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Intervista

Parola Vera, il ritorno di una fenice nell’album Dalle Ceneri

Parola Vera

Il 12 febbraio 2021 è stato pubblicato Dalle ceneri, album ufficiale del rapper fiorentino Parola Vera per l’etichetta Dome Recordings e distribuito da Believe.

Avevamo avuto modo di percepire le potenzialità del progetto nel corso dello scorso anno, poiché tra le collaborazioni spiccano due nomi che non possono passare inosservati. Stiamo parlando di Inoki, presente nel singolo Slang & Tattoo, ed Emis Killa in Zara. Ma le collaborazioni nel progetto non si fermano qui, troviamo infatti anche molti dei suoi colleghi dell’etichetta Dome Recordings, come Tierre, Kanova, Leon Branco e tutto il collettivo Iron Flies Army, senza dimenticare l’immancabile producer Pashabeats. Un progetto che porta il nome di Firenze in alto come un vessillo su tutta la scena rap contemporanea.

Ciao Parola Vera e benvenuto su lacasadelrap.com. Essendo la prima volta che ti intervistiamo, ti va di presentarti al nostro pubblico?

Salve a tutti, mi chiamo Mattia in arte Parola Vera, ho 33 anni e vengo da Firenze. Ho mosso i primi passi nel rap nel 2006, con il mio vecchio crew, Tullo Soldja. Il mio primo disco da solista Parole Vere esce nel 2013 e vede la partecipazione di Inoki. L’album ottiene un discreto successo nel panorama rap underground di Firenze con vari live e serate fatte in città. Dopo una pausa di qualche anno dovuta a guai con la legge, nel 2019 ho cominciato a registrare nuovi pezzi ed escono i singoli Southside feat. Nanne, Bad To The Bone feat. Tierre, Carnal feat. Tierre e PV, registrato però nel 2013. Da giugno 2019 sono entrato a far parte della crew Iron Flies Army e al contempo esce l’Ep Dalle Sbarre nel luglio 2019, registrato nel 2016 nel carcere di Sollicciano e che vede la partecipazione di Orkestra Ristretta, una crew di detenuti. Da marzo 2019 ho firmato per l’etichetta indipendente Dome Recordings. Lo scorso 12 febbraio è uscito il mio primo disco ufficiale Dalle ceneri.

Il tuo nome, Parola Vera, da dove ha origine?

Come dicevano i latini “Omen Nomen”, per me la musica è specchio della realtà, non c’è niente di inventato, io racconto la mia storia senza fronzoli o esagerazioni, solo perché non saprei fare altrimenti. Sono di quella generazione che concepisce il rap come sfogo, come terapia, non vedo il motivo di inventare storie per passare per quello che non sono, non ne ho bisogno. 

Dalle ceneri Cover

Il concetto di rinascita e rivalsa che fa da fulcro al progetto lo ritroviamo anche in Fino all’alba, singolo pubblicato ad aprile 2020. Come sei riuscito a trasformare un periodo buio in arte?

Ho semplicemente riportato i fatti. Una volta uscito dal mio periodo detentivo non sapevo precisamente cosa sarebbe stato della mia vita, non avevo piani, ma la vita ne aveva per me a quanto pare. Dopo pochi mesi sono stato notato da un’etichetta, Dome Recordings. Loro hanno visto in me qualcosa che mancava nella scena italiana probabilmente, da lì la firma e il mio ingresso nel neonato crew Iron Flies Army. Tutto è venuto da sé, io ho messo il mio impegno, la mia passione per questa musica. Nella terza traccia del disco, Noodles, dico “Ho fatto ascetismo col rap per quanto ci credo”. Possiamo riassumere così questo anno e mezzo di lavoro, e sembra che stia dando i suoi frutti, ma non sarò io a dirlo. 

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Per le produzioni al tuo fianco c’è Pashabeats. Visto che l’album è molto personale, come avete trovato la giusta intesa?

Sono entrato a contatto con Pashabeats dopo l’ingresso in Dome Recordings. Ci siamo trovati subito, musicalmente e umanamente. Pasha è un ragazzo straordinariamente talentuoso, ha un suono personale e ben definito, ma nonostante questo riesce a capire cosa voglio e come lo voglio con uno sguardo, abbiamo un grosso feeling sotto questo punto di vista. Il disco è interamente prodotto da lui, salvo che per Slang & Tattoo prodotto da Pupet, un mio grande amico e compare di sempre dai tempi della Tullo Soldja.

Parola Vera

Passiamo ai featuring, ovviamente non passano inosservati i nomi Emis Killa ed Inoki. Da dove nascono queste due collaborazioni?

Fabiano (n.d.r. Inoki) è stato il mio primo approccio al rap italiano insieme al grande Joe Cassano, rest in power. Il passo da fan a compare è stato breve, lo conobbi anni fa aprendo un suo live, ci siamo trovati subito. Inoki è una persona estremamente umile e caparbia, da quel live ne abbiamo fatte tante, io lo considero un fratello. Il featuring è venuto da sé, volevamo fare qualcosa insieme dopo l’ultima collabo nel mio precedente disco in feat con la Tullo Soldja. Con Emiliano (n.d.r. Emis Killa) la situazione è simile, ci siamo conosciuti anni fa sotto i palchi e siamo rimasti molto legati. Emis è un ragazzo di strada che ha coronato il suo sogno, sempre umile e vero, il featuring è nato molto spontaneamente, ci siamo sentiti e visti dopo la mia scarcerazione e abbiamo deciso di fare un pezzo insieme, semplicemente perché ci andava, non ci sono vincoli discografici o di promozione in mezzo, solo rispetto artistico e umano.

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C’è stato un brano che hai temporeggiato ad inserire? Perché troppo intimo o magari sul quale avevi timore che non venisse compreso?

No, non c’è niente di così personale da non poter essere raccontato. Ho un nome importante, la mia “missione” è portare la verità in questa musica, ma non posso dire di aver parlato di me a 360°, ci sarà tempo e modo per mostrare lati umani e artistici che non trapelano da questo disco, ma è una scelta stilistica più che di convenienza, tutto a suo a tempo, ho molto da raccontare. 

Al tuo fianco hai voluto avere anche i tuoi colleghi di Dome Recordings, come Leon Branco, Tierre, Kanova e tutto il collettivo Iron Flies Army, insomma c’è Firenze in questo album. Come mai non hai cercato collaborazioni anche al di fuori della Toscana, a parte Inoki ed Emis Killa? 

Credo che la scena Toscana sia fra le più sottovalutate d’ Italia. Firenze è la mia città, una città difficile, chiusa e combattiva come ci insegna la storia, ma piena di talenti. Nel mio disco ho voluto inserire quelli che, a mio parere, sono gli astri nascenti in città; Kanova è il giovane più promettente, ha solo 19 anni ed è in grado di oscillare dal pop cantato al rap dalle metriche ricercate con una facilità disarmante, un potenziale infinito. Leon Branco è un altro giovane estremamente talentuoso, mette talento e passione nelle sue rime, ha una storia da raccontare ed è vero, lo stimo umanamente e artisticamente. Tierre è un fratello, lo vedevo sempre sotto i palchi quando suonavo con la Tullo, ho visto il suo talento crescere ed affinarsi fino ad oggi, una delle penne più affilate del rap italiano, senza dubbio. Mic Santos l’ho conosciuto entrando in Dome, quel ragazzo è assurdo, rappa in 3 lingue, canta, balla e spesso compone le regie del video e la direzione artistica dei suoi lavori, 100% talento.

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I video pubblicati quest’anno passato sono stati molteplici, ma ora che è fuori anche l’album cosa hai in programma per questo 2021?

Inizio marzo uscirà un estratto dal disco, un pezzo a cui tengo molto, mi rispecchio molto in quella traccia. Il video è stato curato dai Framed Music, sono dei ragazzi Svedesi che vivono vicino Lucca. In Svezia rappresentano il top del videomaking legato allo street rap, da qualche anno si sono trasferiti in Italia e hanno contattato la mia etichetta in maniera quasi casuale. Hanno già girato il video di Duomo per il mio disco, mi sono trovato molto bene con loro, veri professionisti in grado di trasporre le mie parole in immagini.

Parola Vera

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Classe '89, divoratore seriale di dischi e serie tv. Scrivo di rap per passione. Faccio l'hater per hobby.
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