Il 29 gennaio 2021 il cantante bolognese classe ’92 Nico Kyni ha pubblicato il suo primo EP dal titolo Kyni per Flus Music. Sono sette i brani che compongono il progetto musicale, interamente prodotto da Yazee.
All’interno del progetto Nico mette tutto se stesso, raccontandosi e lasciando trasparire ai suoi ascoltatori i propri sentimenti, emozioni e frammenti di pensieri personali. Il punto di forza di Kyni è proprio il sound, che risulta quasi inedito all’interno del nostro panorama musicale: un misto tra R&B, soul e batterie trap.
Nelle sette canzoni troviamo le collaborazioni di Martina May, Nathan e William Richback.
Colpiti da questa voce a tratti energica e a tratti molto chill, abbiamo deciso di fare due chiacchiere con Nico Kyni, che è a tutti gli effetti uno degli artisti più interessanti della black music italiana di oggi. Siamo sicuri che troverete il vostro prossimo brano preferito fra uno di questi…
Ciao, benvenuto su lacasadelrap.com! Chi è Nico Kyni? Presentati per chi ancora non ti conoscesse.
Sono Kyni, artista R&B, nato a Bologna, famiglia Flus Music.
Qual è stato il tuo primo approccio alla musica, quello che ti ha fatto dire: “voglio vivere di questo”?
Sono cresciuto a stretto contatto con la musica, mio padre cantautore, mia sorella ballerina.
Grazie a mio padre ho potuto approcciarmi già in tenera età a questo mondo. Ho cominciato a scrivere verso i 13 anni, cose che sono rimaste nel cassetto, a 17/18 c’è stata la vera presa di coscienza.
Michael Jackson mi ha sempre trasportato e affascinato, il mondo R&B poi mi ha fatto capire che avrei dovuto fare questo.
Il tuo EP di debutto si chiama Kyni, come te. Oltre alla tua persona e al tuo mondo, quali sono state le ispirazioni che ti hanno portato a scrivere questo progetto?
Kyni è il mio mondo, in questo EP racconto di esperienze personali, ma anche di ciò che mi circonda, di esperienze di persone a me vicine che condividono una parte di mondo con me.
Kyni è stato interamente prodotto da Yazee. Qual è stato il modus operandi tra di voi in studio?
Con Yazee ci conosciamo da tanto, tutto è molto naturale insieme a lui, abbiamo la stessa visione.
È stato più complicato lavorare a distanza in quarantena, ma poi cominciando a fare su e giù tra Bologna e Milano e riuscendo nuovamente a ritrovarci in studio siamo riusciti a trovare la quadra.
Avevamo tanto materiale da parte, avevo tirato giù delle linee melodiche e uno scheletro per ogni brano. Arrivato in studio abbiamo costruito pezzi come Sorry, You Know, Inverno interamente da capo, altri erano già “pronti’, come Qui con me.
È stato un lavoro che ha richiesto parecchia energia, ma è stato bello e gratificante sentire il prodotto finito.
In Fame e Rampampam parli del tuo passato e della tua voglia di rivalsa. Qual è l’obiettivo personale che ti sei prefissato di raggiungere con la musica?
Voglio riuscire a coinvolgere un pubblico più ampio possibile, voglio potermi rivolgere alle mia generazione, ma anche ad un pubblico più adulto.
L’obbiettivo è essere riconosciuto artisticamente nel mio paese, riuscire ad essere un punto di riferimento per quello che faccio e poi portare la mia musica fuori dall’Italia per collaborare con i più grandi.
Flus Music ha tutte le carte in regola e quello che facciamo non è semplicemente musica.
Il tuo stile può essere etichettato come contemporary R&B. Come vedi questa corrente stilistica in Italia? C’è qualche artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare?
Sono da sempre appassionato di black music, quella è la mia attitudine, il mio modo di essere. Spesso devi costruirti un’immagine, ma quello che sono nei video, nella musica in generale, sono anche nella vita di tutti i giorni.
L’ R&B in Italia? Penso siano pronti, avevano solo bisogno di essere indirizzati e Flus Music è qua apposta!
Ci sono diversi artisti con cui vorrei collaborare e con cui sono certo uscirebbero delle cose bellissime: Guè, Coco, Tedua, Geolier.
In Kyni hai collaborato con Martina May, Nathan e William Richback. Come sono nate queste collaborazioni?
Tre featuring azzeccati, direi prima di tutto, in tutti e tre i brani penso che il lavoro sia stato impeccabile e si senta.
Nathan da poco maggiorenne mi colpì subito per le sue sonorità e pensai che Sorry fosse il pezzo giusto per consolidare questo rapporto che si è venuto a creare.
Martina aveva già collaborato con me precedentemente ed è stato facile capire che su quella traccia avrebbe potuto portare quel sound che ricercavo, un po’ alla Chris Brown e DaniLeigh.
William mi colpì con un freestyle in quarantena, un giorno sentii questo provino, il brano era quello che sarebbe poi diventato Fame. Ne rimasi colpito, così gli chiesi di partecipare al progetto ed inserire il brano nell’EP. La sera stavo già scrivendo la strofa.
Penso sia un progetto completo e che faccia vedere realmente chi è Nico Kyni, da dove viene e dove è diretto.
Diamo uno sguardo al futuro di Nico. Cosa dobbiamo aspettarci?
Non ci siamo fermati un secondo, stiamo già pensando alla prossima mossa e abbiamo tanto materiale che non vedo l’ora di farvi ascoltare.
Tanti singoli, magari un album, non lo so, Biggie e Luam mi dicono che non posso spoilerare più di tanto.