
Liberi è il nuovo singolo di Danti, scritto ed interpretato insieme a Raf e a Rovazzi. Pubblicato da Time Records, oggi 26 giugno 2020 arriva in radio e nei digital store.
Danti continua la collaborazione con gli artisti tra i più amati del panorama italiano, inanellando una hit dopo l’altra. Dopo le recenti Canzone sbagliata, con Luca Carboni e Shade, e Tu e D’Io con J-Ax e Nina Zilli, il rapper nato con Two Fingerz, diventato l’autore e produttore più richiesto e cool del momento, mette ora a segno un altro colpo.
Ci sono sempre degli incastri magici dietro ogni disco di successo, un’idea, un testo, una melodia, che, per qualche motivo, in quel dato momento, rende quella canzone speciale, magica. È il caso di Liberi. Nata mesi fa quando l’emergenza Covid non era nemmeno immaginabile, esce in contemporanea con questo strano ritorno alla normalità. Non siamo ancora definitivamente “liberi”, ma il brano interpreta bene lo spirito di questo periodo. La canzone vuole essere di buon auspicio, candidandosi ad essere la colonna sonora ideale di questa anomala estate 2020.
Liberi non è stata scritta per questo periodo ma gli si addice perfettamente. Non è una canzone per festeggiare ma per regalare dei momenti di spensieratezza in un periodo in cui c’è molto bisogno. In questo nuovo singolo c’è un chiaro riferimento nostalgico agli anni della musica house.
Danti
Gli scenari distopici di una pandemia che ha colto tutti impreparati, il persistere di piaghe antiche che l’umanità non ha mai superato veramente, e malgrado gli insegnamenti della storia, l’ostinato uso di metodi coercitivi come ipotetiche soluzioni, le quotidiane difficoltà per tenere il passo, per non sentirsi esclusi in un mondo dove tutto sembra avere un prezzo e tutto si consuma troppo rapidamente, hanno amplificato un estremo desiderio di evasione di spensierata leggerezza, di essere liberi.
Raf
Quando Danti mi mandó il brano decisi, dopo il primo ascolto, che dovevo cantarci dentro qualcosa. Essere “liberi” è il desiderio di tutti oggi più che mai, soprattutto il mio.
Rovazzi