
Corrado Grilli, in arte Mecna, oltre ad essere un rapper è un grafico, e buona parte degli artwork usciti negli ultimi anni nel panorama italiano del rap – e non solo – li ha realizzati lui. Classe ’87, nato in provincia di Foggia, da anni vive e lavora a Milano.
In occasione dell’uscita del suo ultimo disco, Neverland, in collaborazione con Sick Luke, abbiamo deciso di ripercorrere la sua carriera da solista attraverso le copertine dei suoi album.
Le valigie per restare
In questa copertina Mecna, attraverso una serie di illustrazioni dal pattern materico, ci apre la sua valigia e ce ne mostra il contenuto: dalle Vans (che probabilmente già all’epoca gli spaccavano i talloni), al kit del designer (matite, pastelli, forbici, righello..), passando dagli occhiali da sole (rigorosamente da indossare sopra i ricordi) e la pioggia, che porta sempre con sé. Questo lavoro segna anche la fine del Mec Namara che avevamo conosciuto coi Microphones Killarz e la nascita di Mecna, nome che per la prima volta si può leggere in copertina, scritto in maiuscolo e con un font bastone che rivedremo come firma anche nei lavori successivi.
Bagagli a mano
Per questa raccolta, Mecna realizza innanzitutto una copertina generale, in cui lo vediamo in primo piano, anche se in penombra (per mettere in chiaro fin da subito il personaggio in cui stavamo per imbatterci).
Disegna poi ad hoc un lettering per l’artwork di ogni singolo, eccetto che per Super, nel cui video però realizzera tantissimi lettering diversi (anzi, veri e propri loghi) che si alternano a tempo di musica seguendo il flow del suo testo.
Disco Inverno
L’immagine per il disco Corrado l’aveva ben in mente da tempo, perché da sempre, a causa della sua altezza, si è trovato dover rispondere a domande del tipo “ma quanto sei alto?” o “com’è il tempo lassù?” Per questo motivo, assieme al suo amico fotografo Tommaso Gesuato, si è immaginato questa scena in cui, mentre piove, fra tutti gli ombrelli aperti dei passanti c’è lui, che spicca ed emerge quasi fosse un gigante. Il colore dominante è il blu, quasi un richiamo al collettivo Blue Nox a cui Mecna in quegli anni era legato. Venendo alla tipografia, invece, ci troviamo davanti oltre alla sua già citata firma, ad un lettering disegnato per il titolo.
Laska
La scelta grafica per il disco, nato in Norvegia, è ispirata dall’unione del suo amore per il freddo – da cui anche il nome, che ricorda inevitabilmente l’Alaska – ed uno dei suoi film preferiti, Fargo (dei Fratelli Cohen), dove ci si trova davanti ad una landa bianca, ghiacciata e vastissima. Per la creazione dell’immagine ha collaborato con Pietro Cocco, fotografo italiano che lavora principalmente negli USA, famoso per le sue nature morte. La foto che ne è uscita rappresenta una rosa, intrappolata in un blocco di ghiaccio che la protegge, nonostante stia iniziando a sciogliersi, dal mondo esterno. Per quanto riguarda il lettering, invece, si è ispirato all’idea di ricamo, come se le lettere fossero costituite da un’unico filo, sempre con uno sguardo alla serie TV Fargo.
Lungomare paranoia
Il titolo Corrado l’ha scelto perché richiamava un’idea di desolazione e solitudine che, come abbiamo ormai capito, fanno parte del suo essere. La foto, di Mattia Buffoli, che ricorda inevitabilmente la cover del disco Lil Boat di Lil Yachty, è stata scattata in una spiaggia invernale e deserta del litorale adriatico, lo stesso litorale che l’artista osserva e studia dal finestrino del treno ogni volta che torna verso casa. Il titolo del disco questa volta è inserito nell’immagine, al posto della scritta “salvataggio” sulla canoa da bagnino.
Blue Karaoke
Torna ancora una volta il colore blu, colore della tristezza e della malinconia, stati d’animo che sono parte integrante del mood dell’artista. Ancora una volta il fotografo è Pietro Cocco, che immortala il rapper durante un abbraccio con una ragazza, scena poi avvenuta realmente ad ogni data del tour in seguito al momento karaoke, in cui Mecna invitava sul palco un suo fan per un duetto. Il titolo del disco si intravede sullo schermo nello sfondo, quasi passasse in secondo piano rispetto alla potenza dell’abbraccio, ed è scritto con un font anni ’80.
L’idea del karaoke racchiude la speranza di rendere il disco immortale, proprio come le hit che tutti conosciamo e ci troviamo a cantare al karaoke.
Neverland
Veniamo ora all’ultimo lavoro del rapper foggiano, nato dalla collaborazione col producer Sick Luke. Lo scatto questa volta è affidato a Corey Olsen, fotografo americano. Il concept dell’immagine ci aiuta a comprendere il titolo dell’album, rappresenta infatti un ragazzo dagli occhi verdi intento ad applicarsi una lente a contatto azzurra, così da vedere il mondo in modo diverso, migliore, anche se quel mondo non esiste. Ma questa lente-filtro spiega anche la natura dei due artisti, molto diversi, che si filtrano a vicenda unendo i loro stili così differenti.