
La pandemia non ha fermato la fame di guerra del Sergente! Nell’ottobre 2020 Metal Carter è infatti tornato con Fresh Kill, un disco brutale per tutti gli appassionati di rap underground e hardcore. L’album sta ricevendo grandi apprezzamenti da parte dei fan, ma le sorprese non finiscono qui: gli adepti del Culto verranno premiati anche da un nuovo disco in arrivo prossimamente.
Parleremo di questo e di altro ancora nell’intervista che abbiamo realizzato con Metal Carter. Partiamo subito!
Eccoci qui! Ciao Metal Carter, benvenuto su lacasadelrap.com. Come sta il Sergente?
On point, fully prepared, ready 4 a nuclear war!
Facciamo un salto nel passato, che ne dici? Ormai, la tua carriera musicale va avanti da una trentina di anni. Hai iniziato come batterista death metal all’inizio degli anni ’90, e poi c’è stata la “svolta rap” con i Truceboys. Come era nato questo gruppo e questa tua passione?
È stato un periodo bellissimo che ricordo con immenso piacere, quello in cui suonavo la batteria nella death band Corpse Fucking Art (tutt’ora attivi e ben conosciuti nell’ambiente). Però c’è da dire che ero veramente un bambino all’epoca (10 anni le prime prove con i primi membri del gruppo), quindi non parlerei esattamente di “svolta” con i Truceboys. È successo semplicemente che ero saturo di death metal, stavo crescendo, avevo bisogno di un tipo di musica diversa che mi rappresentasse. Per vari motivi stavo sempre per strada, e per strada si ascoltavano il rap (che tra l’altro già conoscevo e ascoltavo) così sono andato in fissa totale. Il disco che mi ha illuminato è stato “Fear Of A Black Planet” dei Public Enemy del 1990. Ho iniziato a frequentare gente legata all’ambiente Hip-Hop romano poi nel ‘96 ho iniziato a frequentare una comitiva più affiatata e stabile (composta tra le tante persone anche da i tipi che sarebbero diventati poi i Truceboys) e tutte le sere uscivamo insieme andando a qualsiasi tipo di serata rap-oriented. Frequentando noti MC dell’epoca ci è venuta anche a noi una gran voglia di rappare… è tutto molto naturale.

Di strada, poi, ne hai fatta tanta. Oggi hai creato un vero e proprio “culto” di cui sei il leader. Nel percorso cosa hai imparato? Se potessi tornare indietro, c’è qualcosa che cambieresti?
The Love and Terror Cult! Ho imparato moltissimo in tutti questi anni! Disco dopo disco, live dopo live, video dopo video, è stata una costante crescita artistica entusiasmante e eccitante. Sono soddisfatto della mia carriera, ma se mi sentissi arrivato a un traguardo probabilmente adesso mi sarei fermato. Non credo che cambierei niente del mio passato, anche se forse un po’ tutti cambierebbero qualcosa del proprio passato ma non sono uno che pensa a cose irrealizzabili.
Torniamo ad oggi. Il 2020 si prospettava “un anno di fuoco per Metal Carter”. Citando le tue parole, sei “stato colto da una grande ispirazione” e hai iniziato a scrivere tanti testi. Da cosa è nata questa fame di scrittura?
Molto probabilmente è nata soprattutto da quello che ho vissuto ultimamente e dalla mia costante dedizione al rap. Stavo frequentando il 3 Tone Studio (dove ho registrato anche il precedente “Slasher Movie Stile“), ma non mi bastava più, avevo bisogno di un altro studio perché avevo troppo materiale da registrare.

A ottobre è uscito Fresh Kill, un album crudo, esplicito e brutale prodotto da Akira Beats. Per quale motivo questo album andrebbe ascoltato?
Perché è un album di rap vero: crudo, esplicito e brutale appunto. È in totale controtendenza col rap che va per la maggiore adesso. È un album unico in Italia e non è paragonabile a nient’altro. È curato nei minimi dettagli. È perfetto dall’inizio alla fine. È il miglior disco underground/hardcore rap italiano del 2020 creato da un esperto del genere.
Nonostante la ferocia generale del progetto, “ogni elemento del disco è nel posto giusto al momento giusto”, e “ogni dettaglio è pensato per creare un significato”. Quale è il messaggio principale che vuoi lanciare?
Mi dedico molto alla cura del dettaglio. Ad alti livelli è proprio il dettaglio che fa la differenza
Non mi interessa mandare un messaggio preciso e inconfutabile. A te che messaggio arriva? Non mi interessa che il mio rap abbia una sola chiave di lettura, anzi mi interessa il contrario: ognuno può interpretarlo come vuole. Anche se c’è da ricordare che sono molto chiaro e diretto nell’esprimere i concetti sicuramente.

In Fresh Kill possiamo trovare alcune interessanti ospiti, come il rap old school di Esa e Danno, il surrealismo più moderno di Young Signorino e molti altri. Due parole su queste collaborazioni?
Ottime collaborazioni! Sono molto contento. Da un lato un personaggio controverso, giovane, e pioniere indiscutibile del suo genere non strettamente legato alla cultura Hip-Hop, dall’altra Danno e Esa due MC storici e importantissimi per la scena.
Prima di lasciarci, guardiamo al futuro: alla fine nel 2019 hai avviato una raccolta fondi per sostenere l’uscita di ben due album. Il primo è Fresh Kill, mentre il secondo è un progetto con Depha Beat. Come stanno andando i lavori con Depha?
Sta andando bene e prima dell’estate il disco dovrebbe essere pronto. Ancora non ho rivelato nulla, ma abbiamo già sia il titolo, sia la tracklist. Fresh Kill come ben sapete è già disponibile e sta vendendo veramente bene. È la conferma che è il disco giusto al momento giusto, i miei fan lo amano e inoltre tanta gente stufa della trap e del pop-rap mi sta facendo grossi complimenti.
Grazie per il tuo tempo e in bocca al lupo per tutto, Metal Carter! Un saluto da lacasadelrap.com!
In bocca al lupo anche a voi per tutto! Grazie per questa intervista e un saluto a tutti i miei veri fan! Damoje giù!