Bentornati tra le righe della rubrica Ladies First.
In questo nuovo appuntamento vi proponiamo il progetto in musica di Cecilia Stallone. Cantautrice classe ‘89, nata e di casa a Milano, Cecilia ha sviluppato nel suo percorso diverse conoscenze che l’hanno portata ad approcciarsi prima agli strumenti e alla musica classica, passando per lo studio della vocalità, fino alla passione per l’Hip Hop. Nell’ambiente urban, negli anni, ha collezionato numerose collaborazioni con massimi esponenti del genere tra cui Emis Killa (2009, Bianco e Nero) o Irama (2016, Sanremo Giovani) solo per riportare due esempi. Dal 2009 Cecilia fa parte del collettivo Fly Girls Milano, capitanato dalla rapper Vaitea. Il gruppo organizza concerti ed eventi dedicati all’Hip Hop al femminile, come la serata Ladies First che si svolge nel mese di marzo da ormai 10 anni. La sua voce, calda e scura, la predispone naturalmente alla Soul Music. Tra i suoi riferimenti artistici spiccano Prince, Bob Marley, Pino Daniele e Neffa.
Il 31 gennaio 2020 Cecila Stallone ha pubblicato l’EP Fiabe urbane, anticipato dal video di Mi dispiace, un lavoro che si compone di cinque brani inediti in lingua Italiana dal genere trasversale, a cavallo tra l’R’n’B e il pop. Noi l’abbiamo incontrata per farci raccontare le sue storie.
Ciao! È un piacere poterti ospitare finalmente tra le righe della rubrica Ladies First. Qui è sempre d’obbligo partire con le presentazioni. Raccontaci brevemente del tuo background personale ed artistico, tu che vieni dallo studio degli strumenti e della musica…
Ho iniziato da bambina studiando musica classica, suonavo il flauto traverso. Da adolescente mi sono appassionata al canto moderno e Jazz componendo brani miei di matrice urban.
Rimasi molto affascinata dal mondo dell’Hip Hop, frequentavo il Muretto di Milano e fu la parte di improvvisazione legata al Freestyle a conquistarmi il cuore. Facevo Beat Box e accompagnavo i rapper che si sfidavano.
Eravamo poche ragazze, all’epoca. Il rap è una musica diretta, esplicita e anche la mia scrittura lo è. Benchè io rimanga fondamentalmente una cantante mi sento molto vicina all’Hip Hop. Si può dire che ho due anime, una legata alla musica in senso accademico e una più urbana legata all’istinto. Cerco di unire le due cose e credo che questa sia la mia forza.
Grazie a questo spazio d’approfondimento, la nostra redazione sta chiedendo direttamente alle sue protagoniste qual è lo stato di salute della scena urban italiana al femminile. Come vedi la situazione al momento? Anche in relazione alla disparità di genere…
Le cose stanno sicuramente cambiando, quando ho iniziato io le ragazze che facevano parte di questo mondo le contavi sulle dita di una mano. Era ora, mi viene da dire. Tuttavia mi preoccupa questa tendenza generale allo scimmiottamento di alcuni stereotipi maschili da parte delle donne.
Lo stereotipo negativo maschile legato al rap vuole che questo parli solo di soldi, sesso e potere.
Credo che le donne in quanto tali abbiano anche la responsabilità di portare dei valori diversi.
Quindi ben venga una maggior partecipazione da parte del sesso femminile, a patto che ci siano dei contenuti validi e possibilmente diversi da quelli proposti dagli uomini.
Quali sono le ambizioni, oltre alla passione, che alimentano la tua musica e in questo momento a che punto senti di essere nel tuo percorso artistico?
Mi piacerebbe affermarmi nella scena urban italiana, portare la mie canzoni per tutta la penisola e fare dei bei Tour, con bravi musicisti. La mia ambizione principale rimane fare buona musica, che abbia contenuti validi.
Se poi a questo seguirà qualcosa di più, ne sarò felice, ma punto principalmente alla qualità.
Sento di essere a un punto di svolta del mio percorso artistico perché mi conosco meglio.
Ho più chiari i miei punti di forza e i miei punti deboli. Credo di aver fatto gavetta a sufficienza per gestire il palcoscenico con sicurezza perciò sono pronta per fare qualcosa di più.
Al tempo stesso so di dover lavorare su costanza e disciplina e di non poter più permettermi di affidarmi alla sola ispirazione del momento.
Concentriamoci adesso sul progetto Fiabe urbane. Hai sviluppato un Concept interessante, legato al racconto di una serie di fiabe. Da dove è nata l’idea e con quale necessità comunicativa?
Le fiabe sono racconti fantastici che hanno come protagonisti esseri umani (al contrario delle favole che hanno gli animali) e spesso contengono una morale, un insegnamento. Queste sono state tramandate oralmente soprattutto dalle donne.
Il femminile è un elemento portante delle mie canzoni, il mio punto di vista.
Inoltre le relazioni umane sono i temi principali delle mie canzoni.
Mi piace pensare che queste siano come delle storie, delle fiabe ambientate però in un contesto urbano.
Credo di avere un’indole innocente ma le mie esperienze di vita sono state piuttosto difficili ed è quasi impossibile non sporcarsi con la vita stessa.
Da qui il contrasto tra l’elemento fiabesco, infantile e candido con quello urbano in cui sono inserite, ruvido e adulto. Questa dicotomia è la storia della mia vita, così ho pensato di intitolare il mio EP Fiabe urbane.
Questo è un EP molto suonato e che ha coinvolto numerose persone. Quale impegno ha richiesto la sua lavorazione in studio?
Molto impegno. Ore e ore in studio dalla mattina alla sera per circa 8 mesi.
Ci ho lavorato in con Iasco (Stefano Iascone) che si è occupato della produzione e poi in fase di registrazione ho chiamato i musicisti. Hanno suonato musicisti di livello altissimo con entusiasmo e dedizione e sono loro molto grata delle energie e della passione che ci hanno messo.
Federico Paulovich è uno dei batteristi Italiani più richiesti, non avrei potuto chiedere di meglio.
Anche gli altri non sono da meno. Marco Nava, Ermanno Fabbri alle chitarre, Andrea Giussani alle tastiere ha arrangiato alcuni brani in modo magistrale. Alessandro Kape Sicardi, creativo e disponibile con cui ho scritto due brani. Paul Hochaime al basso; Vaitea, amica e collega dalle risapute doti nella scrittura di testi e ancora DJ Pandaj che ha condito amabilmente un brano con degli scratch.
Insomma, è un lavoro al quale ho dedicato molta cura dei dettagli, senza fretta e con dedizione.
A livello di scrittura, all’interno del lavoro, quale ritieni sia il brano che hai sviluppato meglio e perché?
Credo che il migliore sia Una donna.
Questo brano tiene le fila dell’intero EP e parla del delicato tema dell’idealizzazione del sentimento romantico. Sono stata vittima, in passato, di questo tranello e spero che possa contenere degli spunti utili per rifletter sul tema. Questo brano parla delle donne del nostro tempo, emancipate e indipendenti, ma che sotto sotto vorrebbero vivere l’amore come in una fiaba, e sempre a loro si rivolge.
Ci hanno raccontato una fiaba quando ci hanno detto che sarebbe arrivato il Principe Azzurro a salvarci e che saremo state amabili solo se impeccabili, perfette.
Il ritornello dice:
“Donna, donna ti hanno ingannato,
non c’è nessun Principe Azzurro, nessuna carrozza
Donna, donna è vero peccato
non c’è nessuna fiaba, nessun lieto fine
ma l’amore verrà e sarà imperfetto”
Credo nelle relazioni di coppia, ma al tempo stesso credo che esse sono composite, difficili, insomma imperfette. E che saremo se non altro più rilassate se la smettessimo di ambire alla perfezione, in ogni ambito.
Ritengo che sia quello che ho scritto meglio perché sono temi sui quali ho riflettuto molto, perciò c’è molto della mia esperienza di vita.
Sappiamo che il 7 febbraio presenterai l’EP con un Party a Milano. Dacci tutte le informazioni e svelaci un po’ cosa dobbiamo aspettarci.
Il 7 febbraio presenterò Fiabe urbane al Bachelite CLab di Via Vertoiba 3. Inizio ore 22.00, ingresso 7 euro.
Sarà uno Show di impronta Jazzistica: ho deciso che il Live non avrebbe suonato come il disco. Sarà un po’ più Roots.
Mi piace dare molto spazio ai musicisti di modo che si possano esprimere. Gli ospiti saranno Vaitea alla voce e Stefano Iascone (produttore del disco) alla tromba.
Stiamo mettendo su uno spettacolo divertente, aspettatevi tanto Groove. Seguirà una Jam Session, chi vuole venire a dare il suo contributo è il benvenuto… Writer che disegneranno sui muri…
Chiudiamo con un’ultima curiosità. Unico Featuring al microfono, quello con Vaitea. Il collettivo Fly Girls Milano cosa sta programmando per i primi mesi del 2020?
Segnatevi il 7 marzo al Barrio’s Live. Ho già incontrato le ragazze e stiamo decidendo che cosa organizzare quest’anno, la data è fissata.
L’anno scorso è stato il decimo e abbiamo invitato La Pina e Mama Marjas. Abbiamo consensi sempre maggiori. Come sempre il nostro evento darà spazio all’arte in varie forme: ci saranno ballerine, Writer che disegneranno sui pannelli, rapper e cantanti.
Presto vi saprò dire di più!