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Intervista

Sulle montagne russe emotive della musica di Dari MC

Dari 05 2019

Solo un gradito ritorno poteva farmi arrivare in quel di Meda, provincia di Monza e Brianza, in una domenica pomeriggio di pallido sole. Mentre vi apprestate alla lettura mi trovo invece Roma, a quasi 600 km di distanza, ma la notizia è che da mercoledì 15 maggio 2019 è disponibile per Beltra Records, in streaming e download digitale, Arcadia il nuovo progetto pubblicato da Dari e prodotto interamente da Polezsky.

Sì ragazzi! Video dopo video, sempre più ravvicinati tra loro, è arrivato l’album. A tre anni di distanza dal free download (perché funzionava così! – n.d.r.) di Touchdown!, il classe ‘90 Dario Colagrossi, in arte Dari MC, in qualche modo chiude un ciclo di 10 anni dal rilascio del suo primo progetto solista Lettere (2009). In questo arco di tempo tante esperienza. Quelle in musica sono quelle che ha condiviso con chi lo ascolta. Tanto freestyle con un secondo posto al Tecniche Perfette nell’edizione del 2010, fino alla prima edizione di MTV Spit nel 2012. Collaborazioni, su tutte i lavori con il collettivo Emigrates Klan, singoli e progetti come Clochard (2011 – Sempre Peggio Label) o Rincorsa EP (2013 – Sempre Peggio Label).

Ciao Dario, è un piacere riuscire ad incontrarti. Iniziamo forte perché ho tante curiosità. Il tuo è un percorso di 10 anni sulle montagne russe, tra alti e bassi, probabilmente anche emotivi… Che ci racconti?

Un percorso lungo, con diversi momenti in cui sono stato anche fermo. Ho passato un po’ tutte le fasi della mia crescita con questa roba, iniziando dal freestyle.
Ho accumulato tante esperienze diverse, in momenti in cui l’attenzione per il rap cambiava molto velocemente.
A livello di seguito e riscontri, non ho mai avuto una vera e propria fan-base solida, nemmeno nel momento di maggiore hype per l’Emigrates Klan, nonostante con l’EP Fly Emigrates avevamo fatto qualcosa di davvero fresco e innovativo unendo tutte le forze del gruppo. Il progetto Clochard ha ricevuto buoni riscontri, anche sul lungo periodo, però poi non c’è mai stato quel salto…
I miei “momenti di fermo” coincidono principalmente con la mancanza di stimoli, soprattutto perché sentivo di non avere nulla da dire.

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Raccontaci cosa rappresenta per te Arcadia e quale tassello ricopre all’interno del tuo percorso artistico…

Il progetto ho iniziato a scriverlo quasi due anni fa e l’ho chiuso più o meno cinque mesi fa.
Copre un arco di tempo importante, con tanto vissuto.
Questo per me è il tassello più importante del percorso, segna un ritorno!
Arcadia è un concept album frutto principalmente di un’esperienza di vita in cui ho convissuto. In sintesi è un quadro di quelle che sono state le mie sensazioni in quei momenti, anche legati alla fine di questa relazione. È un lavoro molto emotivo e malinconico, ma non solo! C’è tanto rap e ci sono anche momenti di “presa bene”.
Tra l’altro, oltre al digitale e allo streaming, Arcadia sarà disponibile in copia fisica con la collaborazione di Beltra Records che sta seguendo l’uscita.

Il lavoro è tutto prodotto da DJ Pole aka Polezsky. Come si è evoluta in questi anni la vostra collaborazione?

L’accoppiata MC e produttore ci piace! Con Pole ci conosciamo da quando abbiamo iniziato.
Essendo un vero collettivo agli inizi, ci supportavamo a vicenda ed eravamo molti forti sia a livello lirico con Paskaman, ad esempio, che a livello di produzioni con Pole e Hoover.
C’è da dire che io non sono un tipo da studio di registrazione e, probabilmente, questo è uno di quei fattori che mi ha portato a non essere continuo. Non ho mai avuto uno studio.
Io sono uno che scrive. Ho bisogno della base musicale, di lavorare su un mood per essere ispirato, perché questo influenza tantissimo i miei testi.
Quindi scrivo per conto mio e poi vado in studio con tutti gli elementi per poter registrare e successivamente lavorare di post-produzione per perfezionare le tracce.

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Tra i simboli del vostro sodalizio c’è il brano Smiling Hunters

La produzione era già presente nel progetto About Nightmares and U (pubblicato nel 2016 da Avantguardia – n.d.r.) di Polezsky. Come già successo in altri casi, io ho il vizio di farmi catturare da questi suoi mood e così gli ho chiesto semplicemente se potevo scriverci sopra qualcosa.
Lui mi ha dato il via libera, ci ho lavorato sopra e abbiamo registrato tutto in modo molto spontaneo. Il risultato è il video che abbiamo pubblicato a marzo lo scorso anno.
C’è da dire che è proprio il primo pezzo che ho scritto una volta terminata la convivenza, avevo bisogno di sfogarmi.
Nel percorso di tracce che compongono Arcadia ci sta assolutamente.

Il tuo è un approccio molto intimo al racconto, spinoso in alcuni passaggi e allo stesso tempo sempre delicato. Ti sfoghi o ti confidi sul foglio?

Non è assolutamente un diario il mio, è un flusso di coscienza, uno sfogo, anche piuttosto criptico.
Questa è la tipologia di scrittura per la quale sono predisposto, senza sforzi. In generale non mi piace essere scontato e questo si ripercuote sul foglio.
Oggi la tendenza è quella di semplificare i concetti e le descrizioni, io però non sono così.

Il brano che ritieni più importante all’interno di Arcadia?

Ti rispondo Corre. Il ritornello è stato lavorato parecchio. Questo pezzo doveva avere un featuring che però non si è chiuso, avevo già il provino, però è andata così. Ho ritenuto importante farlo uscire a prescindere perché anche a livello di scrittura e di emozioni c’è tanto.
Un altro pezzo importante è B&B. È forte, una sorta di outro a chiusura dell’album. Mi piace tanto ed ho rappato con un approccio più drill, strofa e ritornello super melodico.

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Vedi già nuovi progetti all’orizzonte? Oppure chiudi un ciclo…

È qualcosa che riparte. Nessuna chiusura. Probabilmente fa parte di un nuovo ciclo e sicuramente vedo novità all’orizzonte. Ho già qualche idea perché mi piacerebbe fare qualcosa di davvero fresco. Sono preso bene!

Siamo in chiusura. Arcadia è fuori! Perché lo consiglieresti?

Questo progetto è un libro. Consiglio a tutti di ascoltare Arcadia perché è un trip sviluppato su 11 tracce compatte, riflessive a scorrevoli, che possono fare da sottofondo a diverse esperienze.
È un concept album che, se approcciato con attenzione, credo possa avere tutte le carte in regola per rimanere nel tempo.

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Superstite del forum, qui scrivo ancora con la passione di un utente. Con un focus sul panorama italiano, più che scrivere di rap lo ascolto e lascio spazio ai suoi protagonisti.
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