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Recensione

J.Cole, The Off-Season: un ultimo addio?

J.Cole Off Season

J.Cole pubblica l’attesissimo album The Off-Season lo scorso 14 maggio per Dreamville, Roc Nation e Interscope Records, battendo ogni record. Il progetto del rapper americano ha conquistato ben 61 milioni di stream su Spotify nelle prime 24 ore, e tutte le tracce hanno debuttato nella TOP50 della Spotify Global Chart, risultando numero 1 anche su Apple Music in ben 72 paesi. L’album è stato preceduto da un breve documentario sullo stato mentale del rapper mentre stava registrando il progetto: Applying Pressure: The Off- Season Documentary.

Quando si parla di chi è il più grande rapper vivente in questo momento, di solito viene fuori il nome di J.Cole. Raggiungendo uno status enorme e popolarissimo, dopo il successo del multi-platinato 2014 Forest Drive, il 36enne è diventato famoso per le sue astute osservazioni sociali e per essere il protetto di Jay-Z. Tuttavia, ha fatto sapere che questo ultimo progetto potrebbe essere il suo ultimo album prima di ritirarsi dal rap; The Off-Season è sicuramente più sommesso e riflessivo rispetto a suoi lavori precedenti, un tributo sincero alla forma, dove troviamo Cole più concentrato sulle rime, similitudini, metafore, narrazione e schemi dei flow a multi sillaba. Di solito, J.Cole cerca di semplificare i suoi versi o sceglie ritmi più stilosi, per farne un successo radiofonico, ma non questa volta: qui il rapper ci offre uno stile più ricercato, sfoggiando di saper usare davvero la sua penna.

Strumentali

The Off-Season è guidato da una musicalità forte, dove Cole canta, urla e rappa, attraverso un groviglio di melodie soddisfacenti e schemi complessi di rime. In tracce come Amari, My.Life e 100.Mil, c’è dramma e potenza, mentre l’artista alterna un rap fluido ed agile ad un mood più serioso. Ma è 95 South che dà il tono a tutto il lavoro. È potente nel suono, che proietta invincibilità, con un attacco senza gancio del rapper della Carolina. Il suo sincero liricismo fluisce e scorre attraverso la canzone, dimostrando che per Cole, questo non è solo un album, ma è una vera e propria mentalità.

J.Cole 1

Testi

La più grande rivelazione dell’album arriva con Let.Go.My.Hand., dove J. Cole ammette che una volta ha avuto un alterco fisico con Diddy. L’idea di qualsiasi tensione tra di loro viene rapidamente risolta quando Diddy si presenta in conclusione del disco nell’outro. Cole ci racconta come sia stato fortunato ad essere sopravvissuto oltre i 30 anni in Pride.is.the.Devil, dove viene assistito superbamente da una delle giovani leve più hot della scena attuale, Lil Baby. Nell’emozionante The.Climb.Back celebra la vita di un amico che è morto, mentre l’unico altro featuring ce lo offre con m y. l i f e, un cupo remake, del suo colossale successo A Lot con la superstar di Atlanta 21 Savage.

J.Cole

Stile

Su dodici brani serrati, con canzoni che offrono una scrittura agile e scorrevole e una composizione eccezionale, J.Cole continua a riflettere sui temi intrecciati della sua discografia: vita e morte, successo e mancanza di ciò, il divino e il mortale. Lo fa con aneddoti personali e interpersonali che sono interessanti ma sicuri, senza andare troppo oltre, poiché si appoggia alle sue passioni più grandi, che sono il rap e lo sport, e rimane comunque lontano dalla sua predilezione per i commenti sociali. The Off-Season è incentrato sull’accresciuta consapevolezza di J.Cole del suo posto nella cultura hip-hop.

Sebbene questo sia un album intenso e riflessivo, non si può negare che si tratta di un solido disco rap con una grande quantità di ponderatezza profonda investita nel suo messaggio. Non è chiaro se J.Cole continuerà a fare musica dopo The Off-Season, ma J.Cole rimarrà sempre lo stesso, come dice lui nella traccia hunger.on.hillside:

The money might fade, but respect don’t
(The ultimate price is regret now)
Still gon’ be me when success gone
(Still gon’ be me, ah-ah-ah)

7.8

J. Cole - The Off-Season

Dopo un anno di sconvolgimenti sociali e politici, è normale che Cole si sia ritirato in se stesso, proponendosi di essere il più grande rapper e un giocatore professionista, piuttosto che una voce della ragione. Nonostante tutto, in questo album Cole ci mostra che il fulcro qui è la tecnica: ha realizzato un album quasi privo di spazio per ogni tipo di critica, perché non offre pensieri nuovi, stimolanti o politicamente carichi. Il rapper, che ha sempre affermato apertamente di non leggere molto, parla invece di ciò che sa meglio - la sua stessa vita e le sue passioni - con un innegabile acume come paroliere.

Strumentali

7.5

Testi

8.0

Stile

8.0

Pro

  • Una lunghezza adeguata con 12 tracce
  • Troviamo un Cole più attento alla scrittura e alla forma
  • un album più maturo dei precedenti

Contro

  • forse, se non l'ultimo, uno degli ultimi lavori della sua carriera
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