Ho pensato a lungo su cosa dire di quest’ultimo lavoro del maestro Murubutu. Prima di darvi la mia valutazione sull’album è necessario fare delle premesse: partiamo dal fatto che sono un amante dell’arte poetica del maestro e prediligo, da sempre, il conscious rap, in quanto per me il rap deve raccontare una storia, che sia personale o meno, e deve trasmettere emozioni.
Dieci tracce compongono l’album Tenebra è la Notte ed altri racconti di buio e crepuscoli, all’interno delle quali possiamo trovare il meglio del rap italiano attuale come: Willie Peyote, Dutch Nazari, Caparezza, Mezzo Sangue, Claver Gold e La Kattiveria.
Con quest’album penso sia successo qualcosa di veramente unico, per la prima volta in vita mia, desideravo che un album non venisse pubblicato.
Vi racconto il perché:
Lyrics & Skills: 9
Dal punto di vista tecnico e stilistico l’album si presenta come un progetto unico nel suo genere, letteralmente sopra una spanna rispetto ai lavori precedenti del prof. In quest’opera musicale, Murubutu si spinge oltre. Dal punto di vista contenutistico, infatti, affronta temi filosofici complessi che vengono presentati in una veste semplice e accessibile ai più, come ad esempio accade nel brano Wordsworth in collaborazione con Caparezza, che affronta, attraverso il collegamento ad una delle opere di maggior fama del padre del romanticismo William Wordsworth, la finitezza della vita umana che si confronta, nello sguardo del lume notturno, con l’infinitezza della natura.
Ma non finisce qui: infatti, ogni brano, sia in collaborazione con altri artisti che in solitaria, rappresenta un piccolo diamante; altro esempio può esserne La notte di San Bartolomeo, undicesima traccia dell’album, che si ricollega al filone dei racconti storici in versi a cui il professore ci ha abituato negli anni (vedi L’armata perduta di Re Cambise presente in L’uomo che viaggiava nel vento ed altri racconti di brezze e correnti). La notte di San Bartolomeo infatti affronta la strage che venne compiuta la notte tra il 23 ed il 24 agosto 1572 a Parigi, da parte della fazione cattolica ai danni degli Ugonotti.
Instrumentals: 8.5
Dal punto di vista delle instrumental posso dire che il lavoro è stato studiato nei minimi dettagli, presentando un suono impeccabile e perfetto, capace di creare atmosfere notturne perfette a metà tra la potenza il rap e la capacità evocativa della musica classica del 1800.
Le capacità musicali dei produttori (Il tenente, DJ West, XxX -Fila, Swelto, DJ Fastcut, SuperApe, R-Most) si evincono al primo ascolto dell’intero progetto, portando l’ascoltatore a sperare che l’album non si concluda in sole 10 tracce.
Style: 9
Stilisticamente incriticabile, il progetto si pone, come ogni album di Murubutu, in una categoria a sé stante, lontano dalle logiche del mercato attuale e lontano da ogni possibile paragone con esso.
Ne è una prova il brano Occhiali da luna featuring Willie Peyote e Dutch Nazari, che su una strumentale blues ci porta all’interno delle notti degli artisti tra l’essere e non essere, tra gli addii e l’essere fenomeni; perché la notte siamo tutti un po’ fenomeni “finché non si sveglian tutti”.
Artwork & Visual
Se potessi dare un voto all’Artwork e al Visual darei certamente un 10. La copertina dell’album, realizzata da Julien Cittadino, ricorda anch’essa come le precedenti la copertina di un libro, in particolare in questa è rappresentata Nyx, divinità primordiale greca, figlia di Caos, tanto bella quanto potente da essere temuta dallo stesso Zeus.
L’album è stato seguito dalla pubblicazioni di una serie di artwork creati ad hoc da Roby il pettirosso che possono essere definiti delle vere e proprie opere d’arte.
Dal punto di vista dei video, penso che mai sia stato fatto un video più toccante e vero di quello realizzato da Nicola Corradino, che ci porta dentro a una storia davanti alla quale è davvero difficile non commuoversi. Ad oggi, se mi chiedessero cos’è l’amore, sicuramente direi che è ciò che è stato rappresentato da Nicola nel video de La vita dopo la notte.
Voto Finale: 8.8
A questo punto vi chiederete perché non volessi che l’album fosse pubblicato. La risposta è semplice: perché l’ho sentito così tanto mio da temere che molti degli ascoltatori abituati a suoni e stili diversi andassero a distruggere, coi loro commenti e le loro opinioni, un’opera unica nel suo genere, tanto bella quanto profonda.
P.S.: caro Murubutu, probabilmente avrai letto questa recensione e ti chiederai come mai non ti dia un nove pieno nella valutazione, vedila come una rivincita nei confronti della mia carriera scolastica. Hai prodotto un album di grande pregio, ma sappiamo tutti che puoi dare molto di più e non aspettiamo altro che restare sorpresi.