
L’intreccio tra le storie artistiche di Chief Keef e Zaytoven non è così scontato come potrebbe sembrare. Il primo, uno dei pionieri della Drill e l’altro uno dei produttori che ha contribuito alla diffusione del suono Trap. Un match che sembra semplice e immediato. Invece il rapper di Chicago e il produttore di Atlanta sono, forse, le due persone più distanti uno dall’altro. Keef è un ragazzo di 23 anni vissuto già un paio di vite, abbastanza simile ad una reincarnazione di un improbabile nipote di Satana. Zaytoven invece, malgrado l’incontestabile successo, va ancora a suonare l’organo la domenica in chiesa.
L’incontro sulla traccia è però qualcosa che va oltre le storie personali. O meglio ne esalta i lati più profondi. GloToven – unione tra Zaytoven e Glo (Glo Gang è la crew di Keith) – è uno dei progetti migliori usciti negli ultimi tempi per entrambi i protagonisti. Il produttore ne parla infatti come “uno dei suoi album preferiti” e il rapper si riscopre in una forma invidiabile e che non si vedeva da un po’. 36 minuti di uno strano mix di sentimenti e sbruffonaggine.
L’ALBUM IN VOTI
Instrumental: 8/10
Zaytoven è un maestro, su questo non si discute minimamente. Dalla prima hit Icy con Gucci Mane, ai capolavori della serie BEASTMODE in compagnia di Future, il produttore ha contribuito alla costruzione di un suono. Il suono che spopola in questi anni. Mettendo al servizio di un matto come Keef la sua ventennale esperienza, il risultato è particolarmente azzeccato. La possibilità di sperimentare e divertirsi, come lui stesso ha affermato, si sente tutta. Restano ossessive le sue sequenze di piano e le melodie nei ritornelli. Il tappeto sonoro è studiato per permettere a Chief Keef di potersi esprimere al meglio, assecondandolo spesso durante i suoi “biascicamenti”. L’ambientazione sempre un po’ scura è un boost per l’artista sulla traccia.
Non perde l’occasione per virtuosismi come in Fast, dove il beat gioca e muta per lungo corso del brano.
Lyrics & Skills: 7/10
Premessa: per capire veramente i testi di Chief Keef bisogna, nella maggior parte dei casi, tenere bene a mente tutta la sua vita. Conoscerlo è una base necessaria. Lasciarsi influenzare negativamente dalla prima barra insensata o dall’ennesimo riferimento alla lean sarebbe un errore. Quindi, dato che questa recensione non è la sede appropriata, vi invito ad un primo passo.
Detto questo, il Keith che ascoltiamo in GloToven è decisamente uno dei migliori mai ascoltati. Il duetto con Zaytoven lo aiuta davvero tanto. Si percepisce la motivazione e la volontà di non sprecare delle basi così succose. Il suo stare sulla traccia è unico e inimitabile, malgrado tante imitazioni. Le sue ad libs sono un marchio di fabbrica che lasciano scorrere il flow leggero su tutto il brano, senza la minima interruzione. Scazzato e spesso irriverente. I testi sono profondi e parlano, finalmente, tanto. La sua iperprolificità è stata spesso un problema per quanto riguarda la qualità lirica.
Ain’t Gonna Happen nella prima parte è struggente. La perdita del cugino fraterno Fredo Santana, l’inizio da pusher, la perdita della madre. La seconda parte della strofa, invece, si tramuta al presente: tutto quello che ha conquistato è merito suo e del suo lavorare duro. Un ritratto fin troppo preciso di quello che è Chief Keef.
Riferimenti a recenti fatti si trovano anche in Spy Kid, unico singolo dell’album. Il rapper ci illustra tutto quello che non gli va e in particolare:
“I spy a fake ass bubble Moncler (I spy, shh, fake ass shit)”
69 è il prescelto di questa barra. Testimone diretto del fare la spia e soprattutto mandante di un tentato omicidio nei confronti proprio di Sosa.
Style: 9/10
Due pesi massimi che danno vita a 12 tracce. Due artisti che quasi da soli hanno contribuito alla creazione di suoni e modi di stare sulla traccia. Il mumble rap per eccellenza che si muove sulle dolci note del piano più riconoscibile d’America. Essendo loro stessi e andando oltre la mera interpretazione Chief Keef e Zaytoven hanno lasciato la loro pietra miliare nel rap made in USA. Non perché GloToven sia un progetto indimenticabile, ma più perché a farlo sono stati loro.
Vi basteranno 2 secondi per riconoscerli e 2 mesi per togliervi dalla testa le melodie.
Artwork & Visuals
La stella dorata antropomorfa è un richiamo a Fredo. Keith è rimasto, inevitabilmente, cambiato per sempre dalla scomparsa del cugino e compagno artistico. Ricordarlo è sempre del tempo usato bene, per tanti e disparati motivi. Le pianole che galleggiano in secondo piano sono semplicemente il trademark di Zaytoven. Un mix giusto che soddisfa l’occhio e elimina per un po’ la moda di mettere sempre in primo piano nei dischi il faccione dell’artista.
Voto finale: 8/10
“All the young niggas grew up, wanna be me/You can act like it, bitch, I know you see me,”
Dice Chief in Spy Kid. Vale per lui e sicuramente anche per Zaytoven, anche se in maniera diversa. GloToven significa tanto. Significa una rinascita per uno, il rapper di Chicago e una scommessa vinta, per il pianista Trap. Senza la giusta hit, ma incredibilmente solido e fluido.
Signori, This is Chief!