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Approfondimento

X tutto questo tempo: il Colle si racconta

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Ci sono i Colle al Santeria, se vuoi fare una serata revival”. Nel caos di questi giorni prenatalizi, tra cenoni, regali e chincaglierie varie, giovedì casualmente avevo una serata libera, e la proposta è stata quella di scendere in uno dei locali più attivi di Milano. A fare che? Ad assistere alla proiezione di X Tutto Questo Tempo, docufilm girato da DeeMo Paolo Freschi per PanOttica, che hanno seguito la genesi e la gestazione dietro le quinte di uno degli album più chiacchierati di quest’anno (e non solo): Adversus dei Colle Der Fomento.
Ultima data di questo minitour iniziato il 6 dicembre al Làbas di Bologna, dopo cinque date il gruppo romano chiude questa prima parte di promozione nella città meneghina, con appunto la proiezione di 45 minuti del documentario, seguito dal dj set dell’immancabile DJ Baro.

Un silenzio assordante

Possiamo affermare con certezza che il Colle è stato uno dei gruppi più chiacchierati dell’ultimo decennio, nonostante da Anima e Ghiaccio siano passati la bellezza di undici anni. Anni fatti di silenzio, perché il Colle non è mai stato troppo attivo sui social (in antitesi con le attuali tendenze, perché al Colle di fa’ tendenza non gliene frega niente…) e quindi ogni informazione, ogni anticipazione, o anche solo le poche (due) tracce uscite nel frattempo erano state viste come un evento.
Fino all’avvento della Mempo, la maschera da guerra giapponese che troneggia sulla cover di Adversus.Adversus è stato pubblicato il 16 novembre per TAK Production Tuff Kong Records. Interamente curato e prodotto da DJ Craim, ritroviamo Danno e Masito con la stessa fotta ed incazzatura dei primi ’90, a lottare su un triplice fronte: contro il nemico tiranno chiamato tempo, che scorre inesorabile e ci porta via le cose a noi più care; il nemico che c’è fuori, ossia la società; ed il nemico inconscio ed interiore, il peggiore, i demoni che ci tormentano durante tutti i giorni, come l’ansia e la depressione.

X tutto questo tempo

Il docufilm ci porta dietro le quinte della lavorazione di Adversus (qui la puntata di ZoomIn dedicata), vediamo alcuni spezzoni della registrazione delle tracce intervallate dalle interviste fatte a Danno e Masito. Non mancano le impressioni di Baro e di Craim, vero deus ex machina musicale che ha portato alla genesi di questo lavoro.
Non manca nemmeno la sincerità, se è lo stesso Masito ad affermare:«Se aspettassi un disco tre, cinque, dieci anni, probabilmente quel determinato artista inizierebbe a starmi sul cazzo!». Sì, perché è stata estenuante l’attesa per questo disco, e le aspettative man mano si sono fatte sempre più alte…X Tutto Questo Tempo è un viaggio nell’anima del Colle, un racconto introspettivo su cosa li abbia portati a prendersi così tanto tempo, a narrarci a tu per tu cosa abbiano fatto in questi anni, i loro progetti.
«È stato come ammirare l’opera di un pittore geniale: una pennellata impressa su tela, senza mai sapere quando la prossima sarebbe stata dipinta. Danno e Masito si chiudevano in studio, buttavano giù una strofa, ma la seguente avrebbe potuto vedere la luce mesi dopo.» ci descrive Craim all’interno del suo studio di registrazione, e non fatichiamo ad immedesimarci in lui, consci dell’attesa spasmodica creatasi attorno a questo disco.Nel racconto delle tracce scopriamo che Penso Diverso è il pezzo più politico, e che è tristemente attuale vista la situazione che si è venuta a creare in Italia; ma anche che Lettere d’argento è una dichiarazione d’amore di Masito verso l’altra sua grande passione, il writing. L’importanza delle parole la notiamo ad ogni strofa, ad ogni barra: certe rime sono come cartelle che ti lasciano il segno, che ti stendono mandandoti K.O.
Non è un caso che uno degli alter ego del Danno sia sempre stato Jake La Motta (il pugile cui si è ispirato Robert de Niro per Toro Scatenato), assieme anche al Jedi Master. «Ma arrivati nel 2018 non puoi sempre pensare di vestire i panni del supereroe, del rapper incazzato ed indistruttibile: capita allora che torni a casa, svesti quei panni e fai i conti con l’uomo. L’uomo si ammala, l’uomo si rompe, l’uomo si spezza.» Ed è così che nasce Polvere, e la strofa di Simone si allaccia a quella ancora più profonda e sentita di Masito: una strofa dedicata ad un amico, ad un fratello che non c’è più. Quel Primo andatosene troppo presto.
«Bisogna quasi arrivare a perdere le cose per capirne l’importanza.»

Mempo

Ed è solo allora che la musica viene vista anche come armatura, che puoi indossare per isolarti dal resto del mondo. Magari mettendo su proprio la maschera giapponese Mempo, che compare in tutta la sua iconicità sulla cover.
Ma adesso, dopo anni di attese, godiamoci questo nuovo disco, perché potrebbero anche passare molti anni prima di averne uno nuovo.
Tra graffiti, Welcome2TheJungle, Good Old Boys e la vita personale che ognuno ha, il Colle suona sempre forte, anche ad anni di distanza.

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