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Recensione

J: il compitino di Lazza

lazza cover

Dieci tracce racchiuse in un progetto nuovo, annunciato solo qualche settimana fa: questo è J, il nuovo mixtape (anche se ormai la definizione andrebbe modificata, visto che le produzioni sono tutte inedite) di Lazza. L’artista milanese dimostra di essere il più attivo nell’intero panorama italiano, essendo al quarto disco in meno di un anno e le collaborazioni in altri progetti non si contano ormai più. Annunciato come un album prettamente “da club”, già nell’anthem racchiude un bell’antipasto di ciò che ci aspetta per la successiva mezz’ora. “Tutti conoscono Zzala ma nessuno Jacopo… J come Jay-Z, J come Michael, come Santana, come La Furia chiuso nel barrio, J come Jimmy, J come Pesci, J come Rambo, J come Joker, J come Jesus fatemi santo” in un crescendo che chiude l’intro. Ma di Jacopo non troviamo traccia nel prosieguo, purtroppo come una promessa non mantenuta…

Testi

Lazza rientra in quella categoria di rapper denominata comunemente “non dico un cazzo, ma lo faccio bene”. C’è poco da fare, sin dall’esordio con Zzala uno dei suoi punti di forza furono le barre ad effetto, le punchlines, che chiude come pochissimi in Italia, ed anche questo progetto, per gli amanti del genere, non fa eccezione. Sin da J l’intento è chiarissimo: colpirti in faccia più forte possibile, con barre e cambi di flow continui. Un mero esercizio di stile si potrebbe dire, che però al rapper milanese viene quanto mai naturale, dato che non scopriamo certo oggi i suoi punti di forza.

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lazza

Strumentali

Tralasciando la stucchevole questione Pi’erre Bourne (personalmente penso che la colpa non sia di Lazza, però un po’ di attenzione in più non guasterebbe, soprattutto visto il nome coinvolto) che ha impazzato negli ultimi giorni sui social… Il mixtape è stato pensato chiaramente per i club. Niente che non sia già stato sentito onestamente, le 10 produzioni (a cui hanno lavorato Low Kidd, Luke Skywalker, Drillionaire, Marvin Cruz, Andry The Hitmaker e lo stesso Lazza) si alternano senza picchi e senza scossoni, dando alla mezz’ora di ascolto poca varietà. L’unica eccezione degna di nota va a Moncler, la traccia prodotta da AXL BEATS, il noto producer che ha contribuito alla fama del defunto Pop Smoke e le cui sonorità rendono il pezzo una vera mosca bianca all’interno di J.

lazza 2020

Stile

Definito come mixtape dallo stesso Lazza, J vede presenti tanti featuring (come nella tradizione canonica dei vecchi tape) ed il mood in tutte le tracce è sempre quello disimpegnato di un progetto non ufficiale. Siamo però sicuri che questo sia un bene? Il tape inizia con la dichiarazione “Tutti conoscono Zzala ma nessuno Jacopo”, ma arrivati alla decima traccia l’impressione è sempre la stessa. Da Lazza nessuno si aspetta un disco intero iper conscious con strofe introspettive, però il tape è l’estremo opposto! Non c’era bisogno di chiamare sull’album questa batteria di top player per dimostrarci che lui ormai è un nome al top della scena italiana, era superfluo. Ecco, superfluo è anche la parola esatta per definire questo progetto…

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6.3

Al quarto progetto in poco più di un anno possiamo tranquillamente affermare che J non aggiunge né toglie nulla alla discografia di Lazza. Reduce da un incredibile tour de force tra album ufficiali e feat nei dischi altrui (è presente in tutti gli album di spicco di questa prima metà 2020) la sua produzione è stata continua ed incessante ed a maggior ragione questo tape si potrebbe benissimo intercambiare con altri pezzi della sua carriera, dallo stile spudoratamente cazzaro e meno impegnato. Non possiamo valutarlo come un mixtape nel vero senso del termine, visti anche i nomi coinvolti, sicuramente come un progetto meno impegnato che, però, dopo la mezz’ora di ascolto ti lascia poco.

Testi

7.0

Strumentali

6.0

Stile

6.0

Pro

  • Moncler e l'approccio drill, inedito in Italia
  • La bravura di Lazza per tutto ciò che concerne flow, punchline ed incastri

Contro

  • Tappeto sonoro poco originale
  • Mixtape superfluo all'interno della carriera di Lazza
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6.5
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