
Future makes the most negative inspirational music ever
I swear I had to tweet it again!!! Future makes the most negative inspirational music ever. This killed me 🤣🤣🤣🤣 pic.twitter.com/ESignlRj6Z
— Dj K (@InfamousDjK) May 16, 2020
Credo che poco possa calzare a pennello come questa citazione di Andre 3000 al nuovo album di Future, High Off Life – uscito il 15 maggio sotto Epic Records. È l’ottavo album in studio di un rapper che ha cominciato nemmeno 10 anni fa a macinare classifiche e che ormai – dopo aver dettato il gioco per il biennio 2015 – 2017 – sembra arrivato al capolinea (?). I numeri non mentono e confermano che ogni album ha sempre debuttato al primo posto (questo certificato oro dopo 30 minuti dall’uscita), ma negli ultimi tempi Mr. Hendrix sembra aver perso colpi dal punto di vista “sociale”. Twitter da questo punto di vista è stato uno spettacolo infelice di tutto il marcio che c’è sempre stato nella musica di Nayvadius, ormai un 37enne misogino con il vizio per le hit.
Testi
High Off Life, dal punto di vista dei testi, è un po’ un passo indietro rispetto al precedente LP The WIZRD. Future è stato pioniere nell’esporre le sue debolezze e le sue dipendenze, risultando incredibilmente passivo e trascinando l’ascoltatore dentro i suoi racconti di droga e spaccio – senza voler essere necessariamente uno storyteller. Qui troviamo la stessa intenzione, ma in maniera depotenziata e accompagnata da qualche spruzzata in più di trash. Certo è che Future è un artista trap puro, non è di certo di quelli nati per un terzo ascolto (anche se qualche minuto in più ad Accepting My Flows lo dedicherei). La sua musica arriva subito, bella diretta.
Ad-libs, sbiascichi e flow assolutamente sul pezzo. Non stanca nelle innumerevoli ripetizioni di HiTek Tek, ma perde qualche punto quando perde completamente la linea melodica in Trillionare con YoungBoy Never Broke Again (di cui per galanteria non commenterò la performance). Tra l’altro, gli altri ospiti aggiungono tanto, essendo stati portati tutti nella loro zona di confort. Il maggior esempio è sicuramente la traccia con Meek Mill e Doe Boy – 100 Shooters – banger piena di barre iconiche.
Strumentali
Il parco produttori è francamente encomiabile: Southside, Wheezy e Will-a-fool i più presenti. Proprio quest’ultimo apre l’album con Trapped In The Sun, che è senza dubbio un modo eccellente di iniziare un progetto. La strumentale invita proprio a prendersi un momento per ascoltare quello che Future ha da dirci e il modo in cui si evolve aiuta l’ascoltatore ad accettare quello che arriverà dopo. I brani con Travis Scott e Lil Uzi Vert poi sono perfetti come sound per accogliere i featuring e sfruttano – come è giusto che sia – le melodie che i rapper riescono a creare con la voce. Delude in questo Young Thug, tanto da far preoccupare Fantano.
In generale, troviamo un po’ di tutto lungo le 21 tracce: c’è la classica trap di Atlanta, un po’ di vecchio crunk, qualche banjo a caso. Le cose meno riuscite sono forse i beat switch presenti in Life is Good (in tutte e due le salse) e Ridin Strikers.
Stile
Come diceva Gucci Mane nel 2016 “All my children”. Future ogni tanto suona banale e scontato, perché da quando ha incominciato ad essere mainstream il suo stile è stato più che inflazionato. Creatore di uno stile unico insieme al fidato DJ Esco, Future ha il merito di aver smontato un po’ il mito del rapper invincibile, senza però perdere il lusso e la voglia di essere superiore. Se conoscete qualche altro rapper che abbia collaborato in un mixtape con Drake, fatto joint project con Zaytoven, Young Thug e Gucci Mane in 5 anni scarsi fatemi un fischio.