
È notizia di poche ore fa: ESPN e Netflix hanno annunciato di aver anticipato l’uscita di The Last Dance, mini-serie in 10 episodi (i primi due saranno disponibili dal 19 aprile, due per ogni settimana). L’emittente sportiva ha ricostruito la cavalcata dei Chicago Bulls versione 1997/1998, stagione che si è conclusa con la conquista dell’anello alla sesta gara contro gli Utah Jazz. Ma fu soprattutto l’ultima stagione in canotta rossa di Michael Jordan, sua maestà, del più grande giocatore che abbia calcato i parquet di tutto il mondo, icona planetaria. Ed il finale fu epico tanto quanto la sua carriera, con quel tiro a fil di sirena che tutti hanno ben impresso in mente (se eravate troppo piccoli, vi rinfresco la memoria).Ma, visto che abbiamo parecchio tempo da passare in casa dato lo stato attuale delle cose, quali sono i film/docu imprescindibili a tema palla a spicchi che tutti dovremmo conoscere? Eccovi qualche titolo che non vi farà rimpiangere il fatto che di basket live, per un po’ di tempo, non ne vedremo per niente…
High Flying Bird, Steven Soderbergh (2019)
Partiamo da uno dei lungometraggi più recenti. Ripreso interamente con un iPhone 8, con un cast eccezionale, il film (intervallato da interviste a vere superstar NBA, come Karl-Anthony Towns, Reggie Jackson e Donovan Mitchell) si svolge nel pieno del lockout della lega più famosa del mondo in cui un procuratore deve tener fede ai suoi doveri ed al contempo far riprendere al più presto la stagione. Uno spaccato reale di un business spietato, che mastica e sputa fuori nel giro di pochi anni ragazzi che spesso non terminano nemmeno gli studi universitari. Troppi galli nel pollaio, come vediamo durante il film…
Iverson, Z. Beatty (2014)
Se c’è un giocatore che ha scardinato tutte le convinzioni sulle superstar NBA ed ha ribaltato il modo in cui erano viste, be’ quello non può che essere The Answer. Allen Iverson, che prima ancora di arrivare nell’universo universitario aveva già scontato 4 mesi di detenzione in carcere per una rissa in una sala bowling; AI, che una volta arrivato nella lega fece a modo suo, abbinando crossover rapidissimi ad un abbigliamento unico e singolare, adottando fuori dal campo uno stile più simile ad una rapstar. Non ha vinto tanto quanto giocatori più acclamati, ma ha rivoluzionato il gioco, sul parquet e nella vita di tutti i giorni, arrivando anche a comporre un disco rap!
The Carter Effect, S. Menard (2017)
Può l’avvento di un singolo giocatore infiammare un mercato a dir poco gelido dal punto di vista cestistico? Toronto ha avuto grande tradizione nell’hockey (i Maple Leafs hanno vinto ben 13 Stanley Cup), ma sul parquet i Raptors sono nati solo nel 1995. Con la scelta di Vince Carter al draft ’98 (inizialmente preso da Golden State, scambiato immediatamente con Antawn Jamison), affiancato dal cugino Tracy McGrady, i Raptors divennero una delle franchigie più esaltanti di quel periodo. La Vinsanity si propagò in tutto il mondo, con quel ragazzo in grado di schiacciare in testa a tutti con acrobazie ai limiti dell’incredibile!
Coach Carter, T. Carter (2005)
Un grandissimo Samuel L. Jackson interpreta Ken Carter, allenatore di una squadra di college. I suoi giocatori provengono da famiglie molto povere mentre i suoi metodi possono essere considerati duri, per usare un eufemismo. Ma il riscatto che la sua squadra avrà sul parquet passerà attraverso il sudore in palestra, dove il coach gli insegnerà che solo attraverso lo studio potranno avere un futuro migliore di quello delle loro famiglie. Una bella storia sociale e di sport, con monologhi di Jackson che vi rimarranno sicuramente nel cuore.
Glory Road, J. Gartner (2006)
Tratto da una storia vera, il film prodotto da Disney vede un giovane allenatore ingaggiato da un’università del Texas, malmessa sia tecnicamente che economicamente. La sua abilità anche come talent scout lo porterà ad ingaggiare un roster di giocatori bianchi ed afroamericani, non ben visti dal resto della comunità a causa della mentalità razzista che prevaleva negli anni ’60. La squadra si qualifica fino al tabellone principale della NCAA, facendosi strada attraverso scalpi di atenei ben più prestigiosi… Non vi svelo il finale per non rovinarvi la sorpresa!
He Got Game, S. Lee (1998)
Film che ha segnato un’epoca e che ha visto eccellere davanti la macchina da presa due fenomeni nei rispettivi campi: Denzel Washington, che ai tempi aveva già vinto un Oscar (ma che ne avrebbe meritato almeno un altro…), e Ray Allen, allora giovane guardia dei Milwaukee Bucks, ma poi giocatore iconico che si sarebbe messo al dito ben due anelli. I due interpretano padre e figlio, col primo che esce di galera dopo anni, e proverà a convincere il secondo a firmare per un college della zona. Come se non bastasse, dietro la macchina da presa c’è un signore che vedete sempre in parterre al Madison di NY: Spike Lee.
Once Brothers, M. Tolajian (2010)
Vlade Divac e Drazen Petrovic, stelle del basket dell’est durante la prima metà degli anni ’90: uniti dalla palla a spicchi, divisi da una guerra civile che dilaniò i loro paesi natii (serbo-ortodosso il primo, croato-cattolico il secondo). Insieme hanno condotto la Jugoslavia sul tetto del mondo, nel 1990, battendo in una finale storica l’Unione Sovietica; insieme hanno spiccato il salto oltreoceano, nell’89, uno ai Lakers ed uno ai Blazers. Ma le conseguenze di quella guerra devastante si ripercossero anche tra i due amici, e solo la tragica morte di Drazen, in seguito ad un incidente stradale, riuscì a placare l’animo di Vlade. Bellissimo documentario, in cui lo stesso Divac è presente come voce narrante.
Space Jam, J. Pytka (1996)
Siamo partiti da Michael Jordan, perché non finire con lui? Un film che ha segnato una generazione, che ha saputo unire il mondo dei cartoons e quello del basket. Pieno di scene iconiche: dal furto del talento di alcune delle superstars della NBA anni ’90 (Barkley, Ewing, Bogues) da parte dei Monstars all’arrivo di MJ nel mondo dei Looney Tunes, fino al lay-up decisivo a fil di sirena che salverà l’universo di Bugs Bunny. Con un cameo esilarante di Bill Murray, un film memorabile: tutti noi ci siamo sognati nei panni del 23 a provare quell’ultimo, fondamentale appoggio…