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Recensione

È questo lo ScHoolboy Q che ci piace?

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ScHoolboy Q non è facile da interpretare e collocare come rapper. Ricopre un ruolo – nella scena – a metà strada tra la leggenda e il big alla ricerca della definitiva affermazione. A livello artistico i suoi ultimi tre album (Oxymoron, Blank Face LP, CrasH Talk, ndr) ci dicono più o meno la stessa cosa. Poco codificabili e tutti molto diversi gli uni dagli altri. CrasH Talk, l’ultimo uscito in ordine di tempo, è sicuramente il più maturo, ma il meno riuscito. Di gran lunga.

Arrivato dopo un lasso di tempo più lungo del solito, 3 anni, l’ultimo progetto del rapper del roster TDE è una gran bella delusione. L’album resta un progetto comunque sopra la media, comparato con le release davvero scarse del 2019, ma quando si parla di ScHoolboy Q ci si aspetta sempre qualcosa di più. Manca la sperimentazione e manca la profondità testuale, cose che erano diventate il suo trademark.

L’ALBUM IN VOTI

Instrumental: 6.5/10

Il set di strumentali a disposizione di ScHoolboy Q in questo album è sicuramente buonissimo. I produttori che ci hanno lavorato – Cardo, Boi-1da, DJ Dahi e Sounwave tra gli altri – hanno costruito un ambiente vario e molto attuale. Purtroppo è tutto molto scontato. Suoni che non aggiungono niente al panorama e non fanno scattare la scintilla nell’ascoltatore. Un peccato se si pensa a qualche traccia di Blank Face LP, invece.

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Lies ,complice anche Ty Dolla $ign, che rende tutte le canzoni in cui canta i ritornelli uguali, è un brano che suona molto la West Coast degli ultimi due anni – tipo SOB x RBE – ma potrebbe stare nell’album di qualche altro artista. I primi secondi di Dangerous, invece, per me invece sono la copia carbone di questa roba qui. Un ultimo commento anche su CrasH, un pezzo che si è smarrito dalla tracklist di Testing e si è ritrovato in California.

Lyrics & Skills: 7/10

La delusione cocente di tutto il progetto si affievolisce leggermente grazie alla qualità testi. ScHoolboy è completamente diverso e affronta due temi principali nel corso del progetto: i ricordi del passato difficile e l’agiatezza della sua attuale vita. Naturalmente i due filoni sono perfettamente concatenati e questo si nota fin dai primi due brani, Gang Gang (un’estensione dell’opener di Oxymoron) e Tales.

Front row at the Grammys, I’m getting praises from Jay
Fuck about this award, I’m happy he know my name
Favorite rapper Nas been told me that I’m the best
Had a couple sessions with Dre, knew I would win
Alchemist my favorite producer, and he my friend

Così rappa in Attention. Potersi accontentare anche di poco e soprattutto capire che i grandi obiettivi raggiunti nella vita, per lui sono soprattutto in ambito musicale.

Aprendo il capitolo featuring, è opportuno fare dei distinguo. Prima le cose brutte: Travis Scott che ripete solo 2 parole per tutto il ritornello; Ty Dolla $ign e YG che fanno il compitino, forse anche meno; occasione sprecata per Kid Cudi, poteva nascere qualcosa di davvero intenso.

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I promossi invece sono indubbiamente 21 Savage, come al solito è un super valore aggiunto, e Lil Baby. Quest’ultimo prende un attacco, nella sua strofa di Water, clamoroso e Cardo che nell’hook sembra Valee fa il resto.

Style: 6/10

Un cambio di rotta forse necessario, ma non del tutto aspettato e riuscito. ScHoolboy perde un po’ i suoi connotati e si aggrega alla massa. La sua anima gangsta ancora si percepisce, ma superati i 30 è una persona diversa. Il golf, la figlia e la Playstation sono il suo nuovo quotidiano. Tutto questo si riflette su quello che è il suo album.

Artwork & Visual

Come da tradizione degli ultimi suoi progetti, nella cover ScHoolboy Q copre il suo volto. In questa occasione il rapper ha una busta della spesa di carta infilata in testa e dei dollari che gli cadono sul corpo. L’artwork è interamente disegnato da Blue The Great.

I video usciti – due singoli e un’intervista – sono molto curati e molto diversi tra loro. Numb Numb Juice è completamente fuori dai canoni, mentre CHopstix è più stiloso e centrato (complice la presenza di Travis Scott).

VOTO FINALE: 6.5/10

Un adeguamento alle linee guida del rap americano inaspettato e non riuscitissimo. Difficile pensare a questo album senza ricordare i precedenti capolavori. Bisogna considerare che per tutti il tempo passa e inevitabilmente l’artisticità cambia. Ci abitueremo anche a questa versione di ScHoolboy Q e la apprezzeremo sempre di più col tempo. Per adesso si finisce soddisfatti a metà.

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Appassionato di Rap made in USA in maniera enciclopedica, seguo con attenzione tutta la scena europea. Scrivo per darvi dei consigli.
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