che il mio momento di maggior successo sia arrivato a Milano.” dichiara Emanuele. Non è il primo artista a dover lasciare la propria casa per svoltare e giocarsi le proprie chances…

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Dicevamo del singolo. La sensazione che sia una vera e propria elegia, una sorta di requiem, la notiamo a maggior ragione nel video (girato da Francesco Lettieri, l’uomo dietro la macchina da presa, anche, del fenomeno Liberato): in pochi, se non nessuno, ormai utilizza più il bianco e nero per le proprie clip, in una era che lo sfarzo ed il colore è sempre più ostentato. Invece Noyz va controcorrente, e col suo carro funebre percorre le vie di Tor Vergata (“La mia idea, inizialmente, era quella di passare davanti al Colosseo, scendendo fino al Circo Massimo la mattina all’alba, sui sampietrini bagnati. Purtroppo però a Roma se vuoi inquadrare determinati monumenti il costo è parecchio elevato, e diventava troppo dispendioso”), fornendoci sempre immagini forti, da accompagnare al suo flow carismatico.

Dopo il disco…

Dopo l’uscita del disco, iniziano così le estenuanti settimane di instore, vero massacro a detta dell’artista.

“Avrei preferito fare una decina di conferenze in cui magari ci fai una chiacchierata co sti ragazzi, invece l’instore è un incontro molto asettico in cui ti stringono solo la mano e ti fanno la foto”. 

A fine maggio inizierà poi il tour estivo, in cui Noyz si vedrà accompagnato ai due Dj storici, ovvero Gengis Khan e Sine (entrambi presenti da “Non Dormire” del 2005): il primo che interagirà durante il concerto, mentre il secondo probabilmente farà un dancefloor pre e post esibizione.
Partirà anche poi il tour invernale, con un’altra formazione ancora.

Enemy, ovvero la giusta conclusione (?) della carriera di Noyz

In conclusione, questo quinto disco solista ci regala sempre lo stesso Noyz a livello di tematiche, nessuno si aspettava chissà quali cambiamenti o stravolgimenti rispetto allo stile che lo ha consacrato a mostro sacro dell’hip-hop italiano. L’album è molto curato sia a livello di testi che di produzioni, suona molto compatto e non troviamo tracce che stonino col passare dell’ascolto.

Tutti gli ospiti presenti, come confermato dal rapper, si sono adattati al suo stile, e non il contrario, e questo è sicuramente un punto a suo favore. Per chi ha sempre apprezzato l’artista sin dai primi album, come “Non Dormire” o “Verano Zombie”, quest’ultimo “Enemy” piacerà parecchio. Per tutti gli altri, un ascolto dateglielo, non sia mai che rivalutiate un’artista che non si adegua ai soliti canoni dei (t)rappers di oggi.

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