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IntervistaLadies First

Kayla Trillgore presenta il video di Apnea

kayla trillgore

Kayla Trillgore è la protagonista di una nuova puntata di Ladies First

Bentornati tra le righe della rubrica più hot de lacasadelrap.com: Ladies First. Ribadisco hot perché i progetti delle artiste che seleziono per voi sono in assoluto quelli più fighi che possiate ascoltare, ma anche perché in questo inizio di luglio le temperature si stanno facendo sempre più roventi. Nel frattempo posso dirvi che, mentre impaginavo questo nuovo approfondimento, alcuni amici stavano organizzando una quattro giorni di mare e, esattamente ora, mi trovo con loro in movimento “verso altri lidi”, non in Cadillac, ma a bordo di un Mercedes Vito.

In quest’estate, che fa capolino da una prolungata pandemia, qualcosa inizia a tornare alla normalità: incrociamo le dita!
Senza altri preamboli, in questo spazio torna un’artista che a più riprese ho coinvolto per il carattere mistico della sua musica. Sto parlando di Kayla Trillgore, ragazza classe ‘92 dal sangue metà rumeno e metà arabo e che si divide tra la sua Pescara e la città di Milano. Lo scorso 25 giugno Kayla Trillgore ha pubblicato il singolo Apnea, su una produzione firmata da Karas, e ad impreziosire questo brano dal 9 luglio 2020 è disponibile su YouTube il video ufficiale. Avvolto in un’atmosfera dark, in un mix di influenze trap e witch-house, Apnea è il racconto di un legame tossico e autodistruttivo.

A questo punto io vi lascio al video di Apnea e a tutte le curiosità emerse durante l’intervista con Kayla Trillgore.

Bentornata Kayla! Come hai passato gli ultimi mesi? Questa situazione di lockdown come ha influenzato la tua creatività?

Prima della “chiusura” posso dirti che avevo già diverse cose programmate e che erano praticamente pronte. Tra queste c’era anche il nuovo singolo Apnea, ad esempio. Avevo già una programmazione pronta con diverse uscite e, di conseguenza, negli ultimi mesi ho sentito anche meno la necessità di dover per forza creare cose nuove. Chiaramente questo non toglie il fatto che qualche nuova bozza l’ho preparata.
Ultimamente, dal punto di vista della creatività, sono riuscita ad esprimermi meglio in altre forme rispetto alla scrittura. Ho realizzato ad esempio il video di Apnea completamente in autonomia. In parallelo ho ripreso a disegnare e dipingere, con l’obiettivo di capire come integrare questo aspetto nel progetto musicale per valorizzarlo.
È una cosa che faccio da tempo, quindi non vorrei passasse l’idea che mi ci sto avvicinando solo ora.

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Parlando di questo e dei tuoi obiettivi, a che punto senti di essere nel tuo percorso personale e artistico?

Ho maturato la consapevolezza e l’importanza di lavorare attraverso la propria passione, cercando di essere coerenti con se stessi. Questo aspetto è determinante.
Puoi avere la fortuna di svegliarti tutti i giorni facendo il lavoro che ti fa stare bene, sentirti super fortunato per aver trovato il tuo posto nel mondo, però se non le fai sentendoti al 100% tu allora ne soffri e probabilmente non ne vale più la pena.
Sono tutte consapevolezze che fai tue solo dopo aver affrontato un percorso di crescita fatto di esperienze. Snaturarsi per ricercare una possibile “formula che funziona” non è la soluzione.

A proposito di questo. Nella scena trap/urban sei un po’ una outsider per la particolarità del tuo suono, però vorrei sapere come vedi la situazione al momento.

Dal punto di vista artistico e musicale, posso dire che c’è una grossa percentuale di “soldatini in fila” che si limitano a replicare il suono e la tendenza del momento. Se a queste persone va bene così, chi sono io per dirgli che non si fa. Però non credo sia la strada giusta quando si parla di ricerca artistica e di originalità. Ognuno poi ha il proprio obiettivo.
Nel mio caso l’obiettivo è riuscire ad esprimermi liberamente. Per me la musica ha un altro valore, e con questo non sto dicendo che la mia visione sia migliore rispetto a quella degli altri. Apprezzo le cose che percepisco come più personali e ricercate.
Devo dire che, soprattutto nella scena più alternativa, ci sono tante realtà emergenti o meno che propongono progetti interessanti e di questo ne sono felice.
In questo periodo, rispetto anche solo a qualche anno fa, vedo che la contaminazione tra generi è molto più variegata anche in Italia e questa cosa è positiva. Questo mi ha dato maggiore sicurezza anche nel pubblicare singoli come Mandala o Trillgore.

kayla trillgore

Brani entrambi prodotti da Karas. Volevo chiederti: nel tempo come si è evoluta la vostra collaborazione, quali suoni e atmosfere ricercate?

Con Karas mi sono sempre trovata molto bene, ci conosciamo dal periodo Stay Quiet Crew e c’è affinità artistica, emotiva e di immaginario, ci capiamo al volo su quello che vogliamo fare. Quando canto su una sua produzione mi sento me stessa.
Tra l’altro, proprio in questa fase di lockdown, ha sfornato tante nuove produzioni anche per suoi progetti personali molto interessanti.
Purtroppo non abbiamo sempre l’opportunità di lavorare assieme in studio. Lui è a Pescara, mentre io sono ormai più stabile a Milano. Nonostante questo, ci basta davvero poco per capire quale strada prendere per la creazione dei brani. È un processo ormai strutturato, ci scambiamo tantissime idee, e il lavoro a distanza non pesa in alcun modo sul risultato finale. Apnea è un altro frutto di questo processo creativo.

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Veniamo allora al nuovo singolo e al suo video. Parlacene un po’.

Come dicevo, Apnea era già pronto da un po’ di tempo. Volevamo però capire bene dove collocarlo rispetto ai brani che sono usciti in passato e che usciranno prossimamente. Siamo in una fase di transizione e quindi volevamo preparare il terreno con questo brano, anche dal punto di vista visivo attraverso la scelta fatta per la realizzazione del videoclip. Il video è stato realizzato interamente da me proprio durante la quarantena. Mi sentivo ispirata, mi sono messa davanti alla telecamera e ho raccolto e realizzato i materiali video/immagini, li ho montati e dato l’impronta visiva che sento più mia.

Parlando proprio di video e di immagini, tu sei molto attiva su Instagram. Come utilizzi questo canale così diretto con chi ti segue?

Per me è una piattaforma che mi consente di unire tutte le forme di espressione a cui mi sento affine, quindi: musica, immagini e video.
Mi piace molto manipolare le immagini e comunicare attraverso una serie di messaggi audiovisivi.
Quindi utilizzare Instagram, diversamente rispetto ad altri magari, a me per fortuna non pesa, anzi! Espormi sui social non lo vedo come “una cosa che si deve fare”, ma come la giusta occasione per farmi conoscere e far conoscere quello che mi piace e che faccio.
Per me è una story line continua.

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Volevo rubarti qualche informazione anche sui tuoi prossimi passi. Apnea fa da apripista ad un prossimo progetto più strutturato? Seguiranno invece altri singoli?

Posso svelarti che l’obiettivo dell’ultimo periodo è quello di preparare un progetto. Abbiamo collezionato una serie di brani che funzionano e che ci permettono di ragionare in questa prospettiva. L’intenzione c’è! Il materiale anche! Adesso vediamo…
Sicuramente non sarà una cosa che arriverà nei prossimi mesi. Seguiranno invece altri singoli, anche alcuni featuring, con l’obiettivo di dargli il giusto spazio e crescere ancora.

Chiudo con una curiosità. Cosa hai ascoltato ultimamente? Magari hai scoperto o riscoperto un album o degli artisti che ti hanno lasciato qualche nuova idea?

Ho rispolverato da qualche tempo le vecchie glorie della mia adolescenza in tema di metal core, emo core e anche quel college rock tanto odiato. Queste vibes qui.
Mentre per quanto riguarda la musica più affine alla mia produzione, ti dico che sto ascoltando tanta witch-house, ho scoperto qualche tempo fa Sidewalks and Skeletons che mi piace parecchio. Sto ascoltando molto anche Bones, Catnapp, Poppy, Grimes e ovviamente i Crystal Castles e gli IC3PEAK che comunque si sposano molto anche con il mio immaginario e con i suoni che mi piace ricercare con Karas. Anche la cantautrice statunitense Chelsea Wolfe, che mi ha fatto scoprire proprio Karas, la sto ascoltando e mi piace un sacco.
Ti direi questo, sì.

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