
“Così aprile in un giorno, m’ha dipinto il giardino: di bianca calce tutto il muro intorno e tutto il cielo del più bel turchino.”
Ricorderemo sicuramente la primavera 2020 per l’anomalia di doverla trascorrere tra le quattro mura domestiche, senza poter godere a pieno dei colori e dei suoni che caratterizzano una passeggiata al parco con il primo sole che scalda il viso, magari con gli amici o le persone care. Infatti, dalla finestra possiamo osservare una natura tutt’altro che sconfitta, a ricordarci come il segno dell’uomo sulla Terra è assolutamente passeggero, mente Madre Natura si sta meravigliosamente riprendendo i suoi spazi.
Tra i pochi conforti, la musica. La rubrica di casa Ladies First oggi ha il piacere di presentarvi Joan Thiele e il suo EP Operazione oro disponibile dal 20 marzo 2020 su tutte le piattaforme digitali per Polydor/Universal Music/Undamento.
Fin dall’infanzia, Joan – di origini metà italiane e metà svizzero-colombiane – ha trascorso una vita nomade che le ha regalato un gusto musicale internazionale. Con la fine del liceo, si trasferisce in Inghilterra proprio per inseguire la sua passione per la musica. Joan sviluppa una grande personalità artistica, a partire dalla scelta di iniziare cantare in inglese. Nel 2016 è uscito il suo primo EP omonimo Joan Thiele, anticipato dai singoli Save Me e Taxi Driver ed è stata nominata nella categoria Best New Artist degli MTV Awards 2016. A seguire, Joan ha iniziato il tour dal vivo insieme alla sua band, Gli Etna, nei principali festival italiani. Nel 2018 ha pubblicato l’album Tango che contiene i singoli Armenia e Polite, fino al 2019 in cui si fa notare nella riedizione del manifesto di M¥SS KETA Le ragazze di Porta Venezia e con la pubblicazione del brano Le vacanze, primo singolo cantato in lingua italiana, estratto dal nuovo EP Operazione oro, pubblicato anche con il supporto di una realtà dinamica come Undamento. A tal proposito segnalo la presenza di Joanita nell’Undamento MixTube 2020 in compagnia di Dutch Nazari e Frah Quintale, tra gli altri, ma anche nel recente album GarbAge di Nitro pubblicato per Arista Records.
Ci siamo! Apriamo le danze con le classiche presentazioni. In quale contesto nasce la tua passione per la musica e come si è evoluta?
Ho sempre avuto questa grande passione. Non ricordo con esattezza il primo vero ricordo, so semplicemente che è sempre stato quello che volevo fare. Su questo non ho mai avuto un attimo di titubanza.
Il mio percorso è iniziato con la fine del liceo, che è coinciso con il mio trasferimento in Inghilterra e ai primi studi legati alla musica, tra corsi di chitarra e altro. Questo bagaglio l’ho poi portato con me a Milano dove ho iniziato a scrivere e a cantare in inglese fino alla pubblicazione del mio primo EP Joan Thiele, appunto, e successivamente un album.
Concretamente sono 4 anni che mi dedico a questo, prima ero più piccola e cercavo solo di capire come funzionava tutto questo mondo. Negli ultimi anni la mia sperimentazione musicale si è evoluta e ha iniziato a prendere forma anche in italiano. Dallo scorso anno ha preso il via a tutti gli effetti questa strada verso quello che è il mio nuovo progetto Operazione oro.
La rubrica Ladies First è nata con la volontà di proporre un focus sulle personalità delle donne all’interno del panorama urban italiano, provando a capire cosa si cela dietro al divario tra i due sessi in questo ambiente. Oggi queste distanze sembrano assottigliarsi. Tu cosa ne pensi?
Premetto di non essere una purista, né una rapper. La mia musica può rientrare certamente nell’ambiente urban, questo perché le mie influenze derivano da un filone di matrice black/r’n’b e dall’altro lato dal pop, fino alle colonne sonore. Personalmente sono mega fan dei compositori di musica, questo mi caratterizza moltissimo.
Ritenendomi un “ibrido” dal punto di vista musicale, senza dovermi per forza incasellare anche perché oggi siamo sempre più contaminati, il mio pensiero si riflette anche sulla disparità di genere.
In questo ambiente noi donne siamo un po’ meno e probabilmente facciamo ancora fatica, però la mia sensazione è che il terreno sia molto fertile per il talento e questo è quello che conta. Fondamentalmente, che tu sia uomo o donna, se non spacchi non arrivi!
Attraverso la musica, quali sono gli obiettivi che vorresti raggiungere?
I miei reali obiettivi vanno al di là di quelli di carriera e personali, sono obiettivi che ho nei confronti della musica. Quello che faccio lo faccio proprio per necessità e il mio interesse è stare bene e far star bene gli altri attraverso la mia musica. Mi auguro che questo arrivi alle persone.
Non lo ritengo un lavoro, per me è la mia vita.
Come mai la scelta di esprimerti in italiano in questo nuovo EP? Da un punto di vista discografico come la vedi?
Come ti anticipavo in precedenza, da un paio d’anni ho iniziato a scrivere e cantare in italiano. Questo passaggio per me non è dovuto ad una scelta vera e propria, bensì ad una necessità personale. Sentivo il bisogno di esprimermi in italiano e l’ho fatto, tutto qui.
Questo ovviamente non pregiudica il fatto che potrei pubblicare in futuro altro materiale in inglese o spagnolo. Non ho nessun tipo di limitazione linguistica nel fare la mia musica. Operazione oro, dal mio punto di vista, doveva essere realizzato così.
Per quanto riguarda il ragionamento sul mercato discografico, ti dico che per come stavo facendo musica in inglese, non andava comunque bene. Sono convinta che per fare musica in inglese devi stare all’interno di quell’ambiente al cento per cento, lavorare in quel tipo di business. È un approccio culturale. Allo stesso modo vedo che la musica italiana in questo momento è forte.
Non ho fatto scelte discografiche, ma comunicative legate alla mia necessità di esprimermi.
Veniamo al tuo EP: Operazione oro. Da quali esigenze ha preso forma?
Operazione oro è la storia di un conflitto per la ricerca dell’identità. Non a caso nella copertina del progetto ci sono io che sussurro nell’orecchio di un’altra me stessa. L’idea è quella di cercarsi attraverso l’identità e la mia prima “operazione” è raccontare ciò che sento.
Questo è l’argomento centrale di tutto l’EP e di questo periodo della mia vita che mi ha portato a scrivere questi brani. Il cambiamento, il mettersi alla prova, Operazione oro è la missione che ognuno di noi ha nei confronti di se stesso. Io non sono una persona competitiva nei confronti degli altri, ma lo sono nei miei.
Questo è il mio viaggio.
Poi ho pensato anche alla possibilità di rimandare la pubblicazione dell’EP, vista la situazione attuale, però ho deciso di agire d’istinto perché credo che il ruolo della musica oggi sia soprattutto far star bene.
A proposito. Scegliere di uscire discograficamente in questo momento così complesso che significato ha e cosa comporta?
Sicuramente è complesso pubblicare musica in questo periodo dal punto di vista del mercato discografico e mi riferisco agli aspetti legati alla comunicazione, promozione, vendita e soprattutto dei live dove siamo fermi.
Però questo progetto ha qualcosa di diverso. Ci sono dischi e dischi e Operazione oro non ha alcuna ansia legata alla Hit estiva, ad esempio, o pretesa verso il numero di copie vendute o degli streaming.
Con questo EP io mi presento per la prima volta con un lavoro in italiano, è un biglietto da visita: “Benvenuti nel mio mondo”.
In questo momento terribile, dove spesso sei veramente da solo, ho scelto di uscire con della musica vera che spero possa fare del bene.
Sound e atmosfere molto avvolgenti caratterizzano le tracce del tuo progetto. A livello di produzioni con chi e come si è svolto il lavoro?
Negli ultimi anni mi sono molto avvicinata alla produzione. Questa è una cosa che già facevo in passato, perché mi piace, pur non avendo delle conoscenze tecniche specifiche. Con il tempo invece ho iniziato a consolidare anche questo aspetto sempre da autodidatta lavorando con Ableton, che è il mio programma di riferimento.
Per l’EP tutti i provini che ho portato a Zef erano già pre prodotti da me e avevano già un’impronta. Avevo però bisogni di qualcuno che fosse in grado di “darmi quel qualcosa in più”. C’era già l’idea e grazie a Zef sono riuscita a perfezionare la mia visione. Il suo lavoro, essendo un professionista, è stato molto importante per alzare la qualità del progetto.
Abbiamo fatto un lavoro di squadra per dare valore a questo tipo di suono. Al lavoro hanno contribuito anche Marco Caldera, che è stato coinvolto per il mix, mentre il master è a cura di Giovanni Versari.
Nell’EP hai incluso anche due skit che hai composto tu: come mai questa scelta?
Vero, sono L’attesa e La rivelazione. L’idea di inserirli nasce dalla mia passione per le colonne sonore e dalla voglia di creare delle atmosfere. Questi skit rappresentano una parte importante, narrativa, dell’intero EP.
L’attesa è un ponte tra Sempre la stessa e Viso blu, e segna il passaggio tra un mood più leggero ad uno intimo. Questi skit mettono in collegamento queste mie identità. Allo stesso modo lo fa La rivelazione che rappresenta invece un passaggio verso una conclusione che apre invece un nuovo orizzonte su qualcosa di nuovo e che devo scoprire.
Nel lavorare alla tua musica, quale pensi che sia il tuo punto di forza e al contrario quello debole?
Guarda, il mio punto debole è che ho un problema con le seconde strofe… ahah! Ma questo non è un problema solo mio, da quel che so… Comunque soluzione collaudata è partire dalla seconda strofa, così la prima viene per forza. Questa cosa, per me, è un lato negativo quando faccio musica.
All’opposto invece, ti dico che di positivo c’è il fatto che sono in un periodo molto sensibile, ispirato, e mi piace il modo molto naturale in cui riesco a trasformare delle suggestioni, delle idee, delle immagini, in musica. Questo mi fa stare bene!
Chiudo con una curiosità: ad un nuovo ascoltatore qual è la traccia che consiglieresti di ascoltare subito per farti conoscere?
Ti dico Viso blu, un pezzo a cui sono molto legata. Tra l’altro ero stata tentata di proporlo come primo brano dell’EP, ma poi ho scelto di optare per Le vacanze perché in questo brano mi ci rivedo perfettamente ed è più facile come primo ascolto.
Viso blu invece è intimo ed è più difficile entrarci dentro, ma se mi vuoi conoscermi davvero, il brano da ascoltare è proprio Viso blu.