
Nuovo appuntamento con la rubrica Ladies First. Come sempre, siamo felicissimi di aggiornarvi e farvi scoprire quelle piccole realtà artistiche che stanno prendendo piede sul suolo italiano. I progetti stanno aumentando notevolmente e questo non può che farci piacere.
3:13 è l’album d’esordio di Fishball, pubblicato lo scorso 23 ottobre e prodotto interamente da Razihel, il quale ha dichiarato a tal proposito:
“Ho prodotto interamente il primo album di Fishball. Un disco sicuramente non commerciale e abbastanza pesante sia dal punto di vista delle tematiche, sia per il sound. Un disco totalmente spontaneo, prodotto senza mai pensare ‘dobbiamo provare a fare una hit’, ed è proprio per questo che mi sono divertito a lavorarci. Faccio musica da 15 anni, ho suonato in gruppi metal, punk, pop, ritrovandomi a lavorare con tante persone e vi giuro che raramente ho beccato gente con la voglia di fare di Fish. Non ho mai visto nessuno scrivere ogni giorno per 10 ore di fila… e anche se non vi piacciono le cose che scrive, almeno sono cose che ha vissuto realmente.
Conosciuta principalmente per le sue provocanti curve, Felisja Piana, in arte Fishball, è in realtà un’artista dai mille talenti. L’ho conosciuta inizialmente grazie ai suoi magnifici scatti, per poi approfondire la sua conoscenza seguendola come fotografa, tattoo artist e per tutti i lavori legati al videomaking e alla post produzione. In questi anni ha pubblicato diversi singoli che hanno creato non poco scompiglio, ricordiamo Fuori controllo, Fresh, Madre Teresa e Balliamo, solo per citarne alcuni, con i quali ha cominciato a creare la sua nicchia di seguaci. Ad oggi, si presenta sulla scena con il suo primo grande progetto: l’album 3:13. Noi abbiamo deciso di intervistarla per farcelo raccontare direttamente da un’artista che non ha peli sulla lingua.
Ciao Fishball! Come ti presenteresti a chi non ti conosce?
Questa è tosta come domanda… Io sono un personaggio controverso, quindi è difficile presentarmi. Esteticamente, attraverso i social, risulto poco d’esempio, a primo acchito potrei sembrare una persona non troppo sveglia, anche per i contenuti espliciti che posto, ma dietro c’è molto di più.
Sei un’artista poliedrica, dalle foto alla fotografia, alle produzioni video, ed ora anche performer. Da dove nasce questa tua esigenza di esprimerti così tanto artisticamente?
In realtà ho avuto la fortuna di avere mia madre che anche tuttora disegna benissimo, sono molto brava a disegnare, ho fatto anche tatuaggi. Ho cominciato all’età di 3/4 anni, mi ricordo che non riuscivo a fare gli occhi bene e mi arrabbiavo moltissimo e finivo per passare anche 12 ore di fila a fare lo stesso occhio. Sono testarda, se mi metto in testa di fare una cosa la porto avanti. Quindi poi la passione per il disegno con gli anni si è evoluta in fotografia, post produzione, disegno digitale e tutto ciò che vi è correlato.

Cosa vuoi comunicare quindi con questi tuoi lavori?
Se parliamo di musica, c’è una condizione parecchio stereotipata nel rap game di quello che deve fare una rapper in Italia per farsi accettare. Le tematiche sono sempre le stesse, io sono figa eccetera, sto cercando di portare avanti una cosa completamente diversa, molto più inerente alla scena americana, come fanno Cardi B e Megan Thee Stallion, che hanno testi pesantissimi, come farebbe appunto un uomo. Voglio portare allo stesso livello le due cose, anche se adesso è più accettata nel rap una donna rispetto ad anni fa, anche se non completamente. Basta vedere Anna, la gente ha da ridire su una ragazzina che a 17 anni ha fatto molto di più di tanti artisti che hanno il doppio della sua età. Leggo spesso cose cattive su di lei perché magari è donna o perché ha le tette e non valutano il talento reale di una persona. Quello che sto cercando di fare io è portare contenuti, che porterebbe un uomo all’interno della scena musicale abbattendo pregiudizi e misoginia.
È da qui che nasce Sexy?
Sì, credo che ognuno debba essere libero di fare quello che vuole, senza necessariamente mettere su una facciata per farsi conoscere. Io mi immagino una qualsiasi nuova ragazza che voglia fare rap e che voglia portare i contenuti che portano gli uomini, che magari vorrebbe parlare di AK, droghe e sesso ma non verrebbe vista con la stessa serietà con la quale vengono visti gli uomini.
Il brano che preferisci dell’album?
Sexy, è stato quello più divertente, anche sul lato produzione, anche Scoteca se devo dire la verità. Razihel è un matto ci divertiamo un sacco a lavorare insieme.
Un solo produttore (se escludiamo Pietro Ventimiglia che ha prodotto Balenciaga Green come Twentymls) e nessuna collaborazione… come mai?
Per le collaborazioni ho già qualcosa in programma. Ho volutamente deciso di non inserire nessuno nell’album perché innanzitutto sono la ragazza di Taxi B, puoi immaginare le dinamiche che ci sono dietro i featuring, sia per quelli con gli uomini che con le donne. Sia perché mi avrebbero accusata di sfruttare non so quale hype di altre persone per far partire la mia musica, ed è una cosa che volevo assolutamente evitare.
E quale potrebbe essere il tuo featuring da sogno?
Io sono in fissa con Megan Thee Stallion, in America è forse l’artista più ascoltata, ha superato anche gli uomini, ormai ascolto solo lei.

Da dove viene l’idea del titolo 3:13?
Guarda, vedevo quei numeri ovunque ed ho cominciato ad informarmi sulla numerologia. Il tre, che è un numero diabolico, il 13 associato alla rinascita, entrambi in qualche modo sempre legati al concetto di femminile.
Come ti sei avvicinata alla musica?
È più complesso come discorso. Diciamo che mi sono dovuta sentire accusata da persone alle quali volevo bene che ero soltanto una tr*ia senza talento che faceva solo foto del culo, puoi capire da te che non l’ho digerita bene ed ho voluto dimostrare che impegnandomi sarei riuscita a fare musica.
Tempo fa pubblicasti delle storie nelle quali ti sfogavi e raccontavi di come avessi avuto una vita tutt’altro che facile, ed ora giustamente ti godi i frutti di tutti i sacrifici che hai fatto. Cosa ti ha portato a darti una “ripulita”, ad uscire da quelle situazioni?
Lavorando. Lavorando. Lavorando. Lavorando. Non puoi permettere a delle situazioni di decidere come debba andare la tua vita, per quanto possano essere gravi e per quanto possano buttarti giù. Ho passato situazioni pesanti, mio padre è morto che avevo 14 anni, lavoravo giorno e notte e sono finita in un brutto giro perché nonostante tutto non avevo un soldo, aiutavo mia madre all’epoca, ho visto la mia vita che andava a rotoli e ho detto… Perché deve andare così? Ho preso in mano la situazione e ho deciso che dovevo cambiare.
Noi de lacasadelrap.com ringraziamo Fishball e le facciamo un grande in bocca al lupo! Seguitela sui social: Instagram – Spotify – YouTube