
In ogni caso, la scomparsa di un ragazzo di appena vent’anni è sempre una manata tremenda alla sensibilità di qualsiasi persona. A 20 anni – a febbraio del 2020 – è stato ucciso Pop Smoke, un artista che in un anno scarso stava mettendo a ferro e fuoco il mercato discografico statunitense. Shoot For The Stars Aim For The Moon è il suo primo album postumo – pubblicato il 3 luglio – ed è da considerarsi a tutti gli effetti il suo testamento (soprattutto per la versatilità che mette in mostra). Sotto la fedele guida alla produzione esecutiva di 50 Cent, questo disco segna un ottimo debutto discografico e soprattutto l’affermazione definitiva di una corrente, quella della drill di Brooklyn, che ha perso la sua stella più brillante. Un album postumo non sarà mai dello stesso valore di uno costruito e finito nella piena volontà dell’artista protagonista, ma sono certo che nel corso degli anni potremo sentirci fortunati ad aver avuto l’opportunità di ascoltare ancora una volta Pop Smoke.
Strumentali
Un ascoltatore poco attento o un fan non della prima può essere rimasto sorpreso (o deluso?) del suono che Pop Smoke ha trovato in SFTSAFTM. Le strumentali di questo disco infatti spaziano dalla drill made in UK che ha accompagnato Pop al successo – e quindi troviamo alla regia 808Melo – ma riesce a risultare meno monotono grazie a alcuni switch Trap e altri più R&B. Sicuramente in questo senso l’idolo 50 Cent ha fatto molto, dal punto di vista musicale l’emulazione è evidente e anche la riuscita ne risente in senso positivo. La voce grossa e scura di Pop Smoke risulta incredibilmente capace di adattarsi a tutti gli ambienti e inevitabilmente il rimpianto aumenta a ogni traccia.
In ogni caso i pesi massi coinvolti nella scrittura e nella produzione riescono senza dubbio a far suonare in maniera impeccabile il prodotto finale – anche particolari difficili come la strofa via GTL di Rowdy Rebel in Make It Rain (per cui impazzisco, ndr). L’album non è un accozzaglia di cose messe lì a caso, ma ha una sua linea e continuità musicale.
Testi
Pop Smoke non è esattamente conosciuto per la qualità dei testi o per la sua abilità tecnica negli incastri, ma nello stesso tempo non risultava un rapper banale. Per esempio Dior, pezzo inserito come bonus track, era stato anche un monito nei primi giorni di manifestazioni del BLM negli Stati Uniti.
She like the way that I move
She like the way that I rock
She like the way that I woo
Una nota nuova è quella introdotta in brani come Mood Swings – con Lil Tjay – e What You Know Bout Love che fanno scoprire il lato più romantico di Pop, aiutato da strumentali più morbide. Altro acuto è senza dubbio Got It On Me, una sorta di remake di Many Man, che mantiene il ritornello originale di 50 Cent e poi continua con due versi energici e super in linea con l’animo del pezzo.
Mi sento però di dire che la pochezza di molta parte della tracklist, in termini di contenuti, è anche demerito di ospiti che non danno nulla o quasi – vedi un troppo presente Quavo – oppure che usano barre fuori luogo (nel un disco postumo di un ragazzo ammazzato in casa a causa di una rapina andata male).
Bought some new killers, I bought some new choppers, hey
Future in Snitching
I’m on the block with the Devil, I hang with the robbers
Stile
Poco c’è da scrivere su quanto Pop Smoke sia stato influente nel 2019 e di quanto lo stava diventando anche quest’anno. La Brooklyn drill ha preso il volo grazie a lui, che ha saputo essere punto di contatto con chi aveva iniziato il trend (i vari Sheff G, Fivio Foreign) e con rispetto e carisma si è preso un mercato difficile come quello della Gran Bretagna, proponendo la sua versione di un loro prodotto.
La sua voce e il suo stile nei video – iconico il suo ballo – sono qualcosa che, indipendentemente dal poco tempo che hanno frequentato l’industria musicale mondiale, resterà ben impresso nelle mente dei fan e di chi si vorrà ispirare a Pop.
Cover
Degna di nota è la storia dietro la cover di SFTSAFTM. Infatti, a pochi giorni dalla pubblicazione dell’album – che già era stato posticipato a causa degli avvenimenti post morte di George Floyd – la cover svelata è stata severamente criticata dai fan. Chi era l’autore dell’artwork? Virgirl Abloh, che dopo la storia delle donazioni non se la passa di certo bene. Senza esitare 50 Cent, con un post su Instagram, per smorzare gli animi del popolo, chiede immediatamente al direttore creativo di Louis Vuitton di fare di meglio.
Il risultato finale è quello di una rosa, che già era trapelata alla pubblicazione del singolo Make It Rain, è che ha segnato la bocciatura di tutti i bozzetti di cover mandati dai fan.
