Il 9 aprile 2021 il collettivo hip hop americano Brockhampton pubblica il sesto album Roadrunner: New Light, New Machine. L’album è stato presentato con uno show in live streaming dai celebri Shangri-La Studios di Rick Rubin a Malibu e noi de lacasadelrap.com abbiamo potuto assistere all’evento.
Premettiamo che già al primo ascolto questo album racchiude una manciata di emozioni dove troviamo il collettivo più maturo ed esplorativo che mai musicalmente. Anche dal live show, le emozioni e ricerche introspettive che sono andate più a fondo sono rinvenute tutte a galla, offrendoci uno show ricco di momenti emozionanti e riflessivi. L’evento live inizia in maniera originale e nostalgica, offrendoci Bearface che intona il pezzo storico di Michael Jackson You’ve got a Friend, tutto reinventato e con un vocale mozzafiato sorprendente, seduto tranquillamente su un cavallo bianco. Tanti i momenti di atmosfera, dove i componenti si susseguono uno dopo l’altro in performance raccolte e sincere anche di canzoni degli album passati come Bleach, Boy Bye, No Halo e tante altre. Molto struggente il pezzo che chiude il concerto The Light Pt 2, dove il trauma profondo di Joba – il nodo emotivo dell’album – viene affrontato di nuovo per chiudere il disco. Joba utilizza il momento clou dell’album psichedelico The Light per riflettere sulla morte di suo padre per suicidio.
La storia di questo gruppo è sempre stata molto unica e dal piglio forte, come un capitolo diverso dei libri di storia dell’hip hop. Dal loro famigerato inizio su un forum di chat di Kanye West, dove il leader e fondatore del gruppo Kevin Abstract ha contattato i compagni di band tra i membri della comunità rap-stan, alla loro sbalorditiva trilogia Saturation, alla loro continua evoluzione del numero dei membri all’interno del gruppo, per ragioni diverse, in ogni caso questo collettivo sorprendente è sempre stato visto come una vera e propria boccata di aria fresca e come uno di quei gruppi che riescono sempre a cambiare il gioco e a sfocare leggermente il genere rap.
Strumentali
Un senso di speranza si intreccia anche attraverso la musica dell’album, con una sensazione di fiducia che sprizza dappertutto. Questo lavoro combina il noto talento sperimentale di Brockhampton dei lavori passati, come i lampi di durezza di Saturation e le melodie pop di GINGER, che si uniscono per creare un viaggio emozionante e fluido. Pezzi come Buzzcut, che riesce a farsi notare per il suo sound ricercato, con un ronzio sonoro conturbante unito ad un sassofono sibilante altrettanto inquietante, alcune armonie morbide e un’eco dub, che si muovono attraverso una serie di drammi famigliari avvincenti, fino ad arrivare a una strofa a voce lenta e cupa del re dell’hip-hop “pauroso” Danny Brown.
Anche il pezzo Chain On (con JPEGMAFIA, signore del super-hop avant-hardcore), con un ritmo incalzante non è meno inquietante, nonostante la sua linea di chitarra Stax a mezzo passo, più tranquilla.
Testi
Il primo pezzo dell’album Buzzcut si apre con uno dei versi più aggressivi di Kevin Abstract, per poi essere continuato da Danny Brown, che porta l’energia ancora più in alto con la sua voce stridula tipicamente insana. Una scarica di adrenalina in versi, che dà la carica al resto dell’album. Tre sono i pezzi che rompono il tema cupo dell’album e lo rendono un po’ più morbido con i loro testi e suoni più gioiosi, The Window, Count On Me e Bankroll. In quest’ultima traccia da citare la collaborazione di A$AP Rocky con il suo egregio rap basso e il suo stile delicatamente giamaicano, che si colloca perfettamente nel pezzo. In The Light, troviamo Joba e Abstract che si rincorrono con flow duri, avvolti dai suoni di una chitarra fuzz tone e di un organo Hammond. In questa traccia importante, che è anche il fulcro di tutto l’album, le loro rime riflettono qualcosa di sognante, triste e maestosamente surreale, le loro voci potenti si complimentano perfettamente. Se davvero, come hanno affermato, questo sarà uno degli ultimi album della band, sarebbe bello vedere almeno il duo Joba e Abstract continuare insieme.
Stile
I Brockhampton non hanno mai nascosto l’identità diversificata di tutti membri, come gay, etero, neri, bianchi e sono riusciti a mantenere sempre la propria individualità e diversità facendole trasparire nei loro testi e nella loro musica, e questa è forse stata sempre una delle lore forze maggiori. Pochi gruppi rap sono mai sembrati così sperimentali, eppure così costantemente intrattenitori. Tuttavia, negli ultimi anni, il gruppo ha cercato di riconquistare il suono energico e aggressivo, dopo aver perso uno dei suoi membri più importanti – Ameer Vann – a causa di un suo comportamento violento, dando vita così all’album Ginger (forse il loro lavoro meno rap, ma certamente doveroso, transitorio e di pulizia interna, dove ogni componente è riuscito a parlare liberamente ed onestamente). Brockhampton rimane un veicolo per il suo vasto cast di componenti per interrogarsi interiormente e superare i loro pensieri più oscuri e reconditi, e ci hanno dimostrato che sono sempre riusciti insieme a superare ostacoli diversi, ma soprattutto è un gradito promemoria del poter affrontare qualsiasi cosa, se lo fai insieme ad altri.