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Intervista

Satriale #2 di Ape è spontaneo e ignorante

ape il rapper

Disponibile dal 10 giugno 2019, Satriale #2 è il nuovo EP di Ape, progetto che prende il nome dalla macelleria presente nella serie I Soprano, e seguito diretto del primo volume pubblicato nel 2006 in collaborazione con DJ Kamo. Ai tre brani che compongono il progetto hanno collaborato Mental Dizzle, Michel, DBK, Zio.n e FedeDSM. Il claim del progetto è: 7 minuti di musica ignorante per le tue grigliate estive. L’ambizione è di vincere il Festivalbar 2019 con la track Grasso che cola.

Approfittando di questa occasione abbiamo sottoposto ad Ape qualche domanda per conoscere meglio il suo nuovo progetto discografico.

Satriale #2 è il seguito diretto di un tuo progetto uscito nel 2006. Spiegaci perché hai voluto dare una continuità, cambiando forma, al progetto Satriale dopo 13 anni.

Satriale è nato come mixtape nel 2006 perché andavano di moda quei progetti: pezzi americani mixati da un DJ, un po’ di host dell’MC e qualche inedito. Il primo volume è nato con quello spirito ed era il progetto di passaggio tra Generazione di Sconvolti e Morgi Mo’ e la gente per bene. Ho voluto dare continuità al progetto perché avevo voglia di far uscire robe immediate e “ignoranti”, nel senso positivo del termine. Le collaborazioni sono nate in modo estemporaneo. Per me il mixtape è questo qui, ma non essendoci più ho fatto direttamente un EP.

Come sono nate le collaborazioni presenti in questo EP?

Le collaborazioni sono nate da un post su Facebook che avevo fatto per promuovere l’uscita di 1978. Nel post, chiedevo quali fossero i featuring che la gente si aspettava e sono stati fatti alcuni nomi. Con DBK abbiamo lavorato a distanza, ma con una semplicità e una naturalezza incredibile. Mental Dizzle lo conosco da tempo, ma non avevamo mai collaborato. Mi sembrava doveroso chiudere il cerchio e rappare con chi c’era dall’inizio. Michel l’ho beccato a un live di Evidence, ho chiesto dei beat e lui ha subito accettato. FedeDSM è un producer fortissimo che è stato fermo per un po’, mi ha inviato dei beat ed è nato Moltisanti. Zio.n è stato coinvolto da FedeDSM.

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In Nuovi Mostri parli anche del dualismo social / musica. Questi due aspetti vivono in una reciproca relazione di complementarità? Oggi, secondo te, si può emergere curando solo uno di questi due aspetti o sono entrambi fondamentali?

Oggi social e musica sono assolutamente complementari. Chi fa musica ha per forza bisogno di usare i social per promuoversi. Personalmente, se non facessi musica i social non mi servirebbero. Prima c’erano le pagine di pubblicità sui giornali, adesso ci sono le stories e i post. Però è fondamentale che al centro di tutto rimanga la musica. Puoi fare la campagna social più figa del mondo, ma se la tua musica fa cagare non c’è social che tenga. I nodi vengono al pettine nel momento in cui devi fare dischi o live.

Pensi che la scomparsa dei mixtape sia una grande perdita per la scena rap o che siano intercambiabili con le varie playlist che i servizi di streaming offrono?

I mixtape erano importanti perché, se supportato da un buon DJ, potevi far uscire della roba anche senza avere un producer o dei soldi da investire in un disco. C’è stato un periodo in cui ricordo che c’era molto più attesa per un mixtape che per una demo o un album ufficiale. Le playlist sono un’altra roba, sono una figata per chi le ascolta perché in poco tempo può fruire di tutta la musica che gli piace. Il problema è il meccanismo con cui si fanno le playlist. Si tratta di evoluzione, ci sta. L’importante è che le playlist siano genuine. Per quanto riguarda i servizi di streaming, in generale, sono contento: è possibile streammare l’intera discografia di un artista e danno anche due lire all’artista. Ha sicuramente abbattuto tante barriere, ma ne ha create altre per quanto riguarda i guadagni.

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Parliamo del progetto Gli Altri, collettivo che oltre te include diversi rapper e producer della Brianza. Ricollegandoci alla domanda precedente, il collettivo è nato con l’idea di ricreare quell’unità e quell’atmosfera di spontaneità che si viveva quando ancora il rap era un genere di nicchia?

L’idea del collettivo è quella di muoversi autonomamente, dove ogni artista fa la sua parte con l’intento di raccogliere dei brani da pubblicare. Io ho voluto dedicarmi a questo progetto perché mi sento un po’ in colpa per quello che potevo fare per i rapper della Brianza ai tempi, ma che non ho fatto perché non c’ho pensato. Ai tempi, per me, la visione di quello che stavo facendo era molto offuscata. Dal canto mio, quindi, è anche per rimettere a posto questa cosa.

Chi è stato coinvolto nel collettivo e in base a cosa?

Nel progetto oltre a me, OndaManent e Senz’r – che abbiamo dato vita all’idea – ci sono rapper che gravitano attorno ad Olyo Bollente Crew e poi i rapper più vicini a me, geograficamente parlando, come Dari, Sbend, Emigrates Klan, Flamboy. Ma ne arriveranno altri.

Puoi dirci quali progetti avete in cantiere con questa formazione?

Abbiamo fatto 12×12, stiamo preparando in altre tracce in cui probabilmente ci divideremo e che faremo uscire dopo l’estate. Mi piace questo collettivo: è puro rap allo stato elementare, ma efficace.

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Invece per quanto riguarda la tua carriera solista?

Sto già preparando il mio nono disco. Sono a metà, quindi non vi dico ancora quando esce. In parallelo sto dando una mano a Ill Papi a mettere in piedi il suo progetto solista da produttore con un sacco di rapper fortissimi del centro e del nord Italia.

Conosci meglio

Classe '89, divoratore seriale di dischi e serie tv. Scrivo di rap per passione. Faccio l'hater per hobby.
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