
Dal 30 ottobre 2020 è disponibile Incubi mi fanno smile, il primo album ufficiale di Nico Flasher. Il disco, pubblicato con l’etichetta All Day e distribuito da Believe Digital, affronta temi intimi e fotografa situazioni vissute in prima persona dall’artista, con un particolare sfondo horror/creepy…
Dopo un’adolescenza da freestyler e un periodo che lo ha visto legato a Mondo Records fino al 2017, il rapper emiliano presenta il suo primo progetto ufficiale, composto da 14 brani e 6 featuring, tra cui Young Signorino, Sensei, Zame, Lolita, Nese Ikaro e Sac1. Insieme ai quattro produttori che hanno contribuito alla creazione di Incubi mi fanno smile, ovvero Mr.Mala, Thy Alien, Esse e 6:Am, Nico è riuscito a dare vita ad un concept album in cui ogni traccia si cuce alla perfezione con le altre e nel quale i temi più ricorrenti sono l’incubo, l’ansia e le paranoie.

Sonorità uniche e particolari che, come affermato dallo stesso rapper, traggono ispirazione dal fenomeno Billie Eilish. Nell’album sono anche presenti brani in grado di emozionare, pezzi in cui le strumentali ed i suoni tendono al pop, senza però snaturare l’essenza del disco e senza abbandonare le tematiche descritte in precedenza, che sono dominanti nello stato d’animo di Nico Flasher. Ne è l’esempio VHS, brano in cui l’artista racconta apertamente ciò che lo tormenta, riuscendo a toccare emotivamente l’ascoltatore.
Inoltre, l’artista non ha rinunciato a inserire strofe in extrabeat, nelle quali mostra la capacità di essere un rapper in tutto e per tutto, qualità che, fino a questo disco in parte sperimentale, non era mai stata messa in dubbio. Le tracce Incantesimo che vede la collaborazione di Sensei, ed Extrapbeat Trilogy ne sono la dimostrazione.
Vi lasciamo alla nostra chiacchierata!
Ciao Nicolas, benvenuto ne Lacasadelrap! Immagino che l’emozione di pubblicare il primo album ufficiale sia molto grande… Quali sono le tue prime sensazioni?
Stress, ansia, pare, ti bastano? Ahah ti aspettavi che fossi felice ed emozionato? Ti sbagliavi, sono continuamente sotto pressione perché voglio che sia tutto perfetto.
Come sappiamo è stato un anno difficile e molti artisti hanno rinunciato a pubblicare i propri progetti subito, posticipandoli più avanti nel tempo. È stato il tuo caso o già da prima avevi in mente di pubblicarlo in questo periodo? La quarantena ha favorito la tua scrittura o i brani sono nati in un periodo diverso?
I brani sono nati senza l’idea che venissero poi racchiusi in un album, molte rime o idee le ho scritte durante la notte, mi svegliavo e dicevo “Questa devo segnarla se no domani non la ricorderò più” ed è per questo che tutte le canzoni sono come un flusso di coscienza, raccontano cose che ho visto e immaginato io nella mia testa, non raccontano la realtà di chiunque, ti raccontano la mia realtà, in cui le persone possano rivedersi, alcuni pezzi sono nati in quarantena altri no. Quando il disco iniziava a formarsi, ho sempre sognato che uscisse durante Halloween per via del concept, però è capitato perché non avevo la minima idea di quando sarei riuscito a pubblicarlo.
Già dalle prime tracce si nota come questo non sia un disco come gli altri, e che, a livello stilistico, si distacchi molto da ciò che viene pubblicato oggi. Quali sono state le influenze e le fonti di ispirazione per la creazione di questo album?
Negli ultimi anni sono stato particolarmente attratto dai film horror o comunque a sfondo inquietante, forse perché quando ero più piccolo mi facevano paura, non lo so, dopodiché il fenomeno di Billie Eilish mi ha fatto dire “Wow”, più che altro mi ha messo in chiaro le idee, mi ha fatto dire “Ok Nico, tu hai una storia che puoi comunicare alle persone e che è diversa dal calderone di roba uguale che sta uscendo ora”, quindi ho iniziato a scrivere molti pezzi su delle strumentali di canzoni di Billie e pian piano sono riuscito a far combaciare quel mondo al mio genere musicale, creando ambientazioni totalmente diverse perché erano mie e venivano dalle mie esperienze.

“6:Am e Esse sono due amici da una vita, nonostante vivano all’estero riusciamo comunque a fare musica, in video call questa cosa è bellissima”. Ci racconti come si è sviluppata la collaborazione con i due produttori? E quanto fa la differenza lavorare con persone a cui sei legato e che conosci da tempo?
È come quando sei piccolo e ti invitano a mangiare a casa di amici di famiglia, il cibo ha un altro sapore. Lavorare con i miei produttori è stato come mangiare a casa mia, ti piace come paragone? (ride, ndr). La collaborazione è nata come sempre: Esse mi manda cartelle di beat dalla Spagna, io ne scelgo uno e ci faccio il pezzo. Con 6:Am invece ci sentiamo tramite videovall con molta frequenza, facciamo musica così. Lui per me è un maestro, molto spesso mi dà delle belle dritte sulle melodie.
Oltre a 6:AM e Esse nel disco troviamo anche i produttori Thy Alien e Mr. Mala. In che modo siete riusciti tutti insieme a ricreare un concept che leghi i brani in maniera così efficace?
È nato tutto nello studio di Mr.Mala, in tanti sono passati da lì. Thy Alien me lo ha presentato l’anno scorso, se ci fai caso ogni produttore ha il suo stile la cosa bella è che ogni traccia si lega alle altre in maniera speciale, non so come ci siamo riusciti, forse è la magia della musica perché qui abbiamo fatto tutto solo con la voglia di fare musica, prima dei contratti, prima di tante altre cose.

In tutto l’album ed in VHS in particolare parli dei tuoi problemi in maniera forte. Quanto, in questo caso, la scrittura può risultare terapeutica e liberatoria? Il fatto di esserti raccontato in modo così intimo ti ha aiutato ad affrontare e superare ciò che ti bloccava?
Assolutamente, questo disco lo reputo come una terapia, scrivere è come parlare a qualcuno che ti ascolta e non ti giudica, nel mio caso è stato come picchiare un sacco da boxe, non potrei mai vivere senza la libertà di potermi esprimere e raccontare attraverso la musica.
Passiamo ora alle collaborazioni. Troviamo i nomi di Sensei, Zame, Lolita, Nese Ikaro, Sac1 e Young Signorino, quest’ultimo sicuramente il nome che spicca di più. Come è avvenuta la scelta dei featuring?
Avevamo diverse tracce incomplete, in genere quelle incomplete rimangono tali perché quello che avevi da dare alla canzone lo hai già dato, e quindi per renderla migliore capisci che serve un featuring. Ogni featuring era adatto alla canzone in cui è stato collocato. Per quello che riguarda Young Signorino in tanti sono rimasti scossi, come mi aspettavo, ma quello che voglio trasmettere io è: perché bisogna attenersi alle regole per spaccare? Ogni artista è speciale a modo suo, se riesci a trovare le canzoni in cui lui riesce a dare il meglio di sé si ottiene una magia unica, così è stato per Young Signorino che nella traccia con me ha spaccato come non mai, perché per il suo stile e per il suo timbro ha trovato terreno fertile. Ho voluto dimostrare questo alle persone chiamandolo su quella traccia, a parte ciò io me lo sono sempre pompato in macchina, la gente deve prendere certe canzoni con uno spirito diverso e pensare un po’ meno alle regole, vivrebbero la musica molto meglio, ne sono sicuro.
Quale pezzo, tra i brani di Incubi mi fanno smile, faresti ascoltare ad una persona che non ti conosce?
Creepy, perché in quel pezzo – che ti piaccia o no – ho devastato tutto.
Concludiamo con uno sguardo in avanti, pensi che i tuoi prossimi progetti seguiranno il filone di questo disco? Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Non ho mai piani, chi mi conosce lo sa, sono imprevedibile! Se sapessi già cosa fare l’anno prossimo la vita sarebbe noiosa, non trovi?