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Intervista

Ugo Crepa: la sua realtà raccontata con la musica

Ugo Crepa

Ugo Crepa pubblica oggi, 19 novembre 2020, Come la luna, un singolo che lo vede al fianco di un pilastro della scena musicale: Squarta. Si tratta di una collaborazione eccezionale che va avanti dallo scorso marzo, quando i due hanno pubblicato il singolo Marigliano e da li non si sono più fermati. Il ragazzo è originario della provincia di Napoli ed il suo particolare stile ci ha incuriositi a tal punto che abbiamo deciso di intervistarlo per scoprire qualcosa in più sul suo lato artistico e sui suoi progetti, proprio in occasione dell’uscita di Come la luna.

Ciao! Benvenuto su lacasadelrap.com. Ti va di presentarti?

Sono un ragazzo di Napoli di nome Ugo, in arte Ugo Crepa, faccio rap da un po’ di anni, cinque o sei, ma sono un paio di anni che lo sto facendo con la testa e col pensiero, come si dice qui da noi. Non mi definisco un rapper, non tratto gli argomenti di cui solitamente tratta il rap in generale e soprattutto sono cresciuto poco con la musica rap, molto di più con la musica Black americana. Se proprio devo presentarmi preferisco farlo con la musica, sono più bravo a comunicare attraverso di lei che con un’intervista.

Hai iniziato a collaborare con Squarta, com’è lavorare al suo fianco?

È una cosa particolare, ti insegna tantissimo, ha una dedizione totale verso quello che fa. Lui porta avanti tanti progetti, come per esempio i Cor Veleno e lavora anche con Mezzo Sangue, quindi non avrebbe la necessità di curare anche il progetto Ugo Crepa, ed invece pone un’attenzione capillare. Soprattutto grazie a lui ho imparato a trattare la musica come un mestiere, ad avere professionalità.

Ugo Crepa

Ti intimidisce avere al fianco un pilastro del panorama musicale o ti dà sicurezza sapere che lavori con un artista che ha così tanta esperienza?

Io sono un fan dei Cor Veleno da sempre, sono uno dei pochi gruppi di hip hop italiano che ascolto da quando sono piccolino, e quando ebbi il primo contatto con Francesco (vero nome di Squarta, ndr), su Instagram, ero molto intimidito, tremavo quasi. Nonostante ci fossimo incontrati a diverse serate e nonostante io sia una persona prolissa, non sono mai riuscito a parlare dall’ansia. Le prime volte che andavo in studio mi ero imposto di non fare il fanboy, di non trattarlo come Squarta, ma di trattarlo come Francesco produttore che crede nella musica di Ugo Crepa. Adesso a distanza di un anno mi sento in una botte di ferro, perché so che c’è lui.

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Te lo chiedevo perché, vista la situazione, molti artisti stanno aspettando a pubblicare singoli o album visto che poi non possono presentarli ai live. Tu perché fai uscire nuovi brani?

Perché non mi interessa che ci sia un pandemia in atto; la musica, oltre che cultura, è prima di tutto intrattenimento. Se non ci pensiamo noi musicisti, noi artisti o aspiranti tali, a dare un po’ di leggerezza a questa situazione e alle persone, ma chi ci deve pensare? Di certo non il Governo. Il nostro è un ruolo importante, fare arte è una cosa importante. Poi ovviamente mi mancano i live, a me piace molto farli, più che incidere nuovi brani. Ho iniziato a fare musica proprio perché mi piaceva la sensazione di stare su un palco, fin da piccolo, quindi la mia idea era quella di fare i live nella vita. Però per ora ho la possibilità di pubblicare i singoli e onestamente non ho nessuna intenzione di stare fermo ad aspettare che tutto passi. Per ora posso fare questo e non mi tiro indietro.

ugo crepa_comelaluna

Il vostro primo lavoro insieme è stato Marigliano. Come è nato il brano?

Io collaboro qui a Napoli con altri due produttori che fanno parte della squadra che sono Foolviho e Aaronn Vaie, e stavamo valutando quanta roba presentare a Squarta a Roma. Tra le cose c’era una chitarra di Foolviho che mi faceva impazzire, e all’epoca si vociferava solo di questa quarantena, ma nessuno ci credeva ancora e noi abbiamo deciso di affittare una casa e chiuderci lì dentro. Nei primi due giorni abbiamo scritto e arrangiato il brano unplugged, che è poi quello che si vede nel video YouTube. Siamo una grande famiglia allargata, ci mettiamo lì insieme e finché non abbiamo le cose come vogliamo non smettiamo di lavorarci insieme, impegnandoci al massimo pur affrontando la cosa in maniera molto tranquilla.

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Nel video di Chillin’, invece, si vede un bambino che lavora come un adulto disegnando se stesso, e poi sul finale è già adulto, e continua a disegnarsi esattamente così com’è. Puoi spiegarci cosa c’è dietro questa scelta visiva per raccontare questo singolo?

Per me quel video è come se fosse un’opera a parte, tolta la musica, il video ha un suo messaggio ovvero: I bambini sognano sempre chi saranno da grandi, ma per molte realtà raggiungere quei sogni è impensabile. Per questo, in questo caso specifico, racconto di una felicità molto più a portata di mano, più concreta, che molti bambini che vivono in zone come Marigliano, che non può offrire chissà cosa, vivono già. Mi è piaciuto immaginare il fatto che un bambino sogni esattamente di essere come è già, e che quindi non abbia da realizzare determinati sogni per essere felice perché lo è già.

“Non sto scappando, riparto”; “devo andare stare fermo mi stressa, non mi interessa se non torni più”. Puoi spiegarmi questa tua visione di viaggio/movimento? C’è una meta reale o utopistica a cui miri o è qualcosa che riguarda più l’intraprendere un percorso nuovo?

Per me è un viaggio metafisico, anche se forse è un termine troppo aulico per il tipo di musica che faccio. C’è una voglia di evadere, considera che il video è stato girato in pieno lockdown, quindi in una stanza di casa mia. Da cosa voglio evadere? Da un rapporto, ed è per questo che dico “non importa se non torni” perché io devo muovermi. Nell’ultimo anno e mezzo ho capito che se rimani fermo in una posizione, oppure rimango fermo a livello musicale e non viaggio, non esco fuori dai miei canoni, non vado da nessuna parte. Anche perché non ho né la pretesa, né la presunzione di dire che sono un artista finito che sa cosa vuole dire e fare. Appunto, non sto scappando, ho la necessità di ripartire.

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La persona da cui prendi queste distanze è la stessa a cui dedichi Come la luna?

In realtà, anche questa è stata scritta in quarantena, che per assurdo per me è stato un periodo molto proficuo, ho scritto molto nonostante io sia un tipo che non sa scrivere se non vive una cosa. Ho approfittato della pausa di marzo, anche se il testo è ancora più vecchio, però se devo essere onesto non so per chi. Ironia della sorte, la canzone è molto più attuale ora di quando l’ho scritta visto che sarà pubblicata in un periodo personale in cui c’è sicuramente una dedica dietro.

Tu e Calmo avete lavorato ad una nuova versione di Resto a galla, registrata live in spiaggia, solo voi due e una chitarra. Come vi è venuto in mente?

Una notte, rincasando da un live, erano le due e mezza ma sapevo che era sveglio. Gli ho semplicemente detto “senti, ma se riscrivo la strofa di Resto a galla da Benevento a Napoli, sto in macchina, mi vieni a prendere a casa, andiamo in spiaggia, aspettiamo che fa l’alba e facciamo sia il video che il pezzo?” Ovviamente essendo un folle come me ha accettato.

Cosa c’è nel tuo futuro? Cosa ti aspetti dal tuo pubblico? 

Tantissima musica, ormai sono talmente concentrato sull’obiettivo che vedo solo musica, nemmeno rapporti interpersonali, solo musica. Sai, una volta che ti capita un’opportunità anche piccola, o anche solo delle persone che credono in te e nel tuo progetto, che si impegnano per raggiungere un obiettivo comune senza chiedere nulla in cambio, ti senti in dovere di pensare solo a quello.

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Il mio primo incarico fu quello di costruire le navi che portarono gli Achei a Troia, ma con la crisi che c'è, ho preso a farne solo di carta e di dimensioni microscopiche. Assidua mangiatrice di lasagne e libri. Probabilmente sono l'anima gemella di Hannibal Lecter. Dite Mellon ed entrate.
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