

Bentornati tra le nostre righe! Ho ripreso a prendere i mezzi, magari anche voi che mi state leggendo. Non so voi, ma io per intrattenermi nelle mie transumanze urbane quotidiane ho l’abitudine di ascoltare musica, di scrivere e di leggere. Queste attività mi portano viaggiare in altre direzioni particolari e non banali, anche se la mia mappa è quasi sempre la stessa, ma i percorsi che disegno mai assomigliano tra loro… “Google, sto viaggiando molto più veloce del tuo pallino”, lol.
Un sogno e i suoi inizi
A proposito di percorsi urbani, ho appena terminato la lettura del romanzo Family Biz, scritto dall’autore televisivo, scrittore di programmi, saggista e membro della crew Menti Criminali, Paolo Fazzini, pubblicato da Capponi Editore lo scorso 22 aprile 2021.
Il romanzo, come si legge sulla copertina azzurra intensa, vivace e sfumata, è introdotto dalla prefazione di Claver Gold che con la profondità delicata che contraddistingue le sue canzoni, proietta il lettore direttamente nelle vicende personali di un certo Snapper, protagonista della vicenda.


Come si intuisce fin dal titolo, il romanzo di Fazzini non vuole raccontare solo le vicende personali di un adolescente, ma ha un taglio molto intimo, quotidiano e familiare. Immersa nell’atmosfera delle prime pagine e impegnata a conoscere la vita e le frequentazioni del giovane protagonista, una voce dentro di me si faceva spazio con una domanda: dove nasce un sogno? Tra le righe di un libro, o nelle crepe dell’asfalto, o tra le stanze più o meno vuote di casa?
Sogni, assenze e affari di famiglia al tempo della trap
Non so darmi una risposta, ma forse in tutti in questi posti divampa con un fuoco appassionato, spietato, diretto e decadente, come si addice alle persone che vogliono realizzarsi con la musica trap.
Per recensire queste 194 sciolte, drammatiche e veloci pagine, potrei scrivere che questa storia racconta la vicenda di un personaggio inventato, che poco più che ventenne è diviso tra un lavoro pesante come il food delivery, la passione per la trap, l’amore per la pesca e la presenza attenta e calda di sua mamma Paola, insegnante: il padre, non pervenuto da quindici anni, è come disperso tra folte nebbie in un passato mitico…
In realtà Family Biz non è solo questo, è la storia di molti ragazzi e di molte ragazze provenienti dalle realtà più diverse e da varie periferie italiane e del mondo, il cui vivere in provincia, o ai margini della società, limita molto le opportunità di vita e rivalsa, aumentando il rancore, la spregiudicatezza o il disincanto verso il mondo e – quindi – il disagio.
C’è una frase che sento molto mia, essendo io stessa cresciuta in provincia:
«La provincia ha sempre soffocato i desideri di chi sogna in grande, ma non può fare nulla contro chi non sogna più» (p. 47).
Pensiamo ad un contesto di provincia già di per sé molto claustrofobico, pesantemente segnato alla pandemia e da varie ingiustizie, soprattutto se non si vive in una situazione di privilegio. Voi su che cosa vi concentrereste, di cosa raccontereste, o che cosa sbiascichereste con l’autotune su una base allucinata?


Una metafora e molto altro…
Stavo divagando. Torniamo al protagonista del romanzo, Snapper, o Davide, che dir si voglia. È un personaggio genuino, concreto, spregiudicato a tratti e molto travagliato, a causa delle vicende che vive all’interno della sua costellazione familiare.
Per questo Family Biz può essere visto, anche, come un episodio in medias res di una saga familiare più ampia. Family Biz è infatti ambientato ai giorni nostri e di questi fotografa molti aspetti anche dell’industria musicale.
Altri capitoli, però, potrebbero mostrare come le vicende di questo assente – ma comunque ingombrante – padre di Snapper, Marte, si siano svolte anni prima. Marte è infatti un noto rapper, sparito dalle scene in modo enigmatico, lasciando rime importanti con cui confrontarsi e interviste sparse.
Un sequel ipotetico incentrato sul rapporto creativo, artistico e famigliare tra un padre, peso massimo di una scena che fu, e il figlio trapper in erba potrebbe essere molto evocativo, ricco, stimolante e divertente. Questo libro, dove finisce, in realtà inizia. Questo inizio appena accennato potrebbe aiutare a capire come mai il rap si sia evoluto nella trap, o comunque darne un’interpretazione legata alla realtà italiana e molto altro.
Per me Family Biz resta una metafora molto ricca, attuale, dai margini sfumati, ma comunque duri e non poetici.


Questo romanzo famigliare mi ha ricordato da vicino le molte canzoni di alcuni artisti, trapper/rapper, il cui percorso di vita è stato pesantemente segnato da un’assenza, soprattutto negli anni adolescenziali, di una figura maschile forte autorevole, ma anche tenera e accogliente. Tuttavia, non credo che questo sia il fulcro del romanzo, anche se è un aspetto importante.
Family Biz è stimolante e affascinante, perché ha il pregio di mostrare che ci sono vari modi di essere famiglia: tutti validi e buoni, anche se non tradizionali, per poi affacciarsi alla vita, anche se le condizioni di partenza sono precarie e avverse. Se le persone di famiglia possono essere un posto a cui legare il cuore, anche quando queste non ci sono più, le figure genitoriali maschili per molti artisti e artiste sono sicuramente dei “non luoghi”: lontani, anonimi, onnipresenti, sconosciuti, eppure ricercati e famosissimi… ma comunque assenti.
Questa non vuole essere una critica, ma un’amara considerazione a margine di un libro che mi ha fatto compagnia, mi ha fatta scorrere velocemente le pagine, rincorrere questo interessate protagonista e mi ha emozionata, avvicinandomi a storie che in parte non mi appartengono (parafrasando un altro libro sulla trap). Per tutto questo lo consiglio, non vi deluderà, anche se è “trap, bro”…
Vi lasciamo al brano pubblicato in occasione del lancio del libro, firmato Menti Criminali, Claver Gold e Gian Flores. Alla prossima recensione!