Rancore: segui il coniglio bianco è il nuovo libro della scrittrice Meltea Keller, che vi porta nuovamente tra le nostre righe. Questo è un periodo alieno, in cui le persone sono spiritate dalle proprie routine quotidiane altrettanto alienanti in cui ne abbiamo viste di tutti colori, vero?
L’ottimismo pessimo che ci portava a cantare dai balconi e a cercare il modo più corretto per scrivere #ce_la_faremo, si è via via sostituto un codice nuovo e difficile da comprendere, oppure semplicemente ora siamo in silenzio. Vorrei rompere il vostro silenzio per parlavi proprio di questo libro. Alcune persone avranno intuito vagamente a chi, o meglio, a che cosa è dedicato…
L’ermetismo nell’Hip Hop: il rap italiano si tinge di Rancore
Il libro di cui vorrei parlarvi s’intitola appunto Rancore. Segui il coniglio bianco, partorito dalla mente della scrittrice e artista Meltea Keller, edito da Arcana Edizioni, in agosto 2020. Il libro indaco elettrico scuro ha una copertina in cui Rancore – bello, perfetto, fermo da mettere in soggezione – fissa la persona che s’appresta a leggere queste 295 pagine.
Rancore. Segui il coniglio bianco inizialmente si sviluppa su due binari: il primo, storico, racconta non in modo approfondito e generale l’evoluzione e la diffusione dell’Hip Hop italiano. Di tutta la storia italiana dell’Hip Hop, l’autrice si concentra su una sola delle discipline, il rap. Di questa forma espressiva si concentra in modo specifico poi sulla parte conscious, ossia di qualità, letteraria e liricista.
Rancore – come Murubutu, Claver Gold, Willie Peyote, En?gma, Dutch Nazari, Mezzosangue, Dargen D’amico e altri – incarna infatti quel modo di fare rap in cui il contenuto e la metrica sono centrali. Nel caso specifico di Rancore, pur essendo elementi centrali, sono però anche ermetici, ossia complessi, evocativi, ossia mappe di un mondo interiore ed esteriore non così facili da esplorare. Il libro è quindi un ampio e interessate commento critico focalizzato su quella sfumatura del rap italiano che prende il nome di hip hop ermetico. Attraverso delle pagine ricche di riferimenti e di collegamenti, esaustive e interessanti, Meltea Keller cerca di superare l’ermetismo che caratterizza caratterizza la poetica di Rancore. Se si dovesse incarnare in forma umana, molto probabilmente l’ermetico rap sarebbe una persona, una fanciulla, incappucciata, introversa e dall’interiorità psichedelica…
Alla rincorsa del Bianconiglio: il percorso del rapper del Tufello
Proprio per questa densità elettrica, opaca e sfuggente, l’autrice sviluppa così un’analisi delle canzoni più importanti del rapper del Tufello; ne spiega in modo particolareggiato l’evoluzione artistica, le contaminazioni con l’Egitto, che sono le radici di Rancore, e della figura di Ermete Trismegisto da cui deriva il nome la sua forma d’arte; scandaglia poi in modo analitico la partnership con DJ Myke, vera occasione di crescita artistica, nonché i temi principali delle canzoni di Rancore, come la depressione, la solitudine, la marginalità,l’incomunicabilità…
Sviluppa tutto questo in modo inquieto, perciò Rancore. Segui il coniglio bianco, come precisa l’autrice, è quindi «corsa logorroica dietro al Bianconiglio e Rancore» (p. 278), dal finale aperto e incerto anche se ricco di stimoli plurali; plurali sono, infatti, le voci che si alternano, in una corsa lenta, intesa eppure gustosa, nel tentativo di delineare questa sfumatura dei rap italiano.
Una sfumatura periferica, a lungo non considerata, come sottolinea anche l’autrice, che ha saputo però rendersi sempre più centrale tanto da ricevere grandi premi e riconoscimenti (p. 234). Ne è un esempio il premio per il miglior testo per il singolo Eden: Sergio Bardotti. Grazie a questo premio, al rap italiano è finalmente riconosciuta dignità artistica oltre che importanza nella cultura musicale italiana. Come dice lo stesso Rancore: «principeggiare è un’arte» (in Sangue di drago, Album Musica per bambini, 2018)…
Un libro scritto tra musica e pandemia
Il libro di Keller, su questo liricista ermetico dall’animo spesso depresso, cantore di storie allucinate, si conclude poi con uno sguardo alla pandemia e su come questo abbia impattato sulle persone che lavorano nell’industria musicale e nell’organizzazione di eventi culturali. Scritto durante la quarantena, non può che riflettere in parte quel senso di alienazione, confusione, ma anche di fiducia di cui collettivamente, in modo diverso e personale, abbiamo fatto esperienza.
Consiglio questo libro perché può essere un’introduzione ricca e non banale alla complessità dell’Hermetic Hip Hop: riconcorrendo il Bianconiglio, infatti, si entra in un mondo spiritualmente ricco, mai banale e sorprendente. Che cosa aspettate?