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Approfondimento

Migos in declino, Francia sul tetto del mondo: riecco Passepartout

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Eccoci di nuovo qui! Non è passato neanche un mese e siamo di nuovo tornati a farvi compagnia con Passepartout, che vi porterà a scoprire le ultime uscite internazionali. Il road trip di questo mese è molto intenso, ed oltre alle nostre tappe “solite” troverete una meta inedita… Ma è ora di partire, e lo facciamo con delle nostre vecchie conoscenze!

Come di consueto, ad accompagnarvi in questa lettura, il sottofondo musicale ad hoc: la nostra super playlist!

L’effetto MIGOS é già svanito?

Sì, siamo tutti d’accordo, la domanda è oltremodo provocatoria e anche esagerata. Il trio di Atlanta vanta numeri che in pochissimi altri nel rap-game riescono a fatturare, essendosi creati anche una sorta di aura da “Re Mida”, tramutando in oro tutto ciò che toccano. CULTURE (ne avevamo parlato qui) è stato certificato platino dopo pochi mesi, il sequel (ne avevamo parlato qui) ha debuttato in vetta alla US Billboard 200 ed anch’esso ha ricevuto la massima certificazione in breve tempo. E quindi direte voi: WHAT ARE WE FUCKIN’ TALKING ABOUT?! Come puoi definire semplice fenomeno mediatico uno dei gruppi più in voga di tutto il mondo?

Abbiamo iniziato a storcere il naso sin da gennaio scorso, quando uscì CULTURE II: a differenza del primo capitolo, che aveva dato nuovo lustro alla trap ed al modo di concepirla, palesando questo fenomeno agli occhi del mondo intero, il capitolo successivo è sembrato essere una playlist troppo lunga. Ventiquattro pezzi, due ore scarse di durata, numero di ospiti presenti sul disco tendente all’infinito e tracce che si somigliavano tanto l’un l’altra – se volete chiamarla delusione non sarò di certo io a contraddirvi.

Ma a distanza di quasi un anno da quell’album, cosa ne è stato dei tre?

Era inevitabile che, dopo essersi presi la scena come trio, avrebbero tentato di fare lo stesso anche come singoli.

Il 12 ottobre è stato pubblicato per Quality Control Quavo Huncho, primo album solista di Quavo. Era anche scontato che il primo ad emergere dovesse essere lui: vantando parecchie hit nei featuring (pick up the phone di Travis Scott, ma anche Congratulations di Post Malone o I’m The One nel disco di Dj Khaled) ed essendo il più riconoscibile per il timbro di voce. Ma l’equazione “ottime comparsate + buona personalità solista = ottimo disco” non sempre viene rispettata, anzi…

Il disco risulta piatto, con (pochi) alti e (tanti) bassi – e non stiamo parlando di produzioni purtroppo – in cui il meglio lo troviamo in Fuck 12, inno contro la polizia (molto bella la scelta di inserire come intro un discorso di Malcolm X a Los Angeles del 1962, in occasione del funerale di una vittima del LAPD) spalleggiato dal cugino Offset, o anche in Champagne Rosé, dove Cardi B & Madonna risultano perfette spalle canore! Ma l’impressione generale è che Quavo si sposi meglio accompagnato ad altri artisti, piuttosto che in tracce singole, che risultano alla lunga pesanti e monotone. Nemmeno il lato produzioni riesce a far svoltare un disco anonimo, di cui avremmo fatto anche a meno.

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Cosa dovremmo aspettarci, quindi, dal disco solista di Takeoff, The Last Rocket, previsto per il prossimo 2 novembre? O, peggio ancora, dal terzo capitolo di CULTURE, annunciato pochi giorni fa per l’inizio del prossimo anno? Le aspettative non sono poi così alte….

Oxnard: abbiamo una data d’uscita

Si chiamerà Oxnard ed uscirà il 16 novembre. E dopo Venice e Malibu, il nome richiama l’ennesima cittadina situata sulla costa ovest dell’America, più precisamente quella della California. Non manca poi così tanto al nuovo lavoro di Anderson .Paak: il sophomore album dell’artista californiano, due anni dopo Malibu, sarà anche il primo dopo la firma per l’etichetta di Dr. Dre, la Aftermath Records. Se l’attesa era alta, l’uscita del singolo non ha fatto altro che accrescerla ulteriormente.

Già, avete letto bene. C’è anche Kendrick Lamar ad arricchire una canzone già di per sé trascinante ed elettrizzante. E non è l’unico artista di spessore che sarà presente nel disco: tra i feat troviamo lo stesso Dr. Dre, Pusha T, J Cole, Q-Tip, Snoop Dogg e BJ The Chicago Kid. Iniziate il countdown, al 16 non manca poi così tanto!

WRLD ON DRUGS: Future instancabile

Solo pochi mesi sono passati da Beast Mode 2, il mixtape interamente prodotto da Zaytoven, ma il rapper di Atlanta Future è tornato immediatamente in sala di registrazione per incidere un nuovo disco. Non da solo stavolta, ma in compagnia del giovane trapper di Chicago Juice Wrld.
L’album si chiama
WRLD on drugs, anticipato dal singono Fine China, e vanta le collaborazioni degli artisti che da sempre gravitano attorno a Pluto: Young Thug (i due hanno inciso un mixtape assieme, Super Slimey), Lil Wayne, Gunna e Nicki Minaj.

La Francia si dimostra sempre al top

Sin dalla puntata zero della nostra rubrica abbiamo voluto dare ampio spazio ad una scena che, nonostante nel nostro paese sia poco calcolata, nel resto d’Europa è probabilmente una delle più in voga ed importanti, a cui anche i nostri artisti guardano e si ispirano. Stiamo ovviamente parlando dei nostri cugini d’Oltralpe, che col passare del tempo acquistano importanza e visibilità anche oltreoceano. Una realtà che sta sempre di più intensificando i rapporti con l’Italia (questo è solo l’ultimo esempio) e che nella sua varietà di stili riesce ad accontentare tutti, dal giovane che si approccia a questa musica da poco al più navigato ascoltatore.

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Sch come Giulio Cesare: ecco JVLIVS

Prendiamo ad esempio Sch, artista marsigliese da poco fuori col suo nuovo album JVLIVS. Il rapper è noto anche al pubblico italiano per le sue due collaborazioni con Sfera Ebbasta (Balenciaga e Cartine Cartier, contenute nell’album omonimo del ragazzo di Cini) e per aver girato un video tra le Vele di Scampia.

L’ultimo album è un viaggio, il racconto della vita di un criminale suddivisa in capitoli, che si snodano lungo le 17 tracce del disco, toccando tutti i cliché della figura iconica di un malvivente: armi, droga e donne. Il nome del disco, infatti, oltre ad essere il vero nome dell’artista (Julien all’anagrafe), va inteso come riferito alla figura di Giulio Cesare, il più grande imperatore romano, figura autoritaria e di potere per antonomasia.

Le produzioni fanno da ottimo sottofondo al viaggio anche introspettivo che viviamo con l’ascolto, ma una parte fondamentale viene creata dai video, curati come se fossero dei film.

L’afrotrap di MHD

Dicevamo prima della eterogeneità della scena francese… Se Sch, come visto sopra, può avere sonorità più consone alla scena rap, altri due artisti hanno pubblicato album molto più distanti, ed allo stesso tempo originali, rispetto a quello di cui sopra.
Partiamo da MHD, che col suo album 19 (come il quartiere da cui proviene il ragazzo classe ’94, il 19° arrondissement di Parigi) ci porta su sonorità decisamente più afro. Già dall’intro ci troviamo catapultati in mezzo alla savana, con suoni tribali stile
Re Leone. Un progetto ambizioso, più lontano dai canoni consoni della scena rap, più riconducibile ad una sorta di afrotrap, come i precedenti singoli da lui pubblicati.

Nell’album troviamo anche WizKid nel singolo Bella, collabo internazionale con l’artista nigeriano, passato alla ribalta per il suo feat in One Dance di Drake, vero e proprio tormentone estivo di qualche anno fa.

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MHD tra l’altro si esibirà il 21 novembre ai Magazzini Generali di Milano col suo tour di presentazione di 19.

Sadek e l’azzardo brasiliano

Altro artista che ha rischiato parecchio col suo nuovo lavoro è Sadek. Artista classe ’93, al sesto album ufficiale ha scelto di lavorare su sonorità che richiamano i ritmi brasiliani, intitolando appunto l’album Johnny De Janeiro. Il suo flow si sposa perfettamente anche con produzioni diverse rispetto al solito, che potrà essere un azzardo per molti (anche il sottoscritto inizialmente era parecchio scettico, lo ammetto)… Ma fatevi trasportare dai banger come Bep bep, lasciate che il flow di Sheriff vi dia il ritmo per muovervi incessantemente. Il disco è una bella scoperta, originale come appunto quello sopra di MHD (non un caso che anch’esso sia presente come feat in Johnny De Janeiro), perché la realtà francese riesce sempre a sorprendere.

Bad Bunny ci trascina con ritmi latini

Inauguriamo da questo mese anche la scena latina, e non possiamo farlo se non con l’esponente di spicco e più noto: Bad Bunny. L’artista portoricano uscirà a breve col suo primo disco ufficiale, intitolato La Nueva Religion, ed il primo singolo è una bella mina: MIA vede accreditato come feat nientepopodimeno che DRAKE! Il proprietario dei Raptors si cimenta in una strofa interamente in spagnolo, su un beat di Mambo Kingz, succosa anticipazione dell’album del Conejo Malo, che ormai sembra essere veramente alle porte.

Video of the month!

A chiudere la puntata, come di consueto, la selezione dei migliori video usciti il mese scorso.

Partiamo col nuovo estratto dall’ultimo disco East Atlanta Love Letter di 6Lack. Sulla traccia ci troviamo anche J Cole, l’album è tanto bello quanto quello prima… Se non lo avete recuperato, fatelo al più presto.

Su Astroworld abbiamo detto e scritto tantissimo (qui trovate la review), personalmente lo ritengo il miglior disco dell’anno. Bene, è uscito il video di Sicko Mode. Ci sta Drake, ci stanno un sacco di culi, il video è un viaggione! Buona visione ;) 

Di Lefa, ex membro della Sexion D’Assaut, ne abbiamo già parlato su Passepartout. L’ultimo disco,3 du mat, è di alto livello sia come testi che come produzioni, e da poco è disponibile il video di J’mè Tèlèporte. Chiudiamo la puntata con questo, ci sentiamo a dicembre!

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