

Quando si parla di Soul Music, subito si pensa alla Motown degli anni ’60/’70, si pensa ad artisti come Marvin Gaye, Aretha Franklin, James Brown, Otis Redding, Al Green, tutti nomi americani ben conosciuti. Ma la soul music l’abbiamo anche noi in Italia ed uno dei pilastri del filone nostrano è l’artista triestino Al Castellana: 30 anni di esperienza sulle spalle in cui ha collaborato con tanti nomi del nostro patrimonio musicale, da Neffa a Fabri Fibra, dai Sottotono a Ghemon e tanti altri, e con ben 5 album all’attivo che hanno cavalcato le vette delle classifiche inglesi negli ultimi decenni, un risultato davvero notevole per un artista italiano.
Il 29 gennaio 2021 Al Castellana pubblicherà il suo sesto album The Right Place To Be per Lademoto Records / Aldebaran Records su tutte le piattaforme digitali, cd e vinile special edition a tiratura limitata. Dodici tracce di pura soul music in bilico tra atmosfere e arrangiamenti provenienti dal suo background seventies e il soul/R&B contemporaneo. A ben quattro anni dall’ultimo lavoro Souleidoscopic Luv, torna uno dei rappresentanti del soul contemporaneo italiano più amato all’estero, ma anche uno dei pionieri dell’hip-hop nazionale.
The Right Place To Be racchiude il significato che l’artista vuole dare al posto dove ci si trova meglio con se stessi. Per lui, questo posto è dove c’è musica, dove sei circondato dal calore degli affetti, da tutto quello che ami e da chi ti ama. Un disco che racchiude un percorso artistico maturo e definito, dove il musicista triestino combina raffinati arrangiamenti a ritornelli melodici e accattivanti. Dalle classiche ballate old school, ai brani mid tempo neo soul, passando per le tracce di R&B contemporaneo, il tutto arricchito da un tocco jazzy e di immancabile funk.
La produzione è affidata a Daniele “Speed” Dibiaggio che ha suonato anche molti degli strumenti del disco ai quali sono accostati anche un trio di archi, percussioni, tromba e flauto. Per il formato vinile, per il quale Aldebaran Records pone particolare attenzione, sono previste 300 copie 180 grammi numerate a mano, con cover in finitura soft touch con colorazione interna. Non solo: con l’LP sarà incluso anche un 7’’ esclusivo con due remix: Deda/Katzuma (Sangue Misto) e Deva.
L’ album è stato anticipato dal singolo Love Is Here, che in pochi giorni ha conquistato la Top Ten della classifica Soul inglese. Oggi è in première streaming su lacasadelrap.com, e in esclusiva abbiamo intervistato Al per voi.


Ciao Al, benvenuto su lacasadelrap.com. Il 29 gennaio esce il tuo nuovo album The Right Place To Be, oggi qui in anteprima esclusiva, che segue il tuo album del 2016 Souleidoscopic Luv (che arrivò al primo posto nella classifica soul del Regno Unito). Sono passati 5 anni da quel progetto, cosa è successo nel frattempo ad Al Castellana?
Dove sono stato in questi anni? Potrei dirvi che sono stato alla ricerca del posto giusto in cui concepire nuova musica. In realtà, dopo un album come Souleidoscopic Luv (che ha ottenuto ottimi risultati, acclamato dalla critica internazionale, suonato per cinque mesi ininterrottamente dalle Radio in UK e approdato al primo posto nella UK Soul Chart), non è stato facile rimettersi a scrivere. Poi, come sempre mi accade, improvvisamente l’ispirazione è tornata a sgorgare copiosamente, tanto che avevamo già le idee dei brani, con i relativi provini, in tempo record. Da lì alla concretizzazione del progetto sono intercorsi vari accadimenti di vita non sempre piacevoli, che ne hanno frenato e ritardato l’uscita, con la ciliegina sulla torta di una pandemia mondiale. Alla fine eccomi qua, musica nuova ne abbiamo, amore anche, siamo nel posto giusto.
Dal tuo album di debutto del 2000, Niente di nuovo, all’album del 2007 Supafunkitsch, al tuo primo progetto in lingua inglese Funk me to the moon (2011) fino ad oggi, com’è cambiato il tuo stile negli anni? La lingua inglese è stata una scelta da cui non sei più tornato indietro…
Direi che il sound di vent’anni addietro era sicuramente più ingenuo ed istintivo, da ragazzo entusiasta che, avendo preso coscienza della sua attitudine, voleva rivelarsi al mondo musicale e divertirsi. Erano gli anni dell’R&B e dell’Hip-Hop soul, a quello ci si ispirava allora. Chiaro che negli anni la crescita artistica mi ha portato in altre direzioni, la scoperta delle varie tendenze della soul music ne hanno affinato e arricchito il sound fino ad arrivare qui, ma ho sempre portato con me quel fedele amico che è il funk e la mia attitudine soul. Ho iniziato a salire sui palchi agli esordi ,con la mia prima band, cantando in inglese i classici del genere e tornare a farlo anni dopo non mi è per niente pesato, forse avrei dovuto farlo anche prima. È stata la scelta che mi ha gratificato e dato più soddisfazioni da quando faccio questo mestiere, ma ai pochi fan del genere italiani dico, citando un artista che noi tutti amiamo: “Se non capisci le parole… puoi sentire il funk“. Non escludo di riprendere a cantare in italiano prima o poi.


Durante questi anni di carriera sei sempre rimasto fedele alla soul music e ti sei sempre definito un vero soul man. America e Gran Bretagna sono sempre riusciti a mantenere la musica Soul e R&B come generi che cavalcano le classifiche nazionali e che vengono ascoltati da generazioni diverse tra di loro. Come vedi questa scena in Italia? Sono ancora definiti generi di nicchia e le nuove generazioni fanno fatica ad appassionarsi?
Il neo soul americano di fine anni ‘90 ha avuto un inizio esaltante in America e nel mondo, salvo poi ad essere relegato a genere di nicchia anche negli States, con la differenza che il numero di estimatori del genere era ed è ancora soddisfacente, ma anche lì le major hanno scaricato parecchi grossi nomi costringendoli ad accasarsi in realtà indipendenti che li sostengono, rivolgendoli ad un pubblico mirato e ad un uditorio affezionato e fedele. In UK, invece, esiste un grande numero di ascoltatori ad amanti del genere e numerose radio station dedicate alla black music del passato e del presente, durante l’anno gli artisti americani di grosso calibro e gli emergenti, le vecchie glorie del soul e funk ‘70/’80 si esibiscono nei club storici. Gli artisti inglesi del genere sono numerosi, talentuosi ed ispirati, le novità vengono accolte con interesse e le possibilità per crearsi uno spazio importante esistono ancora. In Italia gli artisti che fanno questo genere sono pochi e si sostengono da soli con fatica e passione, le radio non suonano nomi come PJ Morton o HER, figuriamoci un giovane artista italiano. A parte Massimo Oldani su Radio Capital e pochi altri soul lovers, questa musica, qui è inesistente.
Passiamo ad un’analisi più approfondita del tuo nuovo progetto. Love Is Here è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, che dopo pochi giorni è balzato subito al top della classifica soul inglese. Cosa hai voluto trasmettere con questo pezzo?
Love is Here è il brano dell’amore inaspettato, precisamente del momento in cui tutto sta per accadere, quel momento magico che ti travolge e allo stesso tempo ti impaurisce, sai che non potrai più tornare indietro, stomaco e cuore battono in sincrono e la felicità si mescola al timore, insomma. Ho voluto descrivere il momento in cui non servono più parole e bisogna arrendersi e lasciarsi andare.


A chi ti sei rivolto per la lavorazione del tuo album? Professionisti, collaboratori… Raccontaci la gestazione di questo progetto, dall’idea iniziale fino alla finalizzazione.
Lavoro ormai dal 2009 con il mio socio e amico Daniele “Speed” Dibiaggio, insieme scriviamo arrangiamo e produciamo i brani, lui mi capisce al volo e con estrema pazienza ed abilità, riesce a tradurre le mie idee in musica, suonando un bel po’ di strumenti e riorganizzando il mio caos mentale e la mia pigrizia. Insieme abbiamo riunito un team di ottimi musicisti che di volta in volta si alternano con entusiasmo e professionalità nelle registrazioni e mi supportano nei live. Per questo album ne dobbiamo ringraziare parecchi, quelli con me da sempre e quelli nuovi, compresa una string section presente in due brani. Citarli tutti è impossibile, comprate l’album e li troverete nei credit.
The Right Place To Be, ovvero il posto giusto in cui essere. Qual è il posto giusto per Al Castellana?
Semplice! Il posto giusto per me è quello dove c’è musica, amore, relax, qualunque sia il posto, se ci sono queste tre componenti, allora è il posto giusto!
Che messaggio hai voluto trasmettere a chi ti ascolta con questo nuovo lavoro? Quali sono i tuoi obiettivi musicali da qui in poi?
Non ho messaggi particolari da comunicare, ho semplicemente messo in musica un momento di rinascita e di felicità ritrovata, di un amore inaspettato che mi ha ridato l’energia e l’ispirazione per fare l’unica cosa che so fare: Bittersweet Soul Music (citando i Tower of Power). Il giorno che avrò in testa un obiettivo da raggiungere a discapito del “far star bene me stesso”, allora vuol dire che sarà il momento di smettere e dedicarmi all’arte del biliardo all’italiana, perché non amo le bocce e i cantieri. Cercate sempre il miglior posto dove essere, dove stare bene, dove vivere in tranquillità, dove c’è amore e dove c’è musica, il resto non conta.
Hai collaborato con grandi artisti in passato, come Neffa, Fabri Fibra, Sottotono e l’artista inglese Bashiyra. Hai in programma qualche nuova collaborazione per il futuro? Sarebbe bello rivederti con Neffa, pensi che possa esserci ancora una reunion?
Ho un’idea che mi balena nella testolina già da un bel po’. Prossimamente avrete notizie più dettagliate, restate “tunati”. Con Giovanni (Neffa, ndr) mi sono sentito recentemente, stima e amicizia sono immutate. Collaborazioni? Difficile… ma “mai dire mai”. Blessings!