
Dani Faiv, nel corso della sua carriera artistica, ha sempre cercato di staccarsi dalla massa. A volte ci è riuscito, altre volte meno: sicuramente stiamo parlando di una delle realtà più ambigue dell’intera scena italiana.
Prima di diventare un rapper, Dani era un cameriere, un ragazzo come tanti della sua età con un sogno, che ha saputo trasformare il sudore della fronte in passione tangibile. L’unione delle proprie esperienze di vita e dei propri sogni ha costituito la base di The Waiter, album di debutto del ragazzo classe ’93, pubblicato nel 2017. Un disco fatto di rap senza fronzoli, flow serrato, rime dense di giochi di parole e punchline, realizzato sotto la direzione artistica di DJ Slait e Jack The Smoker, mentore del ragazzo.
A inizio 2018 Dani Faiv pubblica un nuovo progetto discografico, Fruit Joint + Gusto, spiazzando buona parte dei suoi fan, ma al tempo stesso attirandone di nuovi. Un progetto ispirato al concetto di “mondo felice”, con sonorità moderne, provocatorio, ma forse troppo premeditato.
Il 2020 è l’anno in cui il ragazzo della scuderia Machete torna con un nuovo progetto ufficiale. Scusate se esistiamo è il titolo del disco, pubblicato il 29 maggio 2020 per Machete e Arista Records/Sony Music Italy. Scusate è il titolo dell’EP datato 30 aprile 2020, che ha anticipato l’album per poi andarlo a integrare. Un progetto da ascoltare nella sua integrità, 18 tracce che, ancora una volta, stravolgono il giudizio di molti. Fuori le treccine colorate tanto criticate nel passato da chi nemmeno ascoltava la sua musica, dentro Daniele, chiamato ad affermare una sua reale identità, che finalmente e definitivamente cristallizzi la sua esuberanza multiforme. È sempre bello esprimere attraverso i dischi il proprio punto di vista, che poi chiunque può condividere o meno, ma almeno sa di vero, sa di autentico.
Scusate se esistiamo è tutto questo, ma anche altro.
Testi
Ringrazio chi mi ha odiato, mi ha dato la forza,
Senza loro non avrei mai trovato risposta
Intro (Estinzione), un ossimoro, che da subito proietta l’ascoltatore in quello che si può definire a tutti gli effetti un conscious album. In un momento storico in cui prima si critica, poi, forse, ci si informa, Dani Faiv sceglie la musica come risposta ai giudizi degli altri, quella musica che se fatta con il cuore salva. La critica, seppur cinica, non è generale, ma rivolta a chi fa dell’odio pane quotidiano: l’hater dei social, il critico pregiudicato, l’attaccabrighe fortissimo dietro lo schermo e inesistente dal vivo, colui che fa dell’odio un’ossessione e quasi un dovere. La musica odierna ne è l’esempio lampante, e l’artista non si risparmia nell’affermarlo. Una scena dove conta solamente ciò che appare, trasportata costantemente dalla moda del momento, in una continua gara.
Estremamente interessante il lavoro fatto sul linguaggio. L’artista dimostra di saper alternare tracce in cui pone l’accento sul testo e sul suo potere comunicativo, ad altre più sperimentali e ritmiche, come Kyte sul tempo, in collaborazione con Vegas Jones, un vero banger che ti fa saltare durante i live. Nonostante non tutte le tracce appaiono perfettamente riuscite (ne sono un esempio Weekend a Miaimi con Shiva, oppure Pezzo grosso), Scusate se esistiamo risulta essere un disco adattissimo al periodo in cui viviamo, per niente scontato e musicalmente molto colto.

Strumentali
Le produzioni sono uno degli aspetti meglio riusciti del disco e Strage ne è l’artefice principale. Il producer pugliese, che da anni collabora con Dani Faiv, crea tappeti musicali ricercati, sui quali il rapper nativo di La Spezia è bravissimo ad alternare vari tipi di flow, densi di tecnicismi.
Il viaggio oscilla da beat chill come Weekend a Miami alle produzioni dinamiche e aggressive di Canne e Playstation o Buonanotte. Proprio in quest’ultima traccia ritroviamo un ulteriore elemento di novità: oltre a Strage, la produzione è realizzata da Gemitaiz, che non ha mai nascosto la sua passione nel fare beat, indossando garbatamente questa nuova veste.
Anche Kanesh si dimostra adattissimo al mood del disco: produce quattro tracce, tra cui la riuscitissima Intro (Estinzione) e Aria, in collaborazione con Fabri Fibra. Il coro gospel, fatto di 16 elementi che chiude il disco nella traccia Outro (Niente di speciale) è una scommessa stravinta, un qualcosa di introvabile al giorno d’oggi in un album rap italiano.

Stile
Scusate se esistiamo si apre con una citazione del nonno di Dani Faiv (la medesima citazione apriva l’Intro di Teoria del contrario, primo progetto del rapper) e si chiude con un coro gospel. Nel mezzo, 11 tracce vere, autentiche in cui a prevalere è l’uomo Dani Faiv piuttosto che l’artista. L’uomo che si contrappone all’odio. La presenza all’interno di un disco di una traccia come quella di Filippo Giardina, da ascoltare tutto d’un fiato con la seguente Aria, ha un’importanza impressionante. Il voler insegnare una lezione al proprio pubblico, avendo consapevolezza di esso, e farlo attraverso uno skit di un esperto della parola, uno dei migliori stand-up comedian italiani, che racconta in modo forte i social, responsabili di creare realtà finte dove “esisti solo se racconti di esistere”. E poi la strofa di Fabri Fibra, in quella che è forse la traccia più tosta dell’album, metricamente perfetta, ruotando intorno al tema dell’umiltà.
Altro esperimento riuscito.
Umiltà credo sia proprio la parola che meglio si addice a Dani Faiv. In una realtà dove tutto gira intorno ai soldi, all’abbigliamento che indossi, all’apparenza che mostri, il ragazzo classe ’93 si distacca da tutti. Non dimentica e non rinnega la fatica fatta che gli ha permesso di arrivar fin qua; all’autocelebrazione preferisce un messaggio positivo, trasmesso attraverso la musica. E lo fa con la stessa umiltà che da sempre lo contraddistingue, sin dai tempi in cui faceva il cameriere per guadagnarsi da vivere. Scusate se esistiamo è un disco maturo, in cui Dani è riuscito a stupire, a cambiare e a portar novità, ma rimanendo sempre se stesso. Se consideriamo anche l’EP Scusate, che ha anticipato l’album, possiamo tranquillamente affermare che il progetto nella sua interezza sorprende e convince quasi a pieno.