
Il 6 novembre 2020 Gemitaiz pubblica QVC9, il nono capitolo della serie di mixtape dal titolo Quello che vi consiglio, iniziata ben 11 anni fa.
In questo progetto troviamo innumerevoli collaborazioni come Achille Lauro, Carl Brave, Chadia Rodriguez, D’African, Emis Killa, Ensi, Fabri Fibra, Gemello, Geolier, IZI, MadMan, Mystic One, Nitro, Priestess e Speranza. L’intero progetto è disponibile su Spotify, per la prima volta nella storia dei QVC, questo perché le basi sono tutte originali. Infatti, non sono presenti strumentali americane, ma alla produzione dei beat hanno lavorato Bijan Amir, Bobby Kritical, Kang Brulèe, MACE, Mixer T, Ombra, PK, Polezsky, Sine e lo stesso Gemitaiz.
QVC9 è un progetto corposo, 18 tracce, nessun Veleno, ed uno sfondo rosso che fa presumere rabbia, passione e tanto coinvolgimento.
Strumentali
Parliamo del primo mixtape pubblicato in 11 anni di tradizione interamente presente su Spotify. È stata una notizia inaspettata quanto gradita, e che segna indubbiamente un punto di svolta significativo nella carriera di Gemitaiz.
Rappo su un’altra strumentale, ehi Gemitaiz che cazzo fai? il fatto è che rosichi perché suonano come le originali.
Faccio questo – Quello che vi consiglio mixtape
Troppi ricordi, non ce la faccio.
Tornando a noi, niente più strumentali, ma solo basi originali alle quali hanno lavorato, come abbiamo già detto, Bijan Amir, Bobby Kritical, Kang Brulèe, MACE, l’immancabile Mixer T, Ombra, PK, Polezsky, Sine e soprattutto lo stesso Gemitaiz. Ora, chi lo segue su Instagram probabilmente aveva già immaginato che si sarebbe evoluto verso la produzione, visto che spesso e volentieri le sue dirette sono costituite solo da lui ed un Launchpad . E l’ulteriore conferma è poi arrivata con la produzione di Specialist di Ensi. Però non è tanto l’aver trovato Gemitaiz stesso alla produzione, quanto il fatto che non ci siano basi edite, e considerando la storia che c’è dietro i QVC, possiamo affermare con certezza che questo ultimo progetto si allontana nettamente dai precedenti lavori. Viene da chiedersi però, se le basi sono inedite, cos’è che fa di questo capitolo 9 un effettivo se non degno seguito dei precedenti mixtape della saga?

Testi
QVC9 si presenta come un insieme di brani che hanno sommariamente tutti gli stessi argomenti. Autocelebrazione, canne (immancabili), ancora autocelebrazione, un pizzico di romanticismo (no raga, niente a che vedere con Ballata del dubbio, sfortunatamente) e nulla più. Eppure come quarta traccia spicca tra i soliti testi Mondo di fango. Un brano che ricorda molto quell’amore che trasudava dai pezzi Sperare, Come me, VMPSB, nel quale ritroviamo quel bellissimo modo che ha Gemitaiz di raccontarci un’infelicità che dà pienezza all’anima.
Vestiti di bianco in un mondo di fango
Altra menzione per Si va pt. 3, che lo vede come sempre al fianco di Gemello e Mystic One. Senza contare le magnifiche due tracce immancabili di Intro e Outro, che danno quel tocco di storytelling al progetto. Peccato che poi dentro, di telling, ci sia ben poco. I featuring di per sé sono buoni, c’è chi lo ha ascoltato solo per la presenza di Fabri Fibra in In una Benz, ma brutalmente parlando, c’è realmente sotto queste 18 tracce una voglia di fare o è stato solo un lavoro fatto perché doveva essere fatto?
Arrivo al volume 100 finché qualcuno se la sente.
QVC9 (intro) – QVC9
Stile
Abbiamo già detto che per le strumentali ci trovavamo davanti ad un progetto unico nel suo genere e bla bla bla. Ecco, credo che anche nello stile ci troviamo davanti ad un lavoro originale, nell’accezione più stretta del termine, slegato dalla tradizione o dall’esempio, e quindi costituito da una peculiarità.
In molti si sarebbero aspettati un album fatto di testi ricercati, che avrebbero avuto sfogo nelle basi e che esse sarebbero state supportate da un altrettanto ricercato stile. Anche perché sono anni che lo vediamo sperimentare tecniche e approcci nuovi alle metriche, anni che lo sentiamo parlare di questo o quel pittore, di questo o quello scrittore. Come dimenticare le stories contro Moreno, alla fine delle quali ci esortava a leggere, a farci una nostra cultura intesa però come influenza artistica, senza necessariamente andare a scuola. Purtroppo, però, proprio perché sono anni che varia, possiamo dire che ormai c’è un modus dietro ben chiaro e poco sorprendente. C’è troppo materiale stilistico, una giostra di basi e metriche che però non vengono adeguatamente cavalcate dai testi, rendendo il tutto un insieme informe di nuove tecniche ed ispirazioni che Gemitaiz sta indubbiamente ricevendo da un panorama esterno all’Italia, ma che non ha ancora fatto sue.

Cover
Per realizzare questa particolarissima cover si è affidato ad un’artista con uno stile particolare tanto quanto il rapper che ha richiesto il lavoro. Si tratta di Oh De Laval, che ha voluto rappresentare la vita del rapper capitolino in una cornice di rosso, che potrebbe simboleggiare la passione che invade e pervade la vita di Gemitaiz. Come anche la passione che egli mette in tutti i suoi lavori.