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Achille Lauro: non solo un live, ma uno spettacolo vero e proprio

COVER Cest la vie Achille Lauro

Testo di Leonardo Michaelides

È proprio così, perché l’artista romano (oramai non più accostabile alla figura del rapper) ha messo in piedi uno show che supera, sia a livello scenografico sia per quanto riguarda la cura dei dettagli musicali, gli standard a cui si è solitamente abituati.
Dopo un’apertura abbastanza in sordina, caratterizzata dalla presenza di tre membri del roaster della No Face Agency e un DJ set di Marcelo Burlon (movimentato e monotono allo stesso tempo), è successo di tutto…Ma andiamo per gradi, iniziando a parlare del trauma per chi, come me, era abituato all’Achille Lauro dei primi progetti, con una personalità più dannata e suoni più crudi e rappresentativi del Municipio III.
Ebbene sì, consiglierei vivamente di dimenticarsi di quei momenti, perché l’autore di Rolls Royce si è presentato al Fabrique di Milano con una band di musicisti e una costumista che ha saputo interpretare pienamente il messaggio delle dieci tracce componenti 1969: trasgressione, libertà e voglia di uscire dalla massa!Escludendo la sinergia che contraddistingue Lauro e Boss Doms (i due viaggiano su un binario in un’altra dimensione spazio-tempo), è piacevole notare il contributo prezioso di Nicola Lazzi (al basso), Mattia Tedesco (alle chitarre) e Marco Lanciotti (che ha improvvisato un assolo alla batteria).
Per poi passare ai completi sgargianti, a tratti colorati e ad altri quasi con un nude-look, impreziositi da accessori, come le ali d’angelo e cappelli che ci riportano alle esibizioni storiche di Jimi Hendrix o Elvis Presley, senza dimenticarsi delle immagini e dei videoclip alle spalle, che completano perfettamente questo spettacolo quasi teatrale.Inoltre sono stati riproposti anche brani estratti da vecchi album, reinterpretati in chiave punk/rock, come nel caso di Maharaja (Ragazzi Madre, 2016).
Non sono da meno gli ospiti della serata, tra i quali Emis Killa (per Linda Realoded), Quentin40 (per Thoiry Remix), Gemitaiz (Ulalala non sarebbe potuta mancare in scaletta), Madman e l’indimenticabile Morgan (che, a distanza di otto mesi dalla sessantanovesima edizione di Sanremo, ha nuovamente ipnotizzato tutti con il remix di Rolls Royce).A livello di pubblico, è utile precisare quanto Lauro abbia decisamente ampliato la sua fan-base (che include anche adulti e non solo più ragazzi) e abbia desiderato elevarsi con questo show.
Infine ricordatevi le regole, come recita spesso lui stesso, che sono: mettete via i cellulari e i vestiti sono inutili!

Leggi anche:  Nati Diversi: evolversi senza snaturarsi
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