Il 2019 è stato un anno pieno di successi discografici dove i big del rap game italiano sono stati riconfermati, ma è stato anche un anno dove nuove leve sono riuscite prepotentemente ad affermarsi nella scena italiana.
Il 28 novembre viene pubblicata la traccia Oh Cacchio di Leòn de la Vallée (a.k.a. Leon Faun): in poco tempo questa riesce a conquistare numeri importantissimi. La canzone, e in generale la sua attitudine, è qualcosa di diverso: ciò che stupisce è che un ragazzino di soli 18 anni abbia in testa un progetto così irriverente e controverso e, allo stesso tempo, chiaro e definito.
In questo articolo vedremo come la piccola rivoluzione del rapper romano è paragonabile a quella che venne fatta dal regista Quentin Tarantino nel film Pulp Fiction. Imposteremo l’analisi del progetto del rapper come una critica cinematografica, analizzando le macro categorie che la compongono.
Pulp Fiction by Quentin Tarantino
Avete voglia di un film che smuova qualcosa in voi? Che vi lasci con il fiato sospeso e che vi trasmetta azione e movimento? Allora avete bisogno di Quentin Tarantino e del capolavoro che lo ha portato a essere conosciuto al grande pubblico: Pulp Fiction!
Il film è la rappresentazione di una serie tv in puntate diverse messe in successione. Arriviamo a capirlo già parte del titolo (fiction appunto): ma cosa è il genere pulp? Semplice! Il pulp è una storia completamente priva di senso, quello che potremmo definire il trash più superficiale; le puntate del film, prese singolarmente, non fanno eccezione.
Tarantino, però, viene reputato da tutti un genio proprio perché unisce queste due categorie, creando qualcosa di nuovo. Il film apparentemente inconcludente si rivela guidato da un argomento comune nelle diverse storie: la redenzione da una vita fatta di scelte sbagliate.
Uma Thurman nelle vesti di Miss Wallace, esattamente come Samuel L. Jackson in Jules Winnfield – e con loro anche tutti gli altri personaggi che compongono l’immaginario del film – compiono azioni autodistruttive e dalle quali dovranno redimersi, descrivono una storia frammentata fatta di violenza fisica e morale che, pur presentandosi come no sense, è delineata da una struttura elaborata. Ciò risponde ad un disegno preciso: il grottesco, che in questo film è rappresentato da droga, gangster e omicidi, mantiene certo la sua natura, ma viene reso nobile da questa etica criminale aleatoria; i gangster vanno contro la legge per raggiungere l’obbiettivo, mantenendo però un personale codice d’onore.
Insomma, il fine giustifica i mezzi? No, non proprio! In questo film sarebbe errato pensare di essere nell’ottica del Principe di Machiavelli poiché c’é la comprensione del torto, c’è la consapevolezza dell’errore e la voglia di correggere gli sbagli.
Recitazione: “Motore.. Azione!”
Motore, azione! Iniziamo questa analisi del progetto del fauno cercando di capire chi è il giovane rapper e dove si colloca (o meglio dove non si colloca) all’interno del rap game.
Contrariamente da quanto sembra, i suoi testi sono perfettamente conscious; attenzione però, non ci troviamo all’interno della realtà che definiremmo “quotidiana”: il suo stile è di carattere fantasy! Lui può creare e rimuovere elementi in base ad una libera scelta, simile a quanto fa Claver Gold in Il Lupo di Hokkaido – per approfondire leggi la nostra recensione -; come detto prima, ci troviamo in una realtà fantastica, ma che non è poi così differente dalla nostra: questo genera ambiguità che porta a mescolare queste due dimensioni, realtà e fantasia appunto.
È molto simile a quello che viene fatto da Tarantino: abbiamo una società in cui i gangster sono scrupolosi e hanno coscienza di quello che fanno; sopra ogni volontà personale c’è un codice di comportamento che prevede rispetto, equità e giustizia.
Pensiamo alla famosa citazione di Samuel L. Jackson del passo di Ezechiele 25.17
“Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che, nel nome della carità, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te.”
Tutto risulta contraddittorio se immaginiamo che questi versi vengono enunciati da un gangster con pistola in mano e che sta per uccidere un ragazzo!
Quello che il rapper romano fa è proprio questo: stravolge il paradigma e tutto quello che era solo possibile ora diventa reale.
Io lo so, che si può
Tu col tuo “no”, vaffan*ulo
E io me ne andrò, dove sto
Fotografia: musicalità ed espressione
Per fotografia nell’arte cinematografica si intende quella tecnica attraverso cui si dà la giusta luce ai paesaggi e agli attori così da poter avere nel prodotto finale una resa perfetta dell’intero registrato.
Nel caso del giovane artista, invece, la fotografia è il legame tra le parole del testo e l’immagine che ci offre nella parte video. Se si dà una rapida vista a quello che è il progetto musicale, le immagini di ogni video sembrano essere enfatizzate dalla rispettiva parola nel pezzo. Per facilità vi proponiamo degli esempi. Nel testo di Oh Cacchio, Leon dice:
Magia mostrami la via, mostrami la scia
purtroppo in questo mondo non trovo casa mia
Nel video, corredato a questo verso, si vede una strada di campagna (dov’è ambientato quasi interamente il video) e i piedi che stanno attraversando questa strada: il fatto che non si veda il corpo e anche una via ben tracciata non è casuale! Ci trasmette un senso di incertezza, come se tutto non fosse ben chiaro: ma allora dove sta andando Leon Faun? Non lo possiamo sapere! Dovremo aspettare la sua prossima canzone per capire a pieno cosa ci vuole dire in questa.
È questo l’elemento, la forza che accomuna il fauno e Pulp Fiction: una storia così frammentata e priva di connessione ci risulterà chiara, almeno cronologicamente, quando giungerà alla fine.
Regia: “Ciak.. Si gira!“
Come è stato confermato dal rapper, la sua prima vera passione è il cinema. Questo è evidente a chiunque si accinge al suo intero lavoro poiché dovrà confrontarsi non solo con la parte audio, ma anche con quella visiva.
Arrivati a questo punto dell’articolo, dobbiamo dare merito dell’idea realizzata nella sua completezza. Nella parte sonora, il fauno e Duffy hanno saputo produrre una hit per varie ragioni: musica semplice, intuitiva e ballabile.
A questo si affianca il lavoro di produzione visiva di thaevil (direttore artistico del progetto) che è riuscito a stravolgere il rapporto tra musica e video: la trama è suddivisa in vari episodi (cioè le canzoni del rapper), collegati però da un’unica trama; questo ci porta a rivedere i video, non solo per le melodie, ma per capire la storia e cosa ci sia dietro. Il legame tra film e musica è sempre più presente, Persona di Marracash è un altro esempio – leggi la nostra recensione per approfondire.
Questo programma non è da poco: Leon Faun ha iniziato un nuovo modo di fare intrattenimento, proprio come è stato fatto da Tarantino con Pulp Fiction. Entrambi si presentano come elemento di rottura con il passato: viene descritta una realtà strana certo – i gangster con un codice comportamentale nel film e una mondo dominato dalla magia nei testi di Leon – ma che riesce a farci capire ciò che c’è di sbagliato in quella finzione e a migliorarci.
Anche i rapper più accreditati dovranno confrontarsi con tutto ciò, altrimenti presto si troveranno a pensare solo una cosa: Oh cacchio!