

Dopo la pubblicazione dell’album Fresco, nel corso del 2019, e di C’era una volta Milano con Montenero, il rapper e beatmaker Bizzy Classico pubblica l’EP omonimo: Bizzy Classico Vol 2. Alle macchine, oltre lo stesso artista milanese, troviamo anche MemoB e Neazy Nez. Trovando questo progetto molto interessante abbiamo fatto quattro chiacchiere con Bizzy, che ci ha portato dentro la sua quotidianità.
Buona lettura e buon ascolto.
Questo secondo volume della saga arriva a quattro anni di distanza dal primo. Come mai hai deciso di dare un seguito a questo progetto dopo tanti anni?
Quattro anni di distanza per un secondo volume di una saga non sono tanti, dai! Anche perché non sono stato fermo: ho fatto tanti pezzi stand alone, il disco Fresco, ho prodotto C’era una volta a Milano di Montenero, ho fatto qualche video e qualche collabo. Del perché, invece, farlo uscire “proprio ora” ti posso dire che, mentre lavoravo ai pezzi finiti su questo volume 2, sentivo la stessa energia, lo stesso spirito e lo stesso mood malinconico ma pieno di rivincita che c’era nel primo volume.
Il tuo EP suona classico, rispecchiando il tuo nome d’arte, ma non vecchio. Quali sono gli artisti che influenzano più il tuo sound?
Sono un appassionato, un fanatico e un cultore del genere e mi tengo sempre aggiornatissimo. Le mie influenze sono tantissime e sono proprio queste a rendere il mio approccio e il mio stile unico, in un certo senso. Puoi sentirci Scarface, Fabolous, Takeoff, G Herbo, Pac, Nipsey, Freddie Gibbs, Weezy, The Jacka, Larry June, gli UGK, Drake… farti una lista sarebbe impossibile. Ascolto e studio davvero di tutto e mi concentro molto anche nell’ascolto di sottogeneri che io, nello specifico, non farei mai. Vado un po’ controtendenza rispetto all’Italia, mi sa. Qua sembra basti copiare e riproporre paro paro in italiano la roba di qualcuno che funziona all’estero. Triste.
Si vede anche la passione che metti nel fare musica. Qual è il traguardo che ti sei prefissato come artista?
Continuare a fare roba che sia di livello, mettendo amore e cura in ogni dettaglio, divertendomi. Il mio approccio è sempre questo – che sia un prodotto destinato a un pubblico di 100, 1000 o 10.000 persone – l’obiettivo, per me, resta quello di fare musica che possa rimanere nel tempo.
In questo EP viene fuori la divisione delle tue giornate tra lavoro e musica. Quanto è difficile coniugare questi due aspetti della tua vita?
Lavoro da quando ho 18 anni, ho iniziato a fare musica a 16. Diciamo che sono abituato a far convivere questi due lati della mia vita. Sicuramente è impegnativo, ma per tanti aspetti è anche stimolante. Ti tiene con i piedi ben saldi per terra. Ti evita di partire mentalmente con l’egotrip da artistoide e, nel mio caso, mi dà anche un’indipendenza economica che mi permette di fare poi nella musica esattamente quello che voglio, senza ritornelli per i bambini, collaborazioni sterili o finte amicizie solo per tornaconto. Faccio la musica esattamente come vorrei farla.
In questo progetto troviamo beat realizzati da Neazy Nez e MemoB. Come sono stati scelti?
Nez e Memo sono due miei grandissimi amici. È tutto nato spontaneamente nelle mille sere in cui ci siamo beccati. Infatti, su quattro pezzi, tre sono co-produzioni, e l’unica traccia che ha un beat 100% solo di MemoB (4 Sì) l’ho scritta direttamente “on the spot” mentre Memo creava la strumentale. Ci piace lavorare così. Siamo abituati a lavorare insieme e confrontarci tra di noi.
Essendo tu anche un beatmaker sono curioso di sapere se hai un modus operandi standard nel comporre un brano. Qual è la prima cosa che fai?
Dipende da che tipo di beat ho in mente. Se voglio utilizzare un sample, la prima cosa che faccio è cercare tra i miei vinili, accendere il Technics e scavare tra i solchi per trovare quello che mi serve. Se ho in mente di lavorare con i synth, invece, inizio a suonare in cerca di un giro melodico o di una base di accordi che possano tenere insieme tutto il resto. Questa in genere è la fase iniziale.
Cosa dobbiamo aspettarci nel futuro? Stai già lavorando a nuovi progetti?
Meglio non aspettarsi mai niente (ride, ndr). Di base, comunque, sono sempre “Bizzy” al lavoro. Gli ultimi 13 mesi ne sono la prova: ho fatto uscire un disco e due EP. Mi hanno sempre esaltato personaggi come Master P, E-40 o Lil Wayne, che negli anni hanno costantemente fatto uscire dischi su dischi, lavori su lavori, senza mai fermarsi o scomparire. Ed ora, dopo la morte di Nipsey Hussle, il termine “Prolific” ha preso un peso ed un’importanza ancora più forte per me. In questo periodo sto facendo un po’ di collabo sia come MC che come beatmaker, sto scrivendo un sacco e producendo tantissimi beats, ho un po’ di pezzi chiusi che potenzialmente potrebbero uscire domani. Vediamo cosa riserverà il futuro. Fare pezzi e dischi non è un problema per me, la cosa più impegnativa è trovare una chiave per far arrivare quei pezzi e quei dischi a più persone possibile senza compromessi o cazzate. Su questo purtroppo ho tanto da imparare e tantissimo lavoro da fare.