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Ladies First

Menna Elsayed è il peggior nemico di se stessa

Menna Elsayed 04 2019

Welcome Back!

Con un maggio dalle caratteristiche autunnali, tra pioggia e temperature decisamente sotto la media stagionale, con la fine del mese inizia finalmente l’estate meteorologica 2019. In attesa che i raggi del sole ci degnino del loro calore, ecco un nuovo appuntamento con Ladies First: sempre sul pezzo.Più discussa delle elezioni del Parlamento europeo e controversa al pari dei cambiamenti climatici in atto, la nostra rubrica di Casa oggi punta i suoi riflettori su Menna Elsayed, rapper classe ‘98 nata in Egitto e trasferitasi da bambina in un quartiere periferico di Bologna. Grazie all’attitudine determinata e ai molti palchi già calcati la realtà di Rosin Music decide di puntare su di lei. Menna tramite la musica riesce a veicolare l’aggressività come reazione ad un trascorso di vita difficile insieme all’orgoglio di chi non si arrende e non accetta le cose passivamente. Con il 2019 iniziano a venire alla luce i suoi primi singoli ufficiali per Rosin Music Records, che la vedono collaborare con David Ice, già produttore di IZI, Noyz Narcos e tanti altri.
Ad aprile le danze il brano Dèjà-vu, un racconto personale e diretto, a cui ha fatto seguito Tempesta. Il 28 maggio 2019 è la data di pubblicazione del terzo singolo di Menna Elsayed: Il mio peggior nemico.
Il brano, questa volta prodotto da DeQuantiside, prosegue il sentiero tracciato dai due brani precedenti, in cui dalle parole della giovane artista traspare il suo passato difficile e la sua forza. Il nuovo singolo rappresenta tutte quelle vicende che le donne vivono quotidianamente in una lotta costante contro l’ambiente che le circonda e, in primis, contro se stesse, contro le proprie fragilità e insicurezze.

Di seguito tutto ciò che è emerso, tra domande e risposte, nel racconto di Menna Elsayed. Buona lettura e gustatevi il singolo.

Eccoci! Prima di parlare del tuo lavoro, presentati a chi ci segue. Chi è Menna Elsayed? Da dove arriva la tua passione per la musica?

Menna Elsayed è una ragazza di 20 anni di origine egiziana che si è trasferita in Italia a soli 3 anni. Ad oggi faccio rap perché mi aiuta ad esprimermi, non sono una persona timida, però sono una persona di poche parole. Ho spesso preferito ascoltare. Quando necessito di essere ascoltata di solito scrivo una canzone.
Mi piaceva la musica fin da piccola, mi ricordo che mia madre mi chiedeva spesso di abbassare il volume.
La prima volta che ho visto 8mile, film di Eminem per intenderci, ho capito che era quello che volevo fare. Mi piaceva il ritmo delle strumentali, la rabbia che metteva in ciò che scriveva, ma soprattutto la voglia di riscatto.
Credevo fosse un’idea passeggera, insomma, da piccoli anche dopo un film di fantascienza, vorremmo essere eroi …ahahah!
Invece, piano piano, avvicinandomi di più alla musica rap, capivo di voler essere una rapper.

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Attraverso questo spazio stiamo osservando lo stato di salute della scena urban femminile in Italia: sembra che, rispetto a qualche anno fa, ci siano più progetti, molti dei quali interessanti. Tu che ne pensi di questa situazione? Da emergente, che ruolo vorresti prenderti da qui ai prossimi 5 anni?

Innanzitutto mi fa piacere che, poco alla volta, la gente cominci a capire che anche le donne sono in grado di fare rap. In Italia, a quanto pare, ci arriviamo sempre dopo alle cose.
Sono contenta che finalmente stiano emergendo progetti femminili. Alcuni mi piacciono, altri no. È normale.
Da qui a 5 anni non saprei esattamente dirvi che ruolo vorrei avere nella musica, sono una persona che mentre pensa al domani pensa anche a ieri, quindi il mio futuro nel frattempo è domani. Sicuramente vorrei arrivare a più persone e piano piano prendermi ciò che mi spetta. Ho una voglia di riscatto incredibile.

Quali sono gli obiettivi che hai nel momento in cui fai musica? C’è qualcosa in particolare che ti spinge a scrivere, oltre la passione?

Sicuramente l’obiettivo principale nel momento in cui faccio musica è che piaccia prima di tutto a me. Ci tengo tantissimo a fare sempre e solo ciò che mi rappresenta e dire cose che ho fatto e vissuto davvero. Il mio obiettivo è aprirmi, a volte con un testo riesco a conoscermi meglio.
Certo che c’è qualcosa che mi spinge a scrivere oltre la passione, la mia voglia di realizzarmi ad esempio. Non ho mai cominciato e finito una cosa, lascio spesso le cose a metà.
Non ho mai avuto quella soddisfazione di pensare “okay, ce l’ho fatta”.
Sono certa di saper fare quello che faccio e per quanto ci tenga, spero di realizzarmi in questo ambito.

Il tuo brano d’esordio ufficiale è stato Dèjà-vu, seguito da Tempesta. Cosa rappresentano per te questi due brani?

Déjà-vu rappresenta un po’ il mio lato malinconico, è una parte di me che faccio fatica a tirare fuori, infatti ci ho messo più tempo a scriverlo. Non che mi riesca difficile, ma mi fa strano dover raccontare un po’ la mia vita, pensare che l’ascoltare può capirmi senza conoscermi. È una figata.
Diciamo che rappresenta un po’ la mia storia della quale non parlo mai a nessuno. Non è stato affatto facile dover cambiare paese.
Però per compensare ora conosco 3 lingue, l’italiano, l’egiziano e la lingua della strada. Le prima due si possono imparare, la terza o ci nasci e ci cresci o non sai nemmeno di cosa si stia parlando.

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Tempesta invece è il mio lato cattivo, diciamo quello spontaneo. Non che io sia una persona cattiva, ma sicuramente mi riesce più facile dire una cattiveria di una cosa carina. Sono sempre stata una ragazza che si fa rispettare e da donna non è proprio semplice. È veramente triste dire una cosa simile, ma è la verità. Fin dalle elementari ho sempre frequentato i maschi contando che mi piaceva anche tantissimo giocare a calcio. E quindi ho sempre potuto notare quanto per loro sia facile mancare di rispetto ad una femmina, questo anche oggi. Però per me non è mai stato così, ho sempre saputo farmi rispettare pur facendo il cazzo che mi pare. Purtroppo per certi versi sono proprio le donne in se a mancarsi di rispetto.

Com’è nata la collaborazione con David Ice? Anche lui di Bologna… Come lavorate abitualmente alla realizzazione di un pezzo?

David Ice è un producer che stimo prima di tutto. È veramente capace in quello che fa, senza nemmeno dover sottolineare cosa non mi convinceva, lui stava già correggendo.
Io sono una persona che ci mette poco a registrare e lui è una persona che ci mette poco a sistemare o a cercare di capire cosa manca. Quindi ovviamente ci siamo trovati molto bene.
La collaborazione è nata grazie alla mia etichetta Rosin Music che ci ha visto lungo pensando che sarebbe uscito qualcosa di veramente figo.

Veniamo al nuovo pezzo: Il mio peggior nemico. Raccontaci un po’ cosa ti premeva far emergere con un pezzo di questo tipo.

Vi è mai capitato di conoscere una persona che vi faccia solo del male e volerle bene comunque? Sono certa di sì, se è no, spero non vi capiti. Se sì invece, sappiate che la cosa giusta da fare è allontanarvi da questa persona nonostante il bene che le volete.
A me è capitato, ma la cosa bella è che non ho potuto allontanarmi, io non ho un nemico, sono io il mio nemico, perchè mi voglio morta più di ogni nemico. Ecco perchè ho deciso di chiamare il singolo “il mio peggior nemico”, per far capire alla gente che vorrei difendermi da tutto, ma soprattutto da me.
In realtà c’è anche un doppio senso per chi lo riesce/vuole cogliere. Riprendendo il discorso precedente, essendo una donna devi a maggior ragione saper difenderti in tanti ambiti prettamente maschili. Dagli altri e da te stessa, ovvero dai comportamenti nocivi che un uomo può e non dovrebbe avere nei confronti di una donna.

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Cosa ispira la tua musica e quali sono i tuoi riferimenti principali a livello artistico e discografico?

La mia musica è ispirata sicuramente dalla persona che sono, dalle cose che vivo alle cose che faccio. Mi piace raccontarmi solo per ciò che ho fatto e visto per davvero.
Sicuramente quando mi sono approcciata al rap il mio riferimento principale è stato Eminem, solo che mi scocciava tanto non capire la lingua e dover andare a cercare le traduzioni…
Tendenzialmente sono ispirata da diversi artisti, in Italia sicuramente un rapper che ho sempre stimato e lo reputato tra i migliori, se non il migliore è Marracash, spero di farci una collaborazione in futuro.
A livello americano invece sono molto ispirata dalla figura di Young MA.

Il 10 maggio hai portato la tua musica sul palco della seconda edizione dello Spoiler Festival: com’è stata la situazione? Come vivi la dimensione live?

La situazione è stata molto bella, mi ha fatto tantissimo piacere sentire il pubblico che cantava con me e vedere che non volevano lasciassi il palco. Sentire i loro complimenti quando scendi, anche quello che è una figata.
Ci tengo a ringraziare ancora DJ Dima (Club Smokas) alla console, abbiamo spaccato!
La dimensione live è la cosa che preferisco del mio lavoro, anche perché il risultato lo ottieni subito. Se sei piaciuto la gente si gasa, se no escono fuori a fumare.
A proposito, in tantissimi il 10 maggio mi hanno detto che trasmetto ancora di più in live, per quanta cattiveria e passione ci metta, quindi invito tutti a venire ai prossimi.

Per il futuro dobbiamo aspettarci nuovi singoli o un progetto più strutturato?

Considerando che ho solo 20 anni e che ho appena fatto uscire le prime tre tracce del mio percorso, per il momento aspettatevi nuovi singoli. Non sto pensando ad un progetto più strutturato, so benissimo che il primo album sarà come un figlio ed io per ora non mi sento proprio pronta. Non che non mi senta in grado, ma preferisco fare le cose con la consapevolezza di volerle davvero fare.
Però non si sa mai…
Sono anche una persona che cambia idea facilmente, voi rimanete connessi e non vi pentirete.

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Superstite del forum, qui scrivo ancora con la passione di un utente. Con un focus sul panorama italiano, più che scrivere di rap lo ascolto e lascio spazio ai suoi protagonisti.
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