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Intervista

Solo barre e sample: il live di Blo/B e Gionni Gioielli

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Si dice che neanche i bolognesi sappiano quant’è bella la loro città. La verità è che lo sanno benissimo, e l’alchimia magica che la avvolge influenza anche gli occhi di chi la visita.

Rapiti da questo incantesimo, venerdì 8 febbraio siamo stati allo spazio organizzato A Skeggia, punto di ritrovo fisso gestito dai sostenitori rossoblù Forever Ultras 1974 e Freak Boys 1986, dedicato ad un ragazzo della curva scomparso prematuramente. Tra le attività dell’ex officina, situata al civico 169/b di via Andrea Costa nel cuore del quartiere Saragozza e ai piedi dell’impianto sportivo monumentale dedicato a Renato Dall’Ara, gli eventi Hip Hop sono spesso di casa.

In questa serata pungente, Blo/B e Gionni Gioielli hanno portato in scena la loro attitudine Hip Hop fatta di barre e sample performando per la prima volta in assoluto i rispettivi progetti: MOMA – concept sviluppato sull’arte del ‘900 e acronimo di Museum Of Modern Art – e Young Bettino Story – concept dedicato alla politica e alla società italiana degli anni ‘80 con focus sulla figura dell’allora premier Bettino Craxi. Entrambi i lavori fanno parte della serie Make Rap Great Again, sviluppata da Gioielli e inaugurata proprio con YBS fino ad arrivare al più recente Anonima sarda che vede Lil Pin protagonista al microfono.

Prima di procedere nel racconto, ringrazio Nicola Braga (@nicolabraga_photo) per tutti gli scatti della serata.L’atmosfera non può che essere di quelle underground, come quelle in cui mi imbatto abitualmente in giro per il nord Italia ancora oggi, anno in corso 2019. La serata è fredda, ma alcuni dei ragazzi che poi si esibiranno in apertura sono attorno ad un tavolo fuori dal locale a scambiarsi qualche rima goliardica in freestyle. Non c’è fretta e tutto procede in un’apparente quiete, tra una birra e l’altra. Questa atmosfera si interrompe solo con l’arrivo improvviso di Blo/B e Gioielli che, durante un accuratissimo sound check, propongono ai ragazzi già presenti nel locale un pre-show, a tratti esilarante, non risparmiando commenti alla kermesse sanremese e intonando i ritornelli di Trap Phone o Sister (Pastiglie) di Chadia Rodriguez.

Solo più tardi li rivedremo in azione perché, nell’ora e mezza successiva, hanno fatto rimbombare dalle casse le loro strofe i ragazzi del collettivo romagnolo Colpo di stato poetico seguiti da Buster Quito, che ha presentato con tutta la crew il progetto Sciogli i ghiacciai. A dirigere l’intera serata dalla consolle: Willy Ego, che ha mantenuto le redini anche durante l’attesissima esibizione di Blo/B e Gioielli.Il locale è caldo e ci si muove già all’unisono quando arriva il momento di fare sul serio. Con un timing sorprendente si alternano traccia dopo traccia Blo/B e Gioielli che esplodono a gran voce la quasi totalità delle cartucce che riempiono il caricatore dei rispettivi progetti discografici targati MRGA.

Blo/B è una mitragliatrice d’assalto, ma nulla a che vedere con la serie AK. La sua precisione è impeccabile, senza perdere mai un colpo, terrificante e raffinato proprio come un Heckler & Koch 416, un’arma tedesca del XXI secolo adottata dalle forze speciali di tutto il mondo per le caratteristiche tattiche altamente efficaci. Gioielli non può far altro che brillare. Ad ogni barra corrisponde un boato e si salta per la violenza subdola ed ignorante che contraddistingue le sue punch-line. È una mina anti-rapper, modello Claymore, attivabile a distanza per salvaguardare un’attitudine Rap con la r maiuscola. Non tutti gli inneschi sono perfetti ma, oltre alla carica esplosiva, la deflagrazione è frammentata al fine di uccidere e ferire gravemente anche chi si trovasse nei pressi della mina al momento del suo scoppio. Implacabili!

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La quiete torna solo quando, dopo una breve pausa e lattine di birra alla mano, ci accomodiamo in una piccola sala del locale tappezzata da foto storiche degli ultras del Bologna.

Comè andata?

Blo/B: Non vediamo già l’ora di ricominciare. La prossima settimana abbiamo in programma Torino e poi, verso aprile, Rovereto. Suoniamo dove ci vogliono. Situazioni come queste sono parecchio fighe.
Questa sera è stata proprio la “prima alla Scala”! (risate – ndr)
Sono stra, stra, stra contento! Ce lo siamo provati per un po’ e il risultato è stato solido. Certe cose non te le puoi improvvisare dal nulla sul paco. È anche vero che alcune cose le puoi pure provare mille volte, ma poi dal vivo, di fronte al pubblico, è un altro livello. È come fare da sparring partner e poi trovarti in mezzo a duna rissa! (altre risate – ndr)
Lo abbiamo preparato alternando i nostri pezzi, in un bel mix che ci piaceva molto. Come dice lui (indicando Gioielli che si avvicina – ndr) dovevamo anche rifiatare perché siamo vecchi. (risate – ndr)

Gioielli: Hai visto (facendo un cenno a Blo/B – ndr) che tutte quelle birre che ci siamo fatti mentre lo provavamo hanno fatto solo bene! Tu che non mi davi fiducia dicendo che mi sarei dimenticato tutte le strofe… invece ci siamo divertiti! Credo sia stato molto divertente. In linea con la nostra attitudine.

A proposito di attitudine. Che ci dite dei vostri rispettivi progetti e di Make Rap Great Again?

Gioielli: Sai cos’è? Noi ci divertiamo a fare la musica, punto. Ognuno di noi fa altre cose, altri lavori… Non ci siamo organizzati in modo professionale. Chiaramente, non siamo nemmeno dei novellini che improvvisano! Abbiamo tanta esperienza, ma non ci interessa tutto ciò che sta attorno alla musica in se. Non facciamo la promo, non facciamo le foto… a queste cose non ci pensiamo. Non abbiamo tempo per questo. A noi interessa fare musica, io faccio il mix, registro, scrivo, produco… In genere preparo il master del disco la sera e lo carico immediatamente su Spotify e quando è pronto è fuori! Il disco di Lil Pin (Anonima sequestri – ndr) l’ho pubblicato proprio così.
Mettiamo tantissima cura nelle cose, però allo stesso tempo anche pochissima. Un lavoro artigianale.

Per semplificare, e fare un esempio internazionale, l’approccio è quello che caratterizza anche Griselda Records. Griselda è una realtà nata nella città di Buffalo (New York), una crew di rapper con un solo proposito: rappare. Ciò che è al centro è il rap, la voglia di farlo divertendosi, parlando dei propri interessi, senza ricercare mix perfetti o prodotti puliti: un concentrato di passione.

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Blo/B: Per noi è come prendere l’energia di un momento.
Poi, sia io che Gioielli, veniamo da un’esperienza dove i dischi li abbiamo lavorati, stra lavorati, fino a che praticamente arrivi ad odiarli. Con questo approccio per noi è più facile fare le cose mantenendo grande entusiasmo verso il progetto.

Gioielli: L’approccio è proprio questo. Abbiamo registrato il tutto (riferendosi a MOMA – ndr) in due sessioni. Anche il processo creativo è stato rapido. Da me abbiamo selezionato i beat, poi lui ci ha scritto sopra. Abbiamo provato un po’, ci siamo confrontati anche con l’aiuto di qualche birra, poi musica, poi due stronzate… Alla fine in due serate in studio da me lo abbiamo registrato.
Un professionista ci direbbe che siamo degli imbecilli.
Noi invece siamo dei cazzo di geni! (risate generali – ndr)

Blo/B: Questa è un’occasione per noi di avere sempre roba fresca, roba che ci piace, curata sotto quegli aspetti che interessano a noi. Ti ripeto. Tantissime volte capita che un disco lo fai, lo chiudi e poi muore lì perché non ne puoi più. MOMA invece è un’eccezione, mi piace riascoltarlo e andare in giro a suonarlo.

 Gioielli: Solo creatività! Solo processo creativo che ha portato al progetto vero e proprio.
Io avevo smesso con questa cosa perché non era più un divertimento. Questa è musica che faccio da quando ho 11 anni e è ho iniziato a farla perché mi divertiva. Adesso ne ho 40. Se non mi diverte, che cazzo la faccio a fare?

Sviluppate comunque dei concept molto ricercati…

Gioielli: Vero, ma fino ad un certo punto. A noi non interessa asciugare nessuno con le nostre follie.

Blo/B: Non facciamo lo spiegone a nessuno! Non ci interessa.

Gioielli: Noi ti proponiamo barre e samples con un po’ di flash, informazioni a spot e citazioni fighe. Lavoriamo ad un puzzle da comporre. Se a chi ci ascolta piace, ben venga perché sappiamo che poi si andrà ad approfondire qualcosa rispetto alla nostra musica. La musica che abbiamo ascoltato noi era piena di riferimenti e a noi piaceva così. Con questi riferimenti lasciamo molto spazio all’ascoltatore di approfondire, come meglio crede, questa cosa. Per noi è importante.

È proprio la passione per questa musica che trasuda anche da questo backstage. Ogni tentativo di “intervista” svanisce con piacere ascoltando i coinvolti, tra cui è arrivato Moder, parlare di dischi in un continuo confronto su idee ed impressioni frutto dei rispettivi bagagli culturali ed esperienze maturate in studio, sui palchi e in strada. Lì dove ci si lascia sempre, nel cuore della notte, a fine serata.

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Superstite del forum, qui scrivo ancora con la passione di un utente. Con un focus sul panorama italiano, più che scrivere di rap lo ascolto e lascio spazio ai suoi protagonisti.
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