
Bentornati alla nostra rubrica Ladies First, sempre più ricca di nuove artiste italiane da farvi conoscere. Purtroppo continua ancora la pandemia che ci tiene lontani dai palchi (non vediamo l’ora di tornarci e festeggiare tutti insieme), ma per fortuna possiamo contare sulle nuove uscite settimanali con cui allietare questo ennesimo lockdown. La protagonista di oggi è Anna Cacopardo, in arte CARA, giovane artista di 21 anni originaria di Crema.
Appassionata di musica sin da bambina, frequenta l’istituto musicale Folcioni di Crema, nelle sezioni canto e pianoforte. Nel 2017 partecipa al Tour Music Fest di Mogol a Roma, dove arriva in semifinale con un suo brano inedito, e all’Area Sanremo Tour 2017, dove si aggiudica il titolo di finalista. La svolta arriva però due anni dopo, nel 2019, quando CARA pubblica i brani Mi Serve, il suo primo singolo con l’etichetta Polydor, e Mi Serve RMX, che ha visto la partecipazione di Samuel Heron e si è aggiudicato il Premio LUNEZIA “Iren” per il valore musicale e letterario. Ha aperto il suo 2020 con Le feste di Pablo, poche settimane dopo il brano viene ripubblicato con la speciale collaborazione di Fedez e in breve tempo scala le classifiche dello streaming ottenendo svariate certificazioni, tra cui quella di Disco di Platino. Il 6 novembre 2020 pubblica 99, il suo primo EP che raccoglie i singoli con cui l’artista si è fatta conoscere e tre inediti, con la volontà di condividere con il pubblico il suo mondo.
Benvenuta su Ladies First! Per chi non ti conosce ancora, raccontaci un po’ di te e di come ti sei approcciata alla musica.
La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Ne sono appassionata sin da piccola, ecco perché ho deciso di studiare canto e pianoforte. Dentro di me ho sempre sentito la necessità di esprimermi, di dar voce ai miei flussi di coscienza e questo mi ha portata a scrivere. Questo percorso è iniziato grazie all’incontro con il mio produttore che ha portato al mio primo EP 99.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Ascolto molta musica, soprattutto cantautorato, come Lucio Dalla e De Andrè. Spazio molto con gli ascolti, concentrandomi su artisti come Mac Miller, Damien Rice, Jessie Reyez, ma anche John Lennon, David Bowie, che hanno fatto parte della mia formazione musicale e personale.
Attraverso la musica, quali sono gli obiettivi che vorresti raggiungere?
Il mio obiettivo più grande è fare la musica a modo mio, dire la mia e dare qualcosa alle persone, per farle stare bene. La musica è questo, entrare in connessione con gli altri. Questo mio pensiero si riflette su quello che scrivo, ma mi lascio anche sorprendere. Questo percorso, da quando è iniziato, mi ha portato molte cose belle, del tutto inaspettate e penso che sarà così anche in futuro.

Hai appena pubblicato il tuo primo EP 99, a cosa è dovuto questo nome?
Io sono del ’99, quindi fa riferimento al mio anno di nascita. Tutti brani presenti sono dei mondi a sé, l’espressione di varie parti di me che sono differenti ma pur sempre connesse l’una con l’altra. Quindi il filo conduttore è l’avere 20 anni, l’EP parla della mia età e della mia generazione.
Qual è il brano che più ti rappresenta e rappresenta meglio l’intero progetto?
Tutti i brani hanno molto di me, ma sicuramente un brano centrale, che descrive bene il mio modo di vivere e di essere, è Lentamente, espressione della mia volontà di vivere secondo i miei ritmi.
Sono presenti due brani che vedono il featuring con Samuel Heron, Mi serve e quello con Fedez, Le feste di Pablo. Com’è stato collaborare con loro? E come sono nati i brani?
È stato veramente bello collaborare con entrambi gli artisti, sia a livello musicale che umano. Per me la collaborazione è una parte essenziale in musica, quindi questa possibilità di confrontarmi con loro è per me stata motivo di crescita. La collaborazione con Samuel Heron, come ho detto, è stata molto bella perché è una persona genuina e ci siamo subito trovati a livello artistico. Il nostro incontro, avvenuto in studio, è stato una congiunzione di colori che ha portato alla nascita del brano. Il featuring con Fedez è stata una piacevole sorpresa, in quanto il nostro incontro è avvenuto tempo prima dandomi la possibilità di conoscerlo e confrontarci su varie cose. Lui mi ha donato tanto entusiasmo e tanta consapevolezza, data anche la sua esperienza la nostra collaborazione per me è stata molto importante.

Sound e atmosfere molto diversificate tra loro caratterizzano le tracce del tuo progetto. A livello di produzioni, con chi e come si è svolto il lavoro?
La produzione è stata curata da Davide Simonetta (d.whale) che è il mio produttore e con cui sono nati tutti i brani. Il nostro intento è sempre quello di non porci mai dei limiti. Ogni volta che ci confrontiamo, è tutto uno sperimentare e voler tirar fuori sfumature e colori per dare varietà ai brani. Inoltre, nei miei pezzi c’è sempre un mix tra una scrittura più cantautoriale e delle sonorità internazionali, dettato anche dai miei ascolti diversificati.
Hai avuto ottimi riscontri del pubblico dopo la pubblicazione dei tuoi primi pezzi, come hai affrontato la cosa? Ti aspettavi una cosa simile?
Non mi aspettavo tutto ciò, vedi anche il feat con Fedez e il fatto che Le feste di Pablo spiccasse il volo. Anche la reazione del pubblico è stata completamente inaspettata e per me molto bello. Naturalmente la mia speranza era quella che le mie parole, le mie canzoni potessero arrivare alle persone. Tutto ciò mi ha fatto vivere dei momenti molto intensi, lo stesso Radar Italia di Spotify per me è una grande opportunità, oltre che un modo per supportarci tra artisti. Sono molto contenta di tutte queste opportunità che mi stanno capitando e del mio percorso.
Quali saranno i tuoi prossimi passi?
Al momento sono concentrata sull’EP, ma naturalmente continuo a scrivere. Speravo tanto in alcuni live, ma visto il momento complicato per tutti, incrocio le dita e attendo, sperando che ci sia al più presto questa possibilità.